5. 𝑆𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑 𝐷𝑎𝑦

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Mi svegliai di colpo. Dovevo essermi addormenta ascoltando la pioggia. Mi guardai intorno con espressione assonnata e scesi al piano di sotto. C'era soltanto mia madre che sorseggiava il suo cappuccino. Mi guardò sorridendo e mi avvicinai.
“Ciao..” dissi a bassa voce.
“Come stai?”
“Bene.” afferrai il latte dal frigo e lo versai nella tazza.
“Ti senti pronta per il secondo giorno?”
“Devo essere sincera?” mi sedetti di fianco a lei.
“So cosa pensi. Ma per favore, cerca di metterti in gioco. Non so.. Vai alle feste o robe del genere.” mi disse.
“Lo sai che mi sento a disagio in mezzo alle persone.” dissi fredda.
“Devi lasciarti andare e fare cose da giovani.”
“Essere giovani fa schifo.. E soprattutto non fa per me.” sorseggiai il latte.
“Emilia, lo so che è difficile. Ma prima o poi devi uscire da quel guscio.”
La guardai senza fiatare. I miei occhi fissavano i suoi.
“Fallo anche per te.” si alzò dal tavolino e mi sorrise.
Mandai giù il latte e salì in camera. Indossai un paio di jeans, una maglia bianca e una camicetta bordeaux. Presi lo zaino, salutai mia madre e uscì da casa. Stavolta andavo a piedi. Volevo osservare con calma il quartiere.
Iniziai a camminare per la piccola stradina che porta in centro. Intorno casa mia non c'erano altro che boschi e piccoli laghetti sparsi qua e là. La vera civiltà era in centro, a ridosso della scuola. C'era anche un piccolo bar sopra la piazza centrale. Era uno di quelli circolari in legno, con un piccolo bancone in pietra. Mi piaceva. Avanzai sempre di più e finalmente arrivai in prossimità della scuola, la magnifica Hilltown High. Era circondata da un bellissimo giardino che si estendeva per tutto il suo perimetro. Da fuori era anche bella ma il vero cancro stava all'interno. Restai immobile per qualche lunghissimo secondo e mi decisi ad entrare. Venni investita dal solito trambusto e arrivai all'armadietto. Lo aprì al primo colpo, mi sentivo realizzata. Posai i libri e mi guardai intorno incontrando lo sguardo di Vic. Venne verso di me con passo veloce.
“Eeemi! Come va?” mi abbracciò.
Mi irriggidii di colpo e restai ferma. Notai una strana espressione comparire sul suo volto. Spero solo di non averla ferita.
“Ehm.. Scusa. I-io..” disse impanicata.
“Tranquilla. Colpa mia.” dissi rassicurandola.
“Okok..” respirò velocemente “Comunque, il party si terrà questo fine settimana. Niente scuse, devi venire con me.”
“Che ti avevo detto ieri? Non cercare di convincermi.”
“Andiamo Emi, sei la ragazza nuova più misteriosa e interessante che abbia mai visto.” disse ridendo.
“Perché vuoi così tanto che io ci vada?”
“Te l'ho già detto! Sei interessante. E poi.. Anche Nick lo pensa.”
Distolsi velocemente lo sguardo.
“Non è un buon motivo per convincerti? Daaaai.”
“Va bene! Verrò a quella stupida festa. D'accordo?”
Esplose di gioia.
“SAPEVO CHE CI SAREI RIUSCITA!” urlò ridendo.
“Andiamo in classe..” avanzai di qualche passo.
“Ti seguo ragazza nuova.”
Accettai veramente.. Non ci credevo nemmeno io. Emilia Scott ad una festa. Wow.
Entrammo in classe e notai con dispiacere che Nick era seduto vicino al mio banco solitario. Mi irritai e andai a sedermi. Restai con lo sguardo fisso in avanti per non so quanto tempo. Alla fine si decise a parlare.
“Emilia, se resti troppo rigida col collo rischi che ti faccia male.” mi disse ridendo.
Lo fulminai con lo sguardo. Mi stava prendendo in giro.
“So quel faccio. Grazie.” dissi freddissima.
“Comunque, so che Vicky ti ha finalmente convinta a venire alla festa.” mi guardò.
“Si.” tagliai corto.
“Seriamente Emilia, è uno stupido party. Non preoccuparti. Puoi andartene quando vorrai tanto a nessuno importa realmente del 'novellino'. È soltanto una scusa per sbronzarsi e farsi. Sai come funziona.”
“Rassicurante.”
“E poi ci saremo io e Vicky. Puoi stare con noi.”
“Tu non bevi?” chiesi di scatto.
“Nah, mi fa schifo. Non è roba per me.”
Annuì e lo guardai.
“Tu bevi?” mi chiese ridendo.
Perché ride sempre
“No. Non reggo nemmeno mezza birra.”
“Beh, non vergognarti. La maggior parte di queste persone bevono per apparire come dei duri. Ma sotto sotto sono tutti dei coglioni.” mi disse ridendo.
“Si infatti. Immagino.” mi uscì un sorrisetto.
“Mi piace quando sorridi.” mi fissò.
Sentii le guance esplodermi. Era un complimento quello?
“I-i-io..” balbettai qualcosa.
“Sei un libro da leggere, cara mia Emilia.”
Lo guardai e per la primissima volta sorrisi. Uno di quelli veri. Iniziavo a sentirmi accettata. Era una sensazione bellissima.
La lezione passò molto velocemente. La prof faceva avanti e indietro per la classe spiegando un qualche argomento di storia. Ero totalmente distratta, non so nemmeno di cosa stesse parlando. Finalmente la campanella suonò e la prof si allontanò. Nick mi guardò e raggiunse i suoi amici.. Ed ecco che mi ritrovai da sola, senza nessuno con cui parlare. Quel brevissimo momento felice mi scomparì sotto il naso. Pensavo e ripensavo a quella stupida festa. Perché vogliono che io ci vada a tutti i costi? Cosa ho di così speciale.. Non ho una risposta alla mia domanda. Come spesso mi capita. Restai seduta in fondo alla classe mentre gli altri ragazzi si erano riuniti in gruppo davanti la cattedra. Notai Victoria e Nick parlare quasi di nascosto. Mi lanciavano occhiate e sorridevano. In quel momento mi sentii presa in giro.. Non sapevo cosa stessero dicendo sul mio conto e questa cosa mi mandava fuori di testa. Mi alzai con uno scatto dalla sedia e uscì dall'aula. Il corridoio principale era gremito di studenti: chi discuteva sui compiti, chi semplicemente scherzava, chi prendeva in giro gli insegnanti e perfino una coppia che si baciava appoggiata agli armadietti. Io stavo andando lì.
Mi avvicinai velocemente ma quei due stavano pomiciando proprio sul mio armadietto. Cercai in tutti i modi di farmi notare ma non c'era verso. Così raccolsi un bel po' di coraggio e attirai la loro attenzione.. E di tutta la scuola.
“Scusate!” urlai.
Tutti si erano girati verso di me. In quel momento volevo sparire. Il ragazzo si voltò e mi fissò dritta negli occhi.
“Posso aiutarti?”
“È il mio armadietto. Devo prendere delle cose.”
“Scusa, non devo aver visto il tuo nome scritto sopra.” disse sarcastico.
“Potresti spostarti?” lo guardai.
“E perché dovrei farlo? Non vedi che stavo facendo?”
Guardai la ragazza e tornai a fissare il suo Romeo.
“Devo prendere delle cose.”
Sentivo il cuore martellarmi nel petto. Per non parlare delle voci e delle risatine che provenivano da ogni direzione.
“Oh ma aspetta un momento.. Tu sei la novellina.. NON CI CREDO.” scoppiò a ridere e si allontanò subito.
“Grazie.” dissi con lo sguardo fisso in avanti.
“Spero di vederti alla festa.. Ci sarà da divertirsi.” rise.
“Sisi certo.”
Ficcai la testa dentro l'armadietto e chiusi gli occhi. Ancora quella cazzo di festa. Cos'ha di così tanto speciale. Stava iniziando ad irritarmi.
“Fanculo!” dissi sottovoce.
Presi dei libri e mi allontanai chiudendo lo sportellino dietro di me. Avanzai di qualche passo e il mio sguardo venne catturato da un poster appeso ad una porta. Mi avvicinai e lo lessi.

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Presi un piccolo opuscolo che elencava per filo e per segno le attività del corso. Dalla semplice poesia alla recitazione di versi o la ricostruzione di intere scene. Non mi interessava molto ma decisi comunque di tenere quel piccolo pezzo di carta, non si sa mai. Lo misi in tasca e andai in classe. Mi sedetti in fondo e notai Nick fissarmi.
“Devo ammettere che hai del fegato.” mi disse.
“Eh?!”
“Hai urlato seriamente contro il capitano della squadra di football.”
“Q-quello era il capitano?” spalancai gli occhi.
“Ryan Walker.”
“Cazzo..”
“Ti ha detto qualcosa?”
“Si. 'spero di vederti alla festa. Ci sarà da divertirsi'. Testuali parole.”
“Stai lontano da quello stronzo. Lo dico per te.”
“Perché?”
“Tu fidati.” mi fissò.
“D'accordo.”
Iniziai ad ascoltare il prof. Ma pochissimi attimi dopo i miei pensieri caddero nuovamente su Ryan Walker. Non sapevo nulla sul suo conto, nulla. Perché Nick vuole che gli stia lontano.. Cosa avrà mai fatto di brutto, pensai. Effettivamente la sua espressione non mi era piaciuta. Il solito spaccone da quattro soldi. Insomma, era pur sempre il capitano della squadra di football dall'ego smisurato. Nick mi guardò con la coda dell'occhio e si mise a ridere. Me ne accorsi quasi subito e mi girai a guardalo.
“Perché ridi?” dissi sottovoce.
“Nulla nulla.” disse ridendo.
“Se lo dici tu.” rivolsi lo sguardo verso il prof.
Non so se stesse continuando a fissarmi ma il suo sguardo mi faceva sentire bene. Credevo fermamente di aver trovato il mio posto nel mondo. Che bella sensazione.. Peccato che durò poco. Troppo poco
La lezione venne interrotta dalla campanella. Mi precipitai fuori dalla scuola in un batti baleno. Restai ferma davanti l'entrata per qualche istante quando una mano mi prese dal fianco.
“Emilia Emilia!” disse ridendo.
“Vic.” la guardai.
I suoi occhi azzurri splendevano come due diamanti. Ero incantata.
“La festa si terrà tra due giorni. Più tardi ti manderò l'indirizzo.”
“Sai.. Forse-”
“No! So cosa stai per dire. Tu verrai a quella festa. Non mi interessa.” mi fissò.
“Non lo so.. Mi sentirò solo a disagio.” abbassai lo sguardo.
“Ehi, perché dovresti sentirti a disagio? Ci siamo io e Nick. E poi è un'ottima occasione per fare amicizia, visto che sei quella nuova. Devi solo sfruttare il momento.”
“Va bene Vic. Va bene.” dissi ridendo.
“Torno a casa. Ci sentiamo dopo allora.” si allontanò.
Alzai la mano per salutarla quando sentii una mano toccarmi il fondoschiena. Restai immobile ma un impeto di rabbia mi attraversò dalla testa ai piedi.
“Uhm, non stavano mentendo allora.” mi disse ridendo.
Quell'espressione da stronzo. Quanto volevo prenderlo a pugni.
“Perché l'hai fatto?” fissavo il vuoto.
“Perché l'ho fatto? Beh, cara ragazza nuova, sei nella top tre dei Miglior Culi della Hilltown.”
Non riuscivo a crederci. Avevano una cazzo di classifica dei migliori culi. Non sapevo cosa rispondere così restai semplicemente in silenzio.
“Dovresti andarne fiera. C'è molta competizione sul podio.” disse ridendo “Eddai, non farmi quella faccia.”
“Vattene via. Ne ho avuto abbastanza di te.” dissi secca.
“D'accordo d'accordo. Ci si vede in giro.”
Lo fissai allontanarsi e un senso di odio mi pervase. Quegli stronzi mi avevano guardata senza che io lo sapessi.
“Emilia, sei ancora qui?”
“Tu lo sapevi?” dissi irritata.
“Sapevo cosa?”
“Di quella lista!” lo fulminai con lo sguardo.
“Cazzo.. Walker non la smetterà mai.”
“ALLORA LO SAPEVI!”
“Ascolta, quel coglione è solo in cerca di attenzioni. E no, non lo sapevo. Io non fisso i culi alle ragazze. Non è da me.” mi guardò.
Sospirai sollevata.
“Scusa Nick. Ho perso la pazienza.”
“Tranquilla. Walker ha questo effetto.”
“Dimmi una cosa.. Perché mi hai detto di stargli alla larga?”
“La classifica è soltanto la punta dell'iceberg. Diciamo che è solito provarci spudoratamente con le ragazze. E le feste sono il suo terreno di caccia. Sai.. Tra alcool e droga.”
“Prima stava pomiciando..”
“Vedi? Quella era la dimostrazione pratica.”
“Sei molto premuroso..”
“Beh, sei mia amica. Certo che sono premuroso, specialmente con quel coglione.” mi disse sorridendo.
“Grazie.”
“Nulla..” sorrise “Comunque, io devo andare. Mia madre mi aspetta.”
“Ci vediamo.” dissi sorridendo.
Si allontanò molto velocemente e io feci la stessa cosa. La voglia di andare a quella festa si affievoliva sempre di più. Sempre di più. E come se non bastasse c'era la 'Lista dei migliori culi della Hilltown High'. Sconcertante.









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