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KUROO POV.

Akiteru:" iniziò tutto quando io avevo 16 anni e Kei solo 11. Più volte avevamo sentito i nostri genitori litigare, ma quella sera, ci fu una discussione molto molto accesa. Mio fratello si trovava in camera nostra con me, e aveva paura, perché sentiva gli urli di nostra madre e gli insulti, rivolti alla donna, di nostro padre. Stavo cercando di calmarlo quando sentì uno strano rumore...lo stesso rumore secco che senti quando ti danno una cinquina in piena faccia. Corsi di sotto e trovai mia madre a terra con una mano sulla guancia. Provai a difenderla ma l'unica cosa che ricevetti, come risultato, fu il naso sanguinante a causa di quell'uomo. I giorni passavano sempre nella stessa snervante maniera, e le cose non andavano, quando poi...una mattina, al telegiornale, venimmo a sapere del suicidio di nostra madre. Nostro padre, a causa dei sensi di colpa, diventò un ubriacone e, ogni qual volta ci trovavamo nei paraggi, ci picchiava. Non importava con cosa...a me ruppe uno sgabello sulla schiena, mentre a Kei toccarono i mozziconi di sigaretta. Riuscivamo a sopportare, bastava non farci trovare in giro quando era ubriaco. Da dopo la morte della mamma, quando mio fratello non era in casa, mio padre, mi violentò diverse volte, ma finché non toccava Kei in quella maniera, a me andava bene soffrire per entrambi. Una domenica pomeriggio ebbi una partita importante di pallavolo e dovetti assentarmi da casa. La sera, quando tornai, trovai Kei seduto in un angolo della nostra camera...aveva le gambe al petto e la testa fra le braccia. Mi avvicinai per poter capire meglio cosa fosse successo, ma appena lo toccai lui iniziò a piangere e ad urlare di smetterla, che lui non voleva e che faceva male. Aveva solo 11 anni la prima volta che fu violentato. Cercai di proteggerlo ma non ci riuscì. A causa degli impegni e delle scuole diverse i nostri orari non combaciavano e ci ritrovavano sempre da soli a casa con quella feccia. Una sera, quasi due anni dopo l'inizio della vicenda, tornando a casa dalle ripetizioni serali che davo ad una ragazza, trovai la polizia e l'ambulanza davanti casa mia. Corsi fin lì e quello che vidi mi lasciò senza fiato. Kei era morente sulla barella, mentre quel mostro di nostro padre, dentro la volante della polizia. Scusa...non ci riesco a dirti cosa gli fece, se vorrà te lo dirà mio fratello al momento opportuno"
Disse oramai in lacrime.

Gli strinsi la mano cercando di fargli capire che gli ero vicino.

Kuroo:" il vostro rapporto come è?"
Chiesi cercando di capire meglio.

Akiteru:" lui è sempre stato molto chiuso, ma dopo quell'episodio, divenne solamente l'ombra di se stesso. Ho paura di fargli del male. Era così felice quando venne a sapere che avevo superato tutto e mi ero fidanzato con Akira, che adesso non trovo la forza di dirgli che è finita quasi un anno fa e che ho ritrovato l'amore in un ragazzo. Forse lo conosci per fama...viene soprannominato il Piccolo Gigante"
Disse con un sorriso amaro.

Kuroo:" si lo conosco e sono convinto che Kei sarebbe felice di vederti finalmente star bene"
Dissi sincero.

Akiteru:" grazie Kuroo. Sono felice che Kei abbia te accanto"

Sentimmo poi una voce che chiamava Akiteru.

Tenma:" Akiteru!"

Vedemmo un un ragazzo bassino arrivare verso di noi. Aveva dei capelli neri e ricci con due occhi grigi scuro.

 Aveva dei capelli neri e ricci con due occhi grigi scuro

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Ciò Che Non Mi Ha Ucciso Mi Ha FortificatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora