Tsukishima Kei si è appena trasferito a Tokyo per poter frequentare l'università Imperiale seguendo la facoltà di Medicina. Un ragazzo solitario e di poche parole che può risultare anche antipatico. Qui dovrà condividere il dormitorio con Kuroo Test...
Appena finimmo di mettere a posto le nostre cose, qualcuno bussò alla porta. Ad andare ad aprire fu Kuroo. Entrò all'interno della stanza un ragazzo con occhi rotondi color oro e capelli a punta bianco-grigi con striature nere, mi ricordava vagamente un gufo cornuto.
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Abbracciò il corvino.
Kuroo:" Bro! Quanto tempo!" Disse abbracciandolo e sorridendo.
Bokuto:" anche tu mi sei mancato Bro" Rispose l'amico.
Quando si accorse anche della mia presenza, il gufo si staccò dall'altro e mi guardò.
Bokuto:" oh, quest'anno non sei più da solo. Piacere Bokuto Kōtarō. Tu sei?"
Kuroo:" è inutile Bro, non l'ha detto nemmen-"
Kei:" Tsukishima Kei" Risposi, rivolgendo un sorrisetto al corvino. Quando volevo, sapevo essere un vero stronzo.
Kuroo:" sei un bastardo lo sai?" Disse con un broncio offeso.
Kei:" ne sono lusingato" Risposi strafottente.
Appena mi girai per tornare in camera, vidi con la coda dell'occhio, Bokuto fare uno scatto fulmineo verso di me e, di riflesso, mi accucciai a terra con le braccia a difendermi. Vidi poi, attraverso i buchi lasciati liberi dalle braccia, Kuroo afferrare l'amico per una spalla e spingerlo verso di lui, facendoselo cadere addosso.
Mi rialzai velocemente e mi chiusi in bagno.
Dovevo calmarmi. Sapevo che non era lui, allora perché mi faceva così paura il solo pensiero che delle mani mi toccassero?
Mi sciacquai velocemente la faccia e mi guardai allo specchio. Vedevo solamente un ragazzo in lacrime, che ormai non mostrava più i sentimenti. Un guscio ormai vuoto. Pensai poi a come si sarebbe potuto sentire lui al mio posto, in quel determinato momento. Come aveva fatto a superarlo? Perché io non ci riuscivo?
Come a rispondere alle mie suppliche, il display del mio cellulare si illuminò. Sullo schermo un nome.
✿ Akiteru
Presi titubante il cellulare e risposi.
-Pronto Akiteru- Dissi con la voce ancora leggermente rotta.
-ehi Kei, cosa è successo? Perché piangi?- Chiese con un tono dolce. Come al solito a lui non riuscivo a nascondere nulla.