Day changes

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Il suono di tacchi a spillo, appartenenti ai visitatori del negozio, non cessò di echeggiare per le piastrelle lucide, del pavimento del sexy shop, ispezionato, a quanto pareva, da una moltitudine di donne, le quali erano momentaneamente presenti in quantità maggiore, rispetto agli uomini. Se non fosse stato per la tipologia della bottega, si sarebbe pensato di trovarsi dinnanzi ad una parata dell'esercito, a causa del ritmo deciso e costante della camminata della clientela in questione. Quel baccano fu l'unico rumore, che percepì il malcapitato, il quale non riuscì a udire altro, se non quell'intenso perseguire di tensione e fretta ticchettante, che non fece che bloccare il flusso dei suoi pensieri, facendolo rimanere immobile. La commessa gli aveva rivolto una semplice domanda, eppure San non aveva la minima capacità di formulare una frase di senso compiuto e si ritrovò a boccheggiare, con lo sguardo spalancato puntato sulla giovane dalla chioma rossastra.

-Se non mi da almeno un indizio, non posso aiutarla. - rincarò la dose, la ragazza dai capelli rossi, grattandosi il pollice sinistro contro quello della mano opposta, con fare imbarazzato e nervoso allo stesso tempo.

Il corvino si bagnò le labbra, alla disperata ricerca di un modo per avere qualche suggerimento o escamotage, che ovviamente non arrivò.

-Mi-mi servono dei ...lubrificanti. - sussurrò, senza quasi un filo di voce, come se avessero appena tentato di strozzarlo.

La commessa gli dedicò un sorriso forzato, di quelli che si fanno quando si è appena affrontato un qualcosa di difficile e si cerca di andare avanti; lo si poteva definire "dolorante".

-Mi scusi, potrebbe ripetere? Non ho afferrato. - disse, attirando l'attenzione di alcuni nuovi passanti, che avevano appena fatto capolino nel sexy shop e San odiava avere troppi occhi su di sé, perciò in preda al potere dei nervi, non affatto saldi, ebbe una reazione impulsiva.

-VOGLIO DEI LUBRIFICANTI! - urlò, infatti, facendosi sentire una volta per tutte, persino da chi non doveva ascoltare nulla, ossia metà reparto.

Se prima aveva ricevuto abbastanza occhiate indesiderate, ora le aveva triplicate e per di più i clienti si erano fermati proprio per osservare chi aveva gridato in quel modo. Il loro procedere non era curioso, divertito, ricco di pettegolezzo, ma indecente, poiché una volta, che scoprivano dell'identità della persona emanatrice, si poteva scorgere una sorta di malizia nei loro occhi, un certo giudizio; le loro espressioni facciali parlavano al posto della loro bocca. Prima che San potesse dare sfogo al proprio impaccio, la giovane batté i palmi all'unisono e sembrò ghiacciare i bollenti spiriti, almeno per qualche secondo, facendo concentrare il cervello del neo-diciottenne, sulla figura della ragazza dalle lentiggini spruzzate in viso.

-Perfetto. In che gusti li preferisce? - chiese quest'ultima.

-Cocco, fragola e vaniglia. - rispose prontamente, quasi come un robot, solo perché, per tutta l'attesa, non aveva fatto altro che ripetere le parole, di Wooyoung, nella testa.

La giovane annuì e visibilmente sollevata di aver avuto un'esplicita risposta verbale, senza fraintendimenti, scattò subito all'azione, dirigendosi verso dei grandi scaffali, di colore porpora, ricoperti di una strana sostanza, che rendeva la superficie ricca di brillantini e dai quali pescò dei prodotti, che assomigliavano ai tubetti più grandi, che utilizzava San, per dipingere. Il corvino non aveva idea, che un gel intimo potesse raggiungere tale misura.

-Eccoli qui. Sono ventinove won. - disse, andando poi verso la cassa, che si trovava accanto.

Lo studente allungò una mano in direzione della tasca laterale e prese il portafoglio, pagando.

Nel bel mezzo dell'emissione della ricevuta, la commessa sprigionò una piccola risata, come se fosse una di quelle amiche, con cui si poteva spettegolare su qualsiasi cosa, proprio perché sapevano tutto di tutti.

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