Capitolo 23

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Victoria si staccò di colpo, invasa dal senso di colpa.

Stava con un ragazzo fantastico, che la amava più di chiunque altro.
Dopo tutti quei mesi passati insieme a Marco pensava finalmente di averlo dimenticato, Damiano.

Ma è impossibile dimenticarlo, uno così.

Poteva reputarlo un semplice errore dato dal troppo alcool, cosa che probabilmente era per Damiano, un bacio di cui la mattina dopo si sarà già scordato, un gesto così dimenticabile, ma non lo era per lei.

Finalmente Victoria aveva trovato la persona giusta, quella persona che si trova solo una volta nella vita, il ragazzo che tutte vorrebbero, ma lei non era come tutte le ragazze.

Quello era stato il bacio che aspettava da sempre, le sue labbra, la sensazione di quelle mani sul suo corpo, i cuori sincronizzati.
Aspettava questo momento da tanto, allora perché faceva così male?

Nella sua testa continuava a comparire l'immagine del suo ragazzo, così innamorato di lei e allo stesso tempo così cieco.
Aveva illuso lui e se stessa.

Forse avrebbe potuto essere davvero felice con Marco, ma come faceva a esserlo se non con la persona che amava davvero?

Lei aveva perso la testa per l'unico con cui non avrebbe mai potuto funzionare.
Come faceva a non sentirsi solo una delle tante?
Con Marco non era così, lei era l'unica. Era il suo universo, il suo punto fisso.

Damiano cambiava una ragazza ogni mese, senza sentimenti e senza impegni.
Emma era stata l'unica dopo tanto tempo, ma nemmeno quella storia sembrava essere finita bene.

Forse il motivo per cui sentiva questo peso sul cuore era che avrebbe rifatto lo stesso sbaglio milioni di volte, pentendosene ogni volta ma ricommettendolo ancora e ancora.

Si alzò, prese la sua borsa dal muretto e corse via, Damiano la fissava senza dire nulla.

Stava uscendo dal cancello quando vide Ethan seduto a un tavolino in giardino. Corse da lui.
"Vic che succede?" chiese vedendola in quelle condizioni.
La ragazza stava cercando di trattenere le lacrime, senza riuscirci troppo bene.
"Puoi portarmi a casa?" sussurrò con la voce che tremava.
"Certo, andiamo".
Le mise una mano dietro alle spalle e la portò alla macchina.

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