Cap. 18 A trovare Cristian

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Valerio

Sono qui nel letto con Emma che dorme accoccolata a me. Sembra una bambina, è dolcissima, vedere il suo viso così rilassato dopo tutto quello che ha passato mi fa sorridere.
Oggi forse quando Emma ha parlato di Cristian ho reagito esagerando. Non so neanche io il perché in realtà, ma sentire Margherita che ne parlava così bene mi ha dato fastidio e in più capivo che lei mi nascondeva qualcosa, dopo che mi ha spiegato come stavano veramente le cose mi sono sentito quasi in colpa.
Lui per lei c'è sempre stato e io non avevo nessun diritto di chiedere e di intromettermi per questo le ho detto che domani l'avrei accompagnata.

I miei pensieri vengono interrotti dal respiro di Emma che diventa più pesante e veloce, si deve essere svegliata e sta avendo un altro attacco di panico. Agisco come la sera prima, le dico di respirare con me e le accarezzo i capelli per farla calmare. Questa volta si tranquillizza quasi subito.

-Scusa- Mi sussurra poco dopo.
-Per cosa?-
-Per questo, ti sto facendo vivere uno schifo, e tu sei qui che mi aiuti a calmarmi tra una crisi d'ansia e l'altra- Le sue parole mi spiazzano.
-Emma, non mi stai facendo vivere uno schifo, sto benissimo con te, e per tutto il resto lo affronteremo insieme, tranquilla- Cerco di dirle con tutta dolcezza possibile.
Non capisco come possa pensare che per me lei sia un peso. È vero, ha una vita che è tutt'altro che semplice ma non mi interessa, io voglio stare con lei, voglio abbracciarla, non voglio perdere tempo.

Lei si accoccola nuovamente sul mio petto e io la stringo forte a me.
Sento che è nuovamente tranquilla, forse ne dovrebbe parlare con un medico o uno psicologo, mi fa male vederla e soffrire e mi fa ancora più male il fatto che ha sempre affrontato tutto da sola.
[...]
Sento la luce del sole entrare dalla finestra e scaldare la stanza, Emma apre leggermente gli occhi per poi richiuderli. Le do un leggero bacio a stampo e lei sorride sussurrandomi un debole ma dolcissimo ciao. Dopo un pochino ci alziamo, sono le 8:37 e andiamo in cucina dove troviamo Margherita.

-Che ci fate già in piedi a quest'ora?- Chiede lei.
-Accompagno Emma a trovare Cristian e poi passiamo a Latina- Dico sicuro guardando Margherita confusa ma con un sorrisetto sulle labbra ed Emma che sta per sputare il latte che stava bevendo.
-Son contenta, salutate Cristian anche da parte mia- Esclama Margherita.
-Ma certo- Le dico io con un sorriso a trentadue denti mentre Emma sta per strozzarsi di nuovo.
Facciamo colazione chiaccherando del più e del meno.

Ci andiamo a preparare e mezz'ora dopo ci ritroviamo davanti alla porta pronti per uscire. Lei è stupenda, indossa dei pantaloni a palazzo in jeans lilla e una maglia bianca con una scritta sempre lilla. Porta ai piedi le sue iconiche vans, non riuscirei a immaginarla con un altro tipo di scarpe.
-Ciao mamma- La saluta abbracciandola.
-A dopo- Saluto anch'io Margherita.
Ora siamo in macchina e ci dirigiamo verso la casa del ragazzo di cui penso di essere geloso.

-Siamo arrivati- Sveglio Emma dai suoi pensieri e la riporto alla realtà. Chissà a cosa starà pensando. Scende dalla macchina e quando vede che io non faccio lo stesso mi guarda con un'aria perplessa.
-Farai la muffa qui?- Mi chiede ridendo.
-No, non penso, o almeno non è nei miei piani. Semplicemente pensavo che volessi avere un attimo solo con lui, sono quasi due anni che non vi vedete- Le spiego.
-Alza il culo e scendi- Mi sgrida ridendo.
Non oppongo resistenza e mano nella mano ci avviciniamo al palazzo.
Nel frattempo il ragazzo esce dal portone.

-Cristiannn- Urla Emma come una bambina che vede per la prima volta la neve, istintivamente le lascio la mano e lei corre verso di lui saltandogli quasi addosso quando lo abbraccia, lui ovviamente ricambia e rimangono per svariati secondi in quella posizione che a me dà leggermente fastidio.
Lei gli dà un bacio sulla guancia.
-Da quanto tempo gnomo- Le dice lui passandogli una mano tra i capelli. Gnomo, anche io l'altro giorno l'ho chiamata gnomo, chissà da quanto la chiama così, mi sento improvvisamente leggermente geloso.
-Tantissimo, e tu stronzo non ti sei degnato di scrivermi-
-Ma sei tu la rompipalle, avevo un giorno sì e l'altro pure le foto dei tuoi abbinamenti ed ero sicuro che stessi bene. E poi sei tu che te ne sei andata- Sento che chiacchierano, io mi avvicino a loro ed Emma inizia con le presentazioni.

- Cristian lui è Valerio, il mio ragazzo- Il suo ragazzo, sorrido mentre glielo sento dire.
-Valerio lui è Cristian, il mio migliore amico-
-Piacere- Esclamiamo insieme stringendoci la mano.
Ci sediamo tutti e tre sul muretto sul quale io ed Emma il giorno prima abbiamo mangiato la pizza. Emma è tra me e lui.

-Come mai sei qui?- Chiede lui poggiando il suo braccio sulle spalle della mia ragazza.
-Mio padre- Dice lei.
Il sorriso dal volto del ragazzo scompare ed Emma sembra accorgersene.
-Stavolta è finita- Cerca di riparare la situazione.
- Come stai?- Le chiede lui abbracciandola e lei sembra abbandonarsi al suo abbraccio.
-Potevo stare meglio ma anche peggio, giusto qualche livido e un paio di attacchi di panico-
-Cazzo Emma, quando ne parlerai con qualcuno? Sono anni che va avanti- Dice lui preoccupato.
-Non presto penso, ma stanno diminuendo- "Stanno diminuendo" quelle parole mi fanno rabbrividire, due in due giorni non sono pochi. Chissà quanti ne ha affrontati da sola. Chissà quanto ha sofferto.

-Testa dura- Scherza Cristian dandole un bacio tra i capelli pel di carota. È un po' che siamo qui a scherzare. Cristian non è un ragazzo stupendo ma ha il suo fascino. È alto, i muscoli si intravedono dai vestiti, le vene che appaiono sulle sue braccia a ogni suo movimento, ha gli occhi azzurri come il cielo con delle pagliuzze oro all'interno, non ho mai visto occhi così. Ha i capelli di un biondo miele e gli stanno estremamente bene. Ammetto di essere geloso del fatto che Emma di senta tutti i giorni con quel tipo, ma non posso dirgli niente, lei gli vuole bene ed è felice quando è con lui.

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