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La mattina dopo, Severus si era svegliato che teneva ancora abbracciato Harry. Sorrise con dolcezza vedendolo dormire rilassato contro il proprio petto e gli accarezzò teneramente i capelli nella speranza di svegliarlo con dolcezza. Quando poi lo vide aprire gli occhi, gli si avvicinò dandogli un piccolo bacio sulle labbra. "Buongiorno amore" Disse con dolcezza vedendolo sorridere rilassato. "Oggi dovrò tornare a fare lezione, tu però pensa a riposarti e stasera, quando torno, faremo la prima lezione di telepatia" Spiegò con semplicità vedendo il più piccolo annuire convinto. Si alzò quindi dal letto ed andò in bagno a prepararsi per poi lasciarlo libero per Harry che fece altrettanto. Quando entrambi furono pronti, andarono nella loro cucina dove, richiamando un elfo domestico, si fecero portare la colazione. Non avevano alcuna intenzione di andare in sala grande per mangiare e poi, a dirla tutta, Harry non era ancora in ottima salute e Severus si sentiva più tranquillo nel tenerlo lì nelle proprie stanze. Finita la colazione, si alzò dal tavolo e si avvicinò al compagno. "Allora io vado, se hai bisogno non esitare a farmi chiamare, arriverò subito"

Harry, sentendo quelle parole, annuì felice e lo salutò con un dolce bacio sulle labbra seguendolo con lo sguardo fino a quando non sentì la porta chiudersi alle sue spalle. Solo allora si lasciò sfuggire un sospiro sconsolato mentre si guardava attorno. Adesso era da solo e lo sarebbe stato fino a tardo pomeriggio. Si alzò da tavola e sistemò la cucina per poi andarsi a sedere in soggiorno dove prese il libro di astronomia iniziando a fare un po' di compiti mentre, ogni tanto, si massaggiava la pancia come ad assicurarsi che il bimbo fosse ancora lì. Attualmente non gli era ancora cresciuto il pancione, ma sentiva che mancava poco prima che il primo rigonfiamento emergesse.

Severus, nel frattempo, aveva raggiunto l'aula di difesa contro le arti oscure ed era subito ritornato il professore scorbutico e sadico di sempre. Iniziò come sempre ad elargire punizioni a destra e a manca godendo di quel momento di gloria. Finire le prime ore di lezione, si sedette alla propria scrivania correggendo alcuni compiti. Adesso avrebbe avuto un'ora buca ma preferiva non tornare da Harry altrimenti non sarebbe mai riuscito a finire il proprio lavoro. Fu proprio mentre appoggiava la penna dopo aver corretto l'ultimo compito, che qualcuno bussò alla porta e lui alzò il capo dando il consenso ad entrare. "Oh ciao Hagrid, qualche problema?" Domandò subito Piton vedendo chi aveva appena varcato la soglia del suo laboratorio.

H:"Oh no signore! Volevo solo sapere come sta Harry... ho saputo che è stato attaccato da un incantesimo lanciato da qualche altro studente, ma non ho saputo nulla di più. Hermione e Ron dicono che è meglio che ne parli con lei..."

Severus ascoltò le parole del guardiacaccia ed annuì appena. In effetti con tutto quello che era successo non ci aveva minimamente pensato ad avvisare il mezzo gigante delle condizioni di Harry ed era stata una mancanza non da poco. "Scusami Hagrid, avrei dovuto parlartene prima. Allora in linea generale Harry sta bene, purtroppo però l'incantesimo che gli è stato lanciato non ha sortito l'effetto desiderato perché chi lo ha prodotto lo ha praticato male quindi invece di cancellargli la memoria, lo ha reso muto. Non sappiamo ancora se il mutismo sarà permanente oppure no, per adesso non abbiamo ancora abbastanza elementi per stabilirlo" Spiegò con sincerità vedendo gli occhi del mezzo gigante farsi grandi ed inumidirsi mano a mano che Severus andava avanti nel raccontare. Hagrid cercò nella tasca il proprio fazzoletto da naso che, agli occhi degli altri, sembrava più una tovaglia da tavola, e vi soffiò il naso asciugandosi anche qualche lacrima che gli rigava il viso.

H:"Povero Harry! Chissà come starà soffrendo? Possibile che quel povero ragazzo non venga mai lasciato in pace? Ha già sofferto così tanto..."

Quelle parole colpirono molto il pozionista, in effetti Harry aveva sofferto tanto nella vita e a quanto pareva alcuni non erano ancora ritenuti soddisfatti. Per di più l'uomo sapeva anche molto bene quanto il corvino si sentisse in colpa per tutte le morti che c'erano state. Anzi a dirla tutta Harry si sentiva in colpa perché si considerava responsabile della guerra che era scoppiata e di tutte le conseguenze che aveva portato. Piton non aveva ancora trovato un modo per ridurre questo senso di colpa, ma sicuramente prima o poi sarebbe riuscito a trovarlo perché voleva in tutti i modi che il suo Omega fosse felice. "Hai ragione Hagrid, purtroppo però c'è anche la possibilità che chi gli ha scagliato contro questo maleficio, in realtà l'abbia fatto per colpire indirettamente me. Ti ricordo che quello che ho fatto durante la guerra e prima ha infastidito molte persone e a livello di nemici, io ed Harry ce la giochiamo alla grande"

Il mio OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora