La scienziata mi portò in una stanzetta, con due letti, uno a castello e uno singolo. Erano messi in fondo alla stanza, il primo occupava quasi tutta la parete, il secondo era messo per lungo nello spazio che rimaneva. Seduti sui letti c'erano altri due cyborg, indossavano una lunga veste bianca che si annerriva man mano che si avvicinava all'altezza del ginocchio, con maniche lunghe fino ai gomiti, sulle spalle il logo della C.L., indossavano degli stivali neri e una bandana rossa al collo. Anche loro avevano orecchie e coda, uno marroni l'altra bianche.
"Lui è Tico, è un po' timido, ha 9 anni, faceva parte del tuo orfanotrofio. È stato adottato, e quando abbiamo aperto la fabbrica, si è offerto di parteciparvi. Tico, saluta Wolfy" ero felice all'idea che un bambino del mio orfanotrofio fosse stato adottato. Tico era un'africano dai capelli ricci lunghi fino il collo.
"Ciao Wolfy"
"Ciao Tico"
Poi la scienziata mi avvicinò ad una ragazza bionda, con lentiggini e due occhioni azzurri cielo.
"Lei Katja, viene dalla Germania, era malata di cuore e i suoi si sono offerti di farcela cin suo consenso"
"Meglio essere robot che sporca nazista" disse spregevole Katja.
"Hallo Katja" salutai
"Guten Tag Wolfy" salutò lei inespressiva.
"Bene Wolfy, fai conversazione, vengo a prendervi tutti più tardi" disse la scienziata abbandonando la stanza.
Le pareti bianche erano un po' sporche, così le toccati e vidi sul mio dito della polvere.
"Tu ti sorprendi se quvesto posto essere sporco? TS! Nicht zu machen!(niente da fare)" sbuffò Katja.
Mi avvicinai a Tico e gli sussurrai nell'orecchio
"È sempre così?" Tico rise.
"Non sempre"
Mi avvicinai timidamente a Katja per parlarle.
"Che vuoi?" chiese guardandomi con disprezzo.
"Volevo solo...chiedere...niente niente" risposi voltandomi dall'altra parte.
"Chiedi pure a me" disse Tico.
"Da quanto siete qui?"
"Io da circa 1 anno, lei non lo so, da più tempo comunque"
"E cosa si fa?"
"Alle 2 ci sono i controlli e alle 4 comincia l'addestramento e finisce verso le 6. Poi i cyborg nuovi come te vengono messi on una cella per essere messi sotto carica"
"Perciò ho una batteria?"
"Tutti ce l'hanno"
"Dove?"
"Dietro la schiena, infatti sulle spalle e sulle braccia hai come delle prese"
Tico alzò le maniche mostrandomi quelle spine. Erano come dei fori piuttosto larghi. Controllai anche su di me e effettivamente ce li avevo anch'io.
Mentre io e Tico parlavamo Katja sembrava pensierosa.
"Katja" la chiamai.
"Cosa vuoi?" si girò verso di me con uno sguardo di ghiaccio.
"Perché sei così?"
"Così come?"
"Scorbutica"
Katja si alzò minacciosa in piedi e mi guardò dall'alto al basso sistemandosi una ciocca dorata che le copriva il viso lentigginoso.
"Nazisti? Tu stai da parte loro??"
"No, all'orfanotrofio ne ho scacciata una"
"Gut...perché miei genitori sono nazisti! Loro così...RABBIA!!!!"
La cyborg sembrava impazzita di colpo e dalla schiena le spuntavano scintille. Tico si alzò e cercò di calmare la ragazza. Ella sembrava non dare ascolto, e ancora più furiosa continuò
"Devono morire tutti! Tutti! TUTTI!!! Devono crepare! Soffrire! In quvesto sporco mondo di infami loro superano tutti altri!!!" mi spaventati e mi raccolsi in un angolino del letto mentre Katja per dava olio dalla testa. Tico prese uno straccio, fece sedere la ragazza e glielo porse. Lei si pulì dal liquido.
"Scusa se sono stata sgarbata e...ya...ich habe(io ho)..."
"Du hat Recht, Katja. Sie müssen sterben(hai ragione, Katja. Devono morire)" la interruppi sorridendole. Lei ricambiò il sorriso. Poi afferrò la sua coda robotica, bianca e folta e disse
"Prossima volta tirerai mia coda"
"Ya Ma,am!(Sissignora)" risposi io.
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Dangerous
General Fiction"Buongiorno Wolfy" "Chi sei? Dove sono?" "Sono uno scienziato, spero che ti piaccia cosa sei diventata" "Cioè?" "Non sei più umana" "Se non sono umana cosa sono?" "Un cyborg"