14.

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È passato un bel po' di tempo. Spero che Obito sia tornato a casa.
Mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio spazzolandomi i capelli per fare qualcosa nel frattempo.
Vorrei vederlo ma più penso ciò e più penso a quel maledetto ragazzo: Kakashi.
Ancora sono curiosa di sapere del perché voleva il mio numero e del perché tartassava Obito per sentirmi.
Nel frattempo decido pure di imparare a mettermi l'eyeliner. Il problema è che gli struccanti sono tutti in bagno quindi dovrei cercare di fare attenzione nel metterlo senza sbavare.
Di colpo sento qualcuno suonare e mio padre comincia ad urlare infuriato.
Mi alzo e cerco di sentire mettendo le orecchie vicino alla porta chiusa della mia stanza.
Sento la voce di una persona a me familiare...non sarà mica lui?
Mio padre comincia ad urlare al povero ragazzo che tentava di portarmi fuori da questa casa dicendogli che sono in punizione...solo perché mi stavo sfogando in bagno..capisco.
Sento sbattere forte la porta ma di colpo delle pietre cominciarono a farmi avvicinare fuori dalla finestra. La apro ed era proprio lui: Obito.

Obito: "forza scendi" mi mimava.

Sorrisi: per la prima volta qualcuno stava cercando di aiutarmi ad uscire da qui.
Senza farmelo ripetere due volte cerco di scavalcare la finestra e di aggrapparmi per non cadere facendomi prendere in braccio dal ragazzo.

Obito: "che faticaccia parlare con tuo padre. Spero che non riaccadrà mai più" sorride.

Non dico nulla e comincio a prenderlo per mano lasciando subito quel posto.

Obito: "sono felice di rivederti"

AmamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora