Un eco saltellante di grida perforò ogni angolo dell'edificio scolastico, palpitando dal basso verso l'alto alla medesima maniera in cui balzò da sinistra a destra, sfumandosi nell'aria e facendo perdere ogni traccia di sé stesso. Esso non aveva delle radici o delle origini, dato che non si era scoperto il nome del suo creatore; difatti, lo si vedeva vagare incessantemente, privo di una vera dimora e di chiunque potesse controllarlo. Sfuggiva, assomigliando, nei suoi tentativi, ad una saetta che squarciava le bocche di chi lo imitava felicemente, affamato di conoscenza, di ciarla e di rumors. Nonostante il caos evidente, le orecchie del ragazzo sulla sedia a rotelle udirono un richiamo fortissimo che sotto la dicitura di "Wooyoung" apparve come un canto di sirena, ma che in realtà si trattava della suoneria squillante e vibrante del suo cellulare. Un bravo marinaio sapeva perfettamente che un tale appellare avrebbe dovuto essere evitato, allontanandosene il più possibile e sventandone la caduta in tentazione, però il neo-diciottenne non sembrò cosciente o sicuro del suo ruolo, perché quelle vesti le percepiva strette, troppo ordinarie per un'esistenza come la sua, che era si monotona, ma instabile nella sua bellezza, invero si sentiva più vicino alla figura di un pirata che alla prima citata. Chi praticava la pirateria non era perfetto, sano, in forma, con tutti gli arti a posto, bensì aveva un occhio mal funzionante o n'era direttamente privo, di base. Non c'era film, libro, rappresentazione che non riportasse tale mancanza. Piu l'esperienza piratesca aumentava, più si aggiungevano cicatrici o carenze, tra queste vi era la perdita di un vero e proprio arto che poteva comprendere un dito, una mano, un braccio e persino una gamba. Già, un bel pezzo di coscia o di caviglia perso in qualche duello o sfida era sintomo di enorme orgoglio e veniva omaggiato con decorazioni, rendendo la parte lesa più visibile. San avrebbe voluto esser nato in un mondo parallelo in cui c'erano i pirati, magari in un'ipotetica isola che non c'è o per lo meno nella loro epoca d'oro, così da poter vantarsi della sua condizione fisica e sentirsi appagato. In quelle circostanze, di sicuro avrebbe vissuto mille avventure e non si sarebbe dovuto preoccupare di strutture adeguate su cui salire e scendere, trascinandosi le catene della fame dell'ebbrezza della gioventù. L'unica caratteristica esistente che accomunava un pirata a San era quella di non aver nulla di cui esser privato, andando contro tutti i principi sociali imposti, invero proprio come uno di loro, il corvino rispose alla chiamata, infischiandosene dell'imminente inizio delle lezioni.
-Pronto? - disse, toccandosi il viso con un paio di dita, come se stesse indossando una tipica toppa nera sull'occhio e potesse avvertirla. Ne sentiva il coraggio.
-Ehi, bel figaccione di Wattpad. Oggi porti di nuovo i pantaloni da tuta grigi? - chiese il giovane dall'altro lato della cornetta. Si percepiva che stesse sorridendo durante la domanda.
-NON HO NESSUN PANTALONE! - rispose di getto, preso dall'evidente imbarazzo, laddove non pochi si voltarono nella sua direzione, a causa del volume eccessivo.
-Ah, sei nudo? Nemmeno la sedia a rotelle ferma le perversioni eh. - scherzò Wooyoung, emettendo uno scoppio di riso simile a quello di una iena che però, contagiò il corvino.
Le risate non avevano un rapporto stretto con il neo-diciottenne. Forse, un tempo, ma dall'incidente avevano deciso di allontanarsi. Tutt'oggi ancora non era ben chiaro chi tra i due litiganti avesse dato lo start a quel circolo vizioso; era certo solo che quella vibrazione poco familiare alle sue corde vocali si espanse sottoforma di sostanza felice nei suoi arti.
-No, sarei direttamente a casa tua, se fossi in quelle condizioni. - osò controbattere, tirando fuori una spavalderia da leone, almeno secondo i suoi standard. Per un attimo ebbe l'euforia del suo vecchio sé stesso.
-Are you flirting with me? Choi San, ho fatto bene a rubarti il numero. - portò avanti il gioco il biondo, il quale si palesò di fronte all'entrata del liceo, con un ghigno, di chi sapeva esattamente cosa faceva, stampato in faccia.
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Fix you
FanfictionMonotonia era il secondo nome di Choi San. Essa circondava la sua vita, da qualche anno, ossia da quando aveva perso l'uso delle gambe, costretto a vivere su una sedia a rotelle [...]