2 - La notte in cui ci siamo incontrati

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1 settembre 1972


"JAMES! RALLENTA!"

"James Fleamont Potter, smettila di trascinare in giro tua sorella!" Una donna dall'aspetto gentile sulla settantina rimproverò.

James finalmente si fermò, sgranò gli occhi e disse:

"Scusa mamma, sono solo eccitato di rivedere i miei amici!"

"Non hai visto uno di loro a Diagon Alley solo un paio di settimane fa?" chiese la giovane ragazza.

"Zitta, Ellie cara. Non è la stessa cosa che vederli tutti. E," James batté le mani con entusiasmo, "posso finalmente presentarteli!"

"Ora voi due potete discutere i vostri piani sul treno. Venite qui e dateci i nostri abbracci, non sto diventando più giovane" disse Fleamont Potter, spalancando le braccia ai suoi due figli.

James ed Eloise salutarono i loro genitori (con la promessa di scriversi spesso), e si precipitarono sul treno.

Mentre James stava conducendo la sorella minore in fondo al treno, lei notò un ragazzo della sua età seduto da solo in uno degli scompartimenti. Aveva i capelli scuri e ricci, e le sue vesti erano pulite e nuove. A Eloise, sembrava la definizione di immacolato. Ma il ragazzo non la vide perché era troppo occupato a fissare fuori dalla finestra.

"James! Ci stavamo chiedendo quando saresti arrivato! Remus sta facendo il nerd, come sempre, e Pete è troppo occupato a cercare di mangiare tutti i pasticci di zucca", disse un ragazzo dai capelli neri e arruffati. "Ah, un ospite! E tu chi saresti?"

"Ragazzi, questa è mia sorella, Ellie. Ellie, questi sono Sirius, Remus e Peter" disse James, indicando ognuno di loro mentre diceva i loro nomi.

"In realtà è Eloise, ma lui insiste a chiamarmi Ellie".

Remus rise: "Certo che lo fa".

"Ehi, ti piace".

"Sì, sì", alzò gli occhi giocosamente. "Allora, ora che ho conosciuto i tuoi amici, posso andare?"

"Andare?" Chiese James. "Perché?"

"Perché vorrei farmi degli amici miei, grazie mille. Ciao!"

Eloise non aspettò una risposta prima di lasciare suo fratello e i suoi amici. La ragazza continuò a camminare attraverso il treno finché non trovò lo scompartimento con il ragazzo che aveva visto prima.

"Ciao, ti dispiace se mi siedo con te?"

Lui alzò lo sguardo verso di lei.

"Stato del sangue?"

Le sue sopracciglia si sollevarono leggermente.

"Sai, di solito la prima cosa che qualcuno chiede è il tuo nome, non il tuo stato di sangue." disse la ragazza dai capelli castani, sedendosi di fronte a lui.

Regulus sbatté le palpebre. Nessuno gli aveva mai parlato così, con tanta disinvoltura. Be', Sirius lo faceva, ma era suo fratello... ogni altra persona, invece, era formale nei suoi confronti.

Ma questa ragazza si era presentata, si era seduta volentieri con lui e voleva parlargli. E certamente non voleva perdere l'opportunità di fare amicizia.

"Co- Come ti chiami?" chiese esitante.

La ragazza sorrise vivacemente.

"Vedi, non è stato troppo difficile, vero? Comunque, io sono Eloise Potter, e tu?"

Regulus si bloccò. Sapeva che sua madre e suo padre avrebbero disapprovato molto la sua amicizia con lei, ma d'altra parte, aveva sempre immaginato di avere un amico come aveva fatto suo fratello. E con Eloise, forse poteva averne uno anche lui.

"Regulus Black".

"Regulus?"

"Sì, è quello che ho detto".

Regulus non capiva perché lei stesse mettendo in dubbio il suo nome.

Lei improvvisamente sorrise di nuovo.

"In realtà mi piace molto il tuo nome, è unico. Non ho mai sentito il nome Regulus".

E per la prima volta da quando era salito sul treno, Regulus sorrise.

"Grazie, Lou".

Eloise inclinò la testa di lato: "Lou?"

"Sì, Lou. È un soprannome".

"Be', sì, l'avevo capito. È solo che nessuno mi ha mai chiamato Lou. Di solito solo Eloise o Ellie".

"Oh- uh, Lou non va bene?"

"Certo che va bene!" disse lei velocemente. "Ma ora ho bisogno di darti un soprannome... che ne dici di Reg?"

"Mio fratello mi chiama così".

"Cavolo, è più difficile di quanto pensassi", sbuffò lei. "Che ne dici di... Egg?" ( "egg" significa uovo).

"Cosa... Uovo?!" balbettò lui. "Scusa, mi hai appena chiamato uovo?"

"Sì", Eloise scoppiò a ridere. "Ti piace?"

"NO!" gridò Regulus. "Come ti è venuto in mente?".

"Facile", disse lei dopo essersi calmata. "Ho solo tolto la 'R' da 'Reg'".

"Oh mio Merlino", gemette lui. "Lascia perdere, chiamami solo Reg. Basta inventare soprannomi - non credo che le mie orecchie possano sopportarlo".

La ragazza ebbe un sussulto. "Non apprezzo le tue critiche, Reg".

I due si fissarono, prima di scoppiare a ridere.


PENSIEVE -Regulus Black (traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora