Milk-shake lips

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Leggerezza. Era una parola, che non aveva utilizzato, per un lunghissimo lasso temporale, nella descrizione delle pagine della sua vita quotidiana, solitamente pesante quanto un enorme masso portato sulle spalle e se vogliamo dirla tutta, anche sulle stesse gambe, vista la situazione. Era una giornata da datare, perché, forse, sarebbe stata la prima e l'ultima consolazione di una già esistente serie, che molto probabilmente sarebbe terminata in tragedia, influenzata dal pessimismo, ormai cliente fisso della filosofia, del protagonista del telefilm. Il regista e lo sceneggiatore dovevano essere dei masochisti, se perseguivano a girare e a scrivere scene simili, dove la tristezza e la monotonia erano capitane assolute. A San, generalmente, importava poco, visto che solitamente l'unico pubblico era formato dai suoi famigliari e dai pochi amici, numerabili sulle dita di una mano, che possedeva, ma per una volta, aveva ricevuto un ospite speciale, una sorta di co-star, che in meno di un paio d'ore, era riuscita a dare un tocco meno drammatico alle sue puntate: Wooyoung, un ragazzo, che, per ironia della sorte, avrebbe dovuto, al principio, essere una semplice comparsa sullo schermo, discreta, silenziosa, inosservata e invece, si era trasformato e rivelato più irremovibile e rumoroso della stessa sedia a rotelle, su cui era seduto il main character, almeno per quanto riguardava quello specifico ed eccezionale giorno; le cui ventiquattro ore, San, le trascorse lontano dal solito copione, che aveva imparato a memoria, negli ultimi anni e sperimentò l'ebbrezza dell' improvvisazione, a cui era abituato prima, che succedesse quel maledetto incidente, in cui perse una parte di sé, poiché il corvino era un tipo, che precedentemente viveva alla giornata e cercava di sfruttare il centesimo di ogni secondo. Un tempo era stato il classico giovane perfetto, dall'esistenza impeccabile e dal sorriso costantemente presente sulle labbra; un esempio di energetico cliché vivente, in poche parole. Ora, al contrario, veniva considerato da molti l'emblema della giovinezza oramai sfiorita, tranne che per i genitori del neo-diciottenne e forse, per il biondo, che ne aveva raccolto un piccolo petalo caduto, custodendolo durante la loro compagnia reciproca.

Non era bastato un solo milk-shake, dopo il primo brindisi, ne avevano ordinato un altro, però condiviso, con l'aiuto di un paio di cannucce mutuamente uguali ed ora si ritrovavano faccia a faccia, a fissarsi, tanto che San stava studiando ogni centimetro della pelle del ragazzo, cercando di contare i nei presenti, soffermandosi esageratamente su quelli posati delicatamente sulle labbra, come se fossero ciliege di cioccolato, da mordere su quel mare di zucchero roseo.

-Avrebbero dovuto consegnarci un paio di colore diverso, potremmo scambiarle per sbaglio così. - commentò il corvino, percependo il sudore sul palmo delle mani e sulla fronte, ogni volta, che l'occhio cadeva sulla bocca dell'altro, come se fosse piena estate.

Wooyoung lasciò scivolare il tubo in plastica, con un movimento così fluido e naturale, che San ne rimase ammaliato, forse anche visibilmente troppo, dato che involontariamente ne mimò l'azione, vergognandosene subito dopo.

-Ci siamo scambiati il tuo medesimo sperma, quando ci siamo conosciuti e ti preoccupi di una semplice contaminazione di saliva? - rispose il chiaro, alzando un sopracciglio, guardando San con un certo divertimento, nei suoi confronti, che giocava sugli angoli spigolosi del viso dello stesso biondo.

Il corvino era un ragazzo forte, distaccato nella maggior parte delle circostanze, deciso, arcigno, ma sotto sotto sembrava nascondere un lato dolce, troppo lontano dalla superficie, che mostrava, infatti, le sue pupille divennero umide, come se provasse imbarazzo, però non volesse farsi notare.

-È un contesto diverso.- rispose San, approfittando del fatto che Wooyoung fosse lontano dal drink, per prenderne un sorso e concentrarsi su un altro punto, che non fosse il volto dell'altro.

-Oh sì, certo certo.- ribatté il biondo, non cambiando affatto l'espressione, che stava già indossando, poggiando un pugno chiuso, sotto al mento.

Era proprio una figura affascinante da guardare, con i suoi zigomi alti e la forma felina, in cui erano incastonate le iridi. Wooyoung ne aveva conosciuti di uomini affascinanti, per non parlare di ragazzi, ma San era bello, bello nel pieno senso della definizione, a trecentosessanta gradi, senza "però", senza "particolare, ma", niente di tutto questo. Era un modello, senza filtri modificatori e il fatto che fosse seduto su una sedia a rotelle, non faceva altro che aumentarne lo splendore, come se fosse un caso speciale.

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