Be you

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Angolo autrice: 

Prima di lasciarvi leggere, vorrei fare un piccolo warning, dicendo che questa storia tratta di una tematica molto delicata, visto che il protagonista, ossia San, si trova a convivere con la sedia a rotelle, perciò se siete sensibili sull'argomento, fate attenzione e scegliete pure se seguire o meno questa avventura. Buona lettura!

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Monotonia era il secondo nome di Choi San.

Essa circondava la sua vita, da qualche anno, ossia da quando aveva perso l'uso delle gambe, costretto a vivere su una sedia a rotelle. I suoi genitori cercavano ancora una cura o un rimedio, nonostante fosse passato del tempo, troppo, secondo il corvino in questione, il quale trovava inutile sperare per qualcosa che ormai non c'era più e non si poteva riavere.

Tutto era accaduto per un banale incidente, davanti alla scuola in cui il ragazzo studiava. All'epoca aveva avuto solo quattordici anni e l'unica sua colpa era stata quella di attraversare le strisce bianche, come un qualsiasi bravo pedone, nel momento in cui gli era stato dato il giusto segnale dal semaforo. Proprio in quell'istante, un uomo ubriaco aveva fatto capolino sul giovane, con la sua auto e aveva preso in pieno i suoi arti inferiori.

La città aveva cessato di vivere per qualche minuto, troppo sconvolta da quel tonfo e dalla vista di quella sciarpa bianca, ormai segnata dal sangue dello scontro, che lentamente si faceva strada sull'asfalto e abbandonava il suo proprietario minorenne. L'accaduto aveva fatto il giro di Seul ed era finito persino nei servizi dei TG locali. Ovviamente San, per evitare il peggio, era stato portato d'urgenza in ospedale ed era stato soccorso subito, ma ciò non aveva cambiato il corso degli avvenimenti, visto che la brutta e tanto temuta notizia venne lo stesso alla luce, al risveglio del quattordicenne.

Quella fu l'ultima volta in cui la felicità del corvino fece lui visita. Il comportamento del ragazzo, infatti, cambiò radicalmente. Quel giovane dai tratti felini, dagli occhi pieni di energia, dal sorriso facile, adornato persino da un paio di fossette e dalla risata cristallina, divenne apatico, silenzioso, scontroso. Le iridi diventarono come delle rose appassite, che a causa del freddo, avevano perso il loro vero colore e la loro essenza. Ogni anno che passava, una pagliuzza chiara ​scompariva, lasciando il posto all'oscurità.

Al principio, gli amici provarono a tirar su il morale di San in tutti i modi, cercando di fargli vedere la bellezza del mondo, ma ogni tentativo risultò vano, a causa della nuova personalità del corvino. Di conseguenza, il neo-diciottenne, perse molte amicizie durante i primi mesi, rimanendo solo, con poche persone accanto, ovvero coloro che lo conoscevano fin dall'infanzia e che avevano saputo mettersi nei suoi panni, volendogli bene.

-Sveglia tesoro, oggi è un giorno speciale. - sussurrò una voce, contro l'orecchio di San. Quest'ultimo emise un sospiro pieno di stanchezza e fatica, come se non avesse appena concluso le ore di sonno.

-Nessuna giornata è speciale per me, non più. - rispose secco il giovane, voltando il capo dalla parte opposta a quella in cui si trovava ​la madre, chinata verso il letto del neo-diciottenne.

La figura femminile osservò il figlio con le labbra serrate, per farsi forza e non scoppiare in lacrime. Non sopportava quel tipo di affermazioni, perché non erano sue, non gli appartenevano. Il suo San avrebbe riempito la casa di risate, avrebbe trovato straordinario persino un microscopico dettaglio. Era doloroso vedere le porte della sua gioventù completamente chiuse, con un lucchetto, come se non ci fosse via d'uscita.

-Piccolo, ma oggi diventi maggiorenne! I tuoi amici ti avranno sicuramente organizzato qualcosa e anche noi. - disse ancora la madre, provando a far scattare qualche scintilla all'interno del corpo del corvino, che sembrava non voler più brillare.

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