Capitolo 1

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La sveglia suonò alle sette precise, e Shirabu si affrettò a spegnerla, prima di rigirarsi nel letto con un borbottio.

Aprì gli occhi, fissando la parete bianca davanti a sé, per qualche secondo. Avrebbe tanto voluto ridipingerla di un altro colore, come viola o celeste, ma non trovava mai né il tempo né la voglia di farlo. Il lavoro era la sua più grande priorità, e lo teneva occupato per tutta la mattina. Quando finiva, si dedicava alla spesa e alle varie faccende domestiche della casa, dalle quali si staccava solamente quando si faceva sera. Era così che viveva le giornate da quando aveva terminato il suo percorso alla Shiratorizawa Academy.

Si mise seduto, sbadigliando sonoramente, e grattandosi la testa con aria assorta. Ripensò al sogno che aveva fatto, mentre con la lingua si bagnava leggermente le labbra, asciutte dalla notte appena trascorsa.

«È ora di alzarsi, Kenjiro.» si disse, prima di alzarsi dal letto e dirigersi fuori dalla sua camera.

Mentre camminava per il soggiorno, diretto in cucina, si fermò ad annusare l'aria. Un profumino delizioso gli ricordò di avere fame, e il suo stomaco brontolò sonoramente. Si affrettò a raggiungere la cucina con l'acquolina in bocca.

«Buongiorno Ken, dormito bene?»

Shirabu seguì la voce, e indirizzò lo sguardo sul ragazzo che stava vicino ai fornelli, intento a sbattere delle uova dentro una ciotola. Lo sguardo del ragazzo si sollevò per guardare Shirabu, che a sua volta fissava intensamente l'altro.

«Discretamente, se si può dire. Credo di aver fatto un sogno strano.»

Shirabu si sedette al tavolo della cucina, passandosi una mano tra i capelli castani con aria stanca. Guardò l'orologio sopra al frigo, constatando che si era svegliato da appena dieci minuti.

Il ragazzo distolse lo sguardo da Shirabu, e si girò per controllare le uova che stavano cuocendo nella padella. Si affrettò ad arrotolarle, prima di prendere il restante della ciotola e versarlo nella padella, ripentendo il procedimento di prima. Dopo qualche minuto, mise l'omelette arrotolata in un piatto e la portò a Shirabu. Kenjiro accennò un sorriso, nel vedere cosa l'altro gli aveva preparato.

«Ho pensato ti avrebbe fatto piacere mangiare i tamagoyaki per colazione. Non li preparavo da un po'.» disse il ragazzo, tornando ai fornelli e preparandone uno anche per sé. Shirabu lo guardò, nonostante gli stesse dando le spalle per cucinare.

«Sì, non sai quanto mi faccia piacere. Grazie, Wakatoshi.»

Ushijima si limitò ad annuire, tenendo lo sguardo sulle uova che sfrigolavano nella padella. Quando il suo tamagoyaki fu pronto, andò a sedersi davanti a Shirabu, osservandolo mangiare con fame.

«Spero sia venuto bene, ma presumo ti piaccia, visto come lo stai divorando.» Ushijima inarcò leggermente un sopracciglio.

Shirabu si fermò, ingoiando il boccone che aveva appena masticato. Guardò Ushijima, arrossendo leggermente sulle guance.

«È buonissimo.» disse, pulendosi la bocca con il tovagliolo. «Be', tutti i tuoi piatti sono buonissimi, a differenza di quando cucino io...»

Shirabu abbassò lo sguardo, ripensando a quando aveva quasi mandato a fuoco la cucina, nel tentativo di preparare della semplice pasta.

Ushijima lo osservò, accennando un lieve sorriso. «Però tu tieni pulita la casa, ti occupi della spesa, delle bollette. Penso sia molto di più di quello che faccio io.»

Shirabu arrossì ulteriormente, e fissò l'omelette nel suo piatto. Spostò nuovamente lo sguardo sul ragazzo, e disse: «Siamo bilanciati, in un certo senso.»

Ushijima annuì, riprendendo a mangiare, e con lui Shirabu. Finirono la colazione in silenzio, ascoltando il rumore delle macchine e gli uccellini che cinguettavano fuori dalla finestra.

Ushijima ripulì i piatti, e Shirabu si affrettò ad andare in bagno per farsi una doccia. Dato che erano quasi le sette e mezza, optò per una doccia veloce. Mentre si lavava, pensò alla giornata che lo aspettava a lavoro, e questo gli diede una maggiore carica nel prepararsi.

Quando ebbe finito di prepararsi tornò in cucina, lanciando un'altra occhiata all'orologio. Si diresse verso il frigo per prendere qualcosa da mangiare per la pausa pranzo, rimanendo sorpreso nel trovare quattro onigiri nel proprio bento viola, con accanto un succo all'arancia.

Notò un post-it attaccato sul coperchio del bento. Lo prese, leggendolo con attenzione.

Ti ho preparato qualcosa per il lavoro, spero ti piacciano. Ci vediamo a pranzo.
Wakatoshi

Shirabu ringraziò mentalmente l'amico, mettendo il bento e il succo nella propria borsa. Prese il giubbotto, uscendo dall'appartamento con aria rilassata, e godendosi l'aria fresca del mattino.
Era pronto per un'altra giornata di lavoro.

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