Mentre cenavano, Ushijima e Shirabu non aprirono bocca per parlare. Rimasero in silenzio, sollevando il riso con le bacchette e masticandolo piano, evitando di incrociare lo sguardo dell'altro. Shirabu fissava il bicchiere davanti a sé e la tv nel soggiorno faceva da sottofondo al loro silenzio.
Ushijima decise di parlare per primo.
«Come è andata al lavoro?»
«Bene. A te?» Shirabu guardava il riso nel suo piatto mentre parlava.
«Un ragazzino del primo anno mi ha dato qualche problema, ma per il resto è andato tutto bene.»
Shirabu annuì, continuando a fissare il riso.
«Scusa per gli asciugamani in bagno, ho dimenticato di metterli nella cesta prima di uscire.» aggiunse Ushijima.
«Tranquillo, li ho messi quando sono tornato.»
Ushijima masticò il riso, prima di parlare.
«A pranzo cosa hai mangiato?»
Shirabu sollevò leggermente lo sguardo.
«Gli onigiri che mi hai preparato per la pausa... non sono riuscito a mangiarli, lì.»
Ushijima annuì. «Ti sono piaciuti?»
«Erano molto buoni.»
«Mi fa piacere.»
Ushijima accennò un sorriso, e Shirabu si ritrovò a ricambiarlo. Ripresero a mangiare tranquillamente e Ushijima raccontò a Shirabu del pomeriggio passato con Tendo. Il castano si chiese che cosa ci trovasse in Tendo Satori, ma preferì non porre quel quesito all'altro.
Mentre ripulivano i piatti, Shirabu si ricordò di nuovo di quella mattina e decise di raccontare l'accaduto a Ushijima.
«Tu parli ancora con lui?» chiese Shirabu dopo aver finito di raccontare, e nel mentre finiva di lavare i piatti.
«Sì. Parliamo spesso per messaggi, e la scorsa settimana siamo andati a prendere un caffè insieme.» Ushijima sistemava le posate nel cassetto, con l'obbiettivo di andare a farsi una doccia rilassante.
«E ti ha mai chiesto di... me?» Shirabu lo fissò attentamente.
«Qualche volta, per sapere come te la passavi.» Ushijima finì di riordinare e ricambiò il suo sguardo.
Shirabu annuì, mordendosi il labbro. Non sapeva come reagire a quello che Ushijima gli aveva detto. Con Semi non parlava da anni ormai, e sapere che chiedeva di lui lo lasciava parecchio confuso.
«Se vuoi posso darti il suo numero, così puoi parlarci quando ti va.» Ushijima incrociò le braccia al petto, osservando l'espressione del più piccolo.
Shirabu scosse la testa, riprendendo la sicurezza che per un attimo aveva perso.
«No, grazie. Non mi interessa parlarci.»
Si allontanò, tornando in soggiorno e spegnendo la tv. Ushijima lo aveva seguito, e continuava a guardarlo con interesse.
«Davvero? A me pareva il contrario.» Ushijima accennò un sorriso divertito.
Shirabu sbuffò, girandosi verso di lui. «Senti, ero semplicemente curioso, tutto qua. E adesso, credo che andrò a dormire. Buonanotte, Ushijima-san.»
Shirabu si allontanò nel corridoio, infilandosi nella propria stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
«'Notte, Kenjiro.» Ushijima accennò un altro sorriso, prima di dirigersi in bagno e farsi una doccia bella calda. Quando finì tornò nella propria camera, mettendosi il pigiama e addormentandosi poco dopo.
La mattina dopo, Kenjiro fu il primo a svegliarsi e si diresse in bagno per fare una doccia mattutina.
Si insaponò i capelli con il suo shampoo al cocco, mentre canticchiava una delle sue canzoni preferite: Dandelions di Ruth B.
Dopo la doccia, si diresse in cucina per la colazione, trovando Ushijima seduto al tavolo che guardava il proprio telefono mentre beveva una spremuta d'arancia. Sembrava contento e Shirabu notò il grande sorriso sulle sue labbra.
«Posso essere partecipe del tuo buonumore?»
Shirabu lo guardava curioso, mentre prendeva dalla mensola una scatola di mochi confezionati.
«È Tendo, mi ha mandato uno sticker divertente.» si limitò a dire Ushijima, lasciandosi scappare una risatina un secondo dopo.
Shirabu roteò gli occhi, ma in realtà era felice di vedere l'amico sorridente. Ushijima non sorrideva quasi a nessuno, e se lo faceva bisognava considerarsi fortunati, ma addirittura ridere... Quel Satori doveva essere davvero speciale se riusciva a far ridere Wakatoshi Ushijima.
Ushijima si voltò verso Shirabu, spegnendo finalmente lo schermo del telefono. Lo guardò, mentre il castano mangiava un mochi con aria stanca.
«Oggi torno, per pranzo.» Ushijima prese il bicchiere e bevve un sorso di spremuta.
Shirabu annuì, felice di quella notizia. «Cosa prepari per pranzo?» disse, addentando il mochi.
«Sembra che mi consideri solo per quello.» rispose Ushijima, ma era divertito.
Shirabu smise di mangiare, non cogliendo il suo tono scherzoso. Si sentì improvvisamente in colpa, e l'appetito gli passò di colpo.
«S-scusami, non volevo dire...»
Ushijima si era già alzato, piazzandosi al suo fianco. Gli scompigliò i capelli, guardandolo negli occhi.
«Non intendevo sul serio, tonto. Lo so che mi vuoi bene, a prescindere da come cucino.»
Shirabu si rilassò e accennò uno sguardo divertito. «Be', diciamo che anche il tuo modo di cucinare definisce il mio volerti bene.»
Ushijima scosse la testa, come a fingersi rassegnato. Osservò Shirabu finire rapidamente il mochi che aveva in mano.
«Comunque, sarà il caso che vada a prepararmi.» aggiunse Shirabu, mentre riponeva i mochi al loro posto.
«Non vuoi nient'altro per colazione?» Ushijima lo guardava, restando fermo accanto al ripiano della cucina.
Shirabu si portò un dito sul mento, come a riflettere. «Be'... forse un tamagoyaki potrebbe soddisfarmi meglio.»
Ushijima rise, lasciando Shirabu leggermente a bocca aperta. Il ragazzo aprì il frigo per prendere le uova.
«Dai, siediti che te lo preparo.»
Shirabu sorrise, sedendosi con soddisfazione al tavolo della cucina.
Note dell'autore
Hey :3
Spero che la storia vi stia piacendo
Buona lettura :)
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Gli opposti si attraggono|Semishira|
Hayran KurguSono passati sei anni da quando Shirabu Kenjiro ha terminato gli studi alla Shiratorizawa Academy. Ora lavora come pediatra a Tokyo, e non potrebbe volere di più dalla vita. Tutto cambia quando, per caso, Semi Eita entra a far parte della sua vita...