16

954 40 3
                                    

Erano passati alcuni giorni da quando avevano perso il bambino, ma Harry ancora non si era ripreso. Spesso si svegliava nel cuore della notte in un fiume di lacrime e Severus prontamente lo coccolava consolandolo.

Quella mattina entrambi si erano svegliati presto ma, nonostante Severus si fosse già alzato dal letto, Harry non ne voleva sentir parlare. "Amore, vuoi rimanere a letto ancora un po'? Magari mi raggiungi dopo a lezione" Gli disse teneramente il pozionista accarezzandogli il viso. Il corvino alzò lo sguardo sull'uomo ed annuì piano tornando a chiudere gli occhi ed addormentandosi dopo poco. Il pozionista sospirò per poi uscire dalla stanza e lasciar dormire l'amato dato che, quella notte, aveva dormito pochissimo a causa degli incubi sulla morte del bimbo.

Uscì dall'appartamento e si diresse in sala grande per fare colazione ignorando gli sguardi di alcuni studenti per poi dirigersi verso l'aula dove, in poco tempo, prese a fare lezione anche se utilizzava ogni momento utile per controllare il Legame.

Harry rimase a letto per metà mattinata e poi si alzò con una sola consapevolezza in mente: il suo bambino era vivo, doveva solo aiutarlo ad uscire. Uscì dall'appartamento in uno stato di trans. Non era conscio di cosa stava facendo, ma era tranquillo e sapeva che era la cosa giusta da fare. Camminò un po', ignorando il freddo, dato che era ancora in pigiama, e si diresse verso la cucina dove chiese ad un elfo se poteva prestargli un coltello. "Certo signor Potter, prego tenga" Disse l'elfo porgendoglielo tutto avvolto in un panno così che non si tagliasse. "Grazie mille" Uscì dalla cucina e tornò nei sotterranei ignorando i richiami di Ron ed Hermione.

R:"Perché non ci risponde?" Domandò quest'ultimo alla compagna che iniziò ad accigliarsi quando vide quello strano oggetto coperto tra le mani del corvino.

H:"Non lo so Ron, ma non mi piace... è meglio che avvisiamo Severus" Disse prendendo per mano il rosso e dirigendosi velocemente verso l'aula del professore.

Il corvino, nel frattempo, aveva raggiunto l'appartamento e si era chiuso in bagno sedendosi dentro il box doccia dopo essersi tolto la maglietta. Adesso ti faccio uscire piccolo mio, resisti ancora un attimo. Pensò accarezzandosi la pancia mentre srotolava il coltello dallo strofinaccio e lo appoggiava sulla pelle nuda.

...

Hermione e Ron avevano appena raggiunto l'aula quando la porta si stava per chiudere.

H:"Aspetta!" Urlò la ragazza attirando l'attenzione del ragazzino che si fermò e li lasciò entrare. Severus, vedendoli, si accigliò subito e si avvicinò a loro ignorando gli sguardi incuriositi dei presenti. "Cosa ci fare qui? Non avete lezione?" Bisbigliò l'uomo ed Hermione scosse appena il capo iniziando a spiegargli ciò che avevano appena visto ma Severus non l'ascoltava più. Stava indagando a fondo il Legame fino a quando non riuscì a capire cosa stesse succedendo. Sentì la tranquillità del compagno, la felicità di aver trovato la soluzione, la gioia di poter vedere finalmente il loro bambino e finalmente capì. "Avvisate Madame Pomfrey, ditele di prepararsi per operare, io vado da Harry" Disse intransigente per poi correre fuori dall'aula e dirigersi velocemente verso i sotterranei. Mentre scendeva le scale, dal Legame gli arrivò una fortissima ondata di dolore e Severus strinse i denti mentre correva più forte per raggiungere il compagno.

"HARRY!" Urlò entrando nell'appartamento e correndo verso il bagno.

Quando aprì la porta, si trovò davanti una vera e propria scena dell'orrore. Il box doccia pieno di sangue che sgorgava a fiotti dalla pancia aperta del corvino seduto contro il muro e con la testa chinata in avanti mentre la mano che teneva il coltello era abbandonata al suo fianco mentre con l'altra si toccava la pancia. "Harry..." Sussurrò avvicinandosi a lui spaventato a morte non solo da tutto quel sangue e dal suo pallore, ma anche dalla sua apparente apatia. "Cosa hai fatto..." Aggiunse vedendolo alzare appena lo sguardo nella sua direzione. Quegli occhi bellissimi, velati di lacrime e distaccati dalla realtà che lo guardavano come se non lo vedessero, gli facevano male, molto male. "N-non vuole uscire... ma adesso può... perché non esce?" Domandò Harry come se fosse una richiesta normalissima da fare.

Il mio OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora