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Pov's Soleil
È mattina presto e io già sono sveglia da un pezzo.
Alla fine ho dormito nel letto giù, anche se non mi trovo.
Il cosiddetto "boss" sta ancora dormendo, e dato che io mi sto rompendo i coglioni, voglio dargli fastidio.
Prendo un po' d'acqua e gliela butto addosso violentemente.
"SVEGLIAAAAA SUUUU" urlo tantissimo.
Forse ho svegliato anche gli altri.
"OH MA SFACCIMM FAIJ NE STRONZ?" urla lui scendendo dal letto con violenza.
"Buongiorno" dico solamente.
"NO BUONGIORN O CAZZ" urla per poi mettermi le mani al collo.
"C-ciro n-non r-respiro" dico con voce strozzata.
"Prmiett nata vot e a prossima vot, t facc murí" dice lasciando la presa per poi entrare in bagno e sbattere la porta violentemente.
Mi tocco la gola con delicatezza.
Accidenti, è violento.
"Nu poc ij cipria e pozz ij a fa colazion" dico.
Metto la cipria in faccia per poi uscire e avviarmi in mensa.

Pov's Ciro.
"Ma c cazz vo chella stronz? Na capit ca c schiatt a crvell?" Dico parlando da solo.
Mi metto di fronte allo specchio e espiro e inspiro per poter portarlo regolare.
È solo il primo giorno e già mi sta dando fastidio.
Ma io con le buone o con le cattive glielo farò capire, che deve avere la testa apposto soprattutto con me.
Non agirò ancora, voglio vedere dove arriva, e da lì la mia vendetta avrà inizio.
Mi vesto per poi incamminarmi verso la mensa.
Quando entro la vedo seduta in un tavolino da sola, ma a me questo non importa.
"Oh uagliú" mi avvicino ai miei cosiddetti "scagnozzi"
"Edoà vamm a piglià na mel" ordino ad Edoardo
E lui così fa.
Non smetto di fissarla.
È davvero carina.
Ma stronza.
E questa cosa non mi piace.
Perché lei non ha paura di me?
"Uagliú na domand" dico d'un tratto sempre mentre la fisso.
"Ric" insiste totò.
"Ma ij sto prdenn e colp?" Chiedo per poi guardarli.
"Ciro scus in che senso perdendo i colpi?" Chiede pirucchio.
"Faccio paura? O sto addivntann sul nu can e pecr?" Chiedo.
"O Cí ma overament faij? Uagliú purtat nu poc acqua e zuccr" dice Totò scherzando.
Sorrido senza mostrare i denti.
"Ciro nun è over, tu faij paur. Nun vir ca e person acaln a cap quand t vern? Ua tu si nu mostr" mi abbraccia Edo.
Ricambio.
"È over Cirú, faij paur" dice pirucchio.
"Maserij o frat si o chiú feroc" dice Pino
"Grazij" dico a tutti sorridendo.
"Ciro semp si pozz chiedr" dice Pino
"Ric" dico guardandolo.
"Ma chi è ca nun ten paur e te?" Chiede.
Faccio cenno con la testa, alla ragazza che ho di fronte.
Tutti si girano.
"Chell?" Dice Edoardo.
Annuisco.
"Ua Cirú chell è na mccos. Nu par i mazziat e s sistem" dice Pino.
"Chell già stammatin ma rutt o cazz" dico mordendo la mela in modo rabbioso mentre la guardo.
"Ma ittat l'acqua nguoll. E nisciun se maij prmis e fa chest, o sann comm va a frní" dico guardandoli.
"E allora pkke nun è fatt a stessa cos cu ess?" chiese pirucchio.
"Pkke sto aspettann o mument giust pa fa suffrí. Vuij ma ta ra na man" dico guardando negli occhi
"Semp a disposizion ossaij" dice Totò dandomi una pacca sulla spalla.
Sorrido sadicamente.
Mia piccola Soleil, mi spiace ma l'hai voluto tu.
Entra il comandante, che ci squadra a tutti uno per uno.
"Buongiorno jamm stammatin ata essr energici, tnimm nu sacc e cos a fa" dice lui urlando.
Vedo che poi si avvicina a Soleil.
Mi sistemo meglio sulla sedia per intromettermi meglio nella discussione.



Pov's Soleil
Siamo in mensa e Ciro mi guarda malissimo.
Morde la mela in modo violento per poi guardarmi.
L'avrò fatto arrabbiare?
Mi passa per il cazzo.
Deve portarmi rispetto.
Improvvisamente entra il comandante
"Buongiorno muvimmc ca stammatin ata essr energici, tnimm nu sacc e cos a fa" urla.
Mi guarda per poi avvicinarsi a me.
"E tu chi sij?" Domanda.
"Piacere sono Soleil" dico per poi continuare a mangiare.
"E c c faij tu ca Soleil?" Chiede.
"Ricintancell a direttric" dico.
"C vo ricr?" Chiede.
"Ess ma mis ca. Aro stann e femmn nun c sta post" dico.
"Mi auguro per te di andarci presto, chist nun è nu post p te. Specialmente pke c sta Ciro" dice il comandante.
Ancora con Ciro?
Ma chi cazzo è questo che mette timore anche ad una guardia?
"V mttit paur i chill?" Lo indico con la mano.
Per fortuna è girato, e non mi vede.
"No, c mancass. E sul ca a accis a na uardij e a ferit nu cumpagn ro suoij, quindi statt accort" dice per mettermi in allerta.
Okay adesso perdo le staffe.
"MA OVERAMENT FACIMM? MA IJ VULESS SAPÉ PKKE CHIST ESSA FA METTR PAUR" dico alzandomi di scatto dalla sedia e avvicinandomi a Ciro.
Vedo che mi guarda con uno sguardo maligno.
"POZZ SAPÉ PKE CIRO V FA PAUR?" urlo a tutti nella mensa.
Nessuno risponde.
"PKKE NUN RISPUNNIT? AVIT PAUR CA V TAGLIJ A LENGUA?" urlo ancora di più.
"SOLÉ BAST" urla il comandante.
Vedo che uno grasso si sta per alzare per aggredirmi, ma Ciro lo ferma con la mano.
"Sit tutt quant sottomess a chist? Beh ij no, quindi sappi ca si tuo m vuo accirr, nun c riesc" mi rivolgo a Ciro per poi uscire dalla mensa arrabbiata.
Mi avvio verso il campetto dove trovo finalmente le ragazze.
Ma non ci faccio caso.
Adesso sono troppo arrabbiata per pensare a fare amicizia.
Mi siedo sulla panchina e metto le mani sulle tempie.
"Ciao" sento una voce alle mie spalle dall'aria simpatica.
Mi giro e vedo una ragazza dall'aria zingara.
Indossa una gonna lunga, una maglia rossa e una giacchetta di jeans sopra.
Lo stile è morto per lei.
Ha gli occhi azzurri e i capelli rossi con dei riflessi biondi, e degli orecchini oro.
Sicuramente nel suo caso, li avrà rubati.
"Ciao" si presenta dolcemente.
"Ciao" rispondo fredda.
Si sposta per poi entrare nel campetto e sedersi vicino a me.
"Io sono naditza piacere" porge la sua mano sorridendo.
"Soleil" ricambio fredda.
"We ma cre sta facc?" Dice lei preoccupandosi.
"Nient, e ca ca dint m rann fastidij certi cos stort" dico.
"Ad esempio?" Domanda.
"Tutt quant in da stu carcer tenn paur e Ciro. Ma sol a me m sta antipatic e nun m fa paur?" Chiedo.
"Aeeh e ca t'aggià raccontà na storij p t fa convincr" dice sistemandosi bene sulla panchina.
"Ma pkke? Pkke ij nun o sacc" dico nervosa.
"Allora partiamo dal fatto che ha ucciso il suo migliore amico a sangue freddo. Poi ha tritato il cane di uno dei suoi scagnozzi facendo trasformare i suoi organi in un ragù, e inoltre gliel'ha fatto anche mangiare. E poi ha ucciso una guardia con 10 coltellate nello stomaco. Ti dice qualcosa?" Mi guarda con un cipiglio.
Oddio.
Ha ucciso anche un cane.
Non ho parole.
"Si mi è chiaro. Ma comunque nun capisc o fatt ca adda fa paur, insomm solo alle person ca o rann fastidij, e mic tutt o carcer o ra fastidij?" Chiedo.
"No, chest no, però ti giuro ca fa paur" dice per poi guardare il vuoto.
"Chill uocchij nir, mammamij c sta o mal aint" dice per poi guardarmi.
La guardo strana.
"Comunque non parlando di Ciro, ma perché sei nell'ala maschile?" Chiede.
"La direttrice ha detto che non c'è posto" dico
"Ua che peccat, però spero vieni presto" dice lei.
Sorrido.
Potremmo essere amiche.
Ha un carattere forte si vede.
"Ciao" arriva un altra ragazza.
"io sono Silvia piacere" dice sorridendo.
"Soleil" sorrido.
"Senti ma qualche volta mi fai vedere quello che hai in valigia? Giusto per vedere che hai, nulla di che" dice
"No, Silvia no" dice naditza.
"Ja ma statt zitt p na vot" dice Silvia sbuffando.
"No" dice naditza
"Pozz sapé?" Chiedo.
"Silvia è capace di dirti prestami questa cosa e poi non te la da più, la fatt pur cu me" dice
Sorrido.
"E vabbuò e c fa coccos ca nun m piac, ciò rong a ess" dico sorridendo.
"UH MARÒ GRAZIE, TI AMO" dice dandomi un bacio sulla guancia.
Sorrido
"TIÈ" dice a naditza facendo il dito medio.
Io e naditza ridiamo.
"Na pensà fa semp accussij" dice naditza.
"Avev intuit" dico finendo di ridere
Improvvisamente vedo arrivare i ragazzi, tra cui Ciro.
Non smette di fissarmi.
Prende una canna per poi guardarmi,ma prima che la mette alla bocca, la spezza con un mano facendo un ringhio con la faccia.
"Nadí ma c vo?" Chiedo a lei.
"Ah ah quand fa accussij nun è nu buon segn" dice lei.
"Ua stat accis" dico mettendomi con la schiena alla rete
Me ne infischio.
Vuole farmi del male? Bene io sono pronta.
Improvvisamente si alza e si avvicina a me.
Guarda me e poi Naditza che gli fa segno con la testa di andare via.
Naditza si alza e va via mentre lui prende posto vicino a me.
Si mette anche troppo vicino.
"Sij fort" dice solamente mentre aspira la canna
"O sacc, pur tu" dico mentre guardo davanti.
"Però si nu poc ribell e a me sti person nun m piacn" dice guardandomi negli occhi con rabbia.
"E t le a fa piacé, dato che ammà sta in da cell assiem" per poi girarmi e guardarlo finalmente negli occhi.
È davvero bello però.
"Si ma a cell è a mij, quindi sbatterti fuori nun è difficl" mi guarda davvero male.
Sembra assatanato.
"Provaci" dico girandomi di nuovo.
Lo sento sospirare per poi continuare.
"O saij comm song ij? Comm o fuoc. Sij m tratt buon, saprò riscaldarti e tenerti mia, ma si m tratt mal, ti bruci" dice per poi alzarsi e andare via.
Ha una camminata davvero sexy.
Ma questo non tollera le sue frasi pietose.
"Vogliamo giocare Ciro Ricci? E giochiamo" dico facendo un sorriso malizioso.
"Ragazzi seguitemi il laboratorio" urla Liz.
Noi ragazze e ragazzi la seguiamo fino ad entrare dentro.
"Allora lei si chiama Teresa, vi spiegherà delle attività che faremo in questi giorni con lei" dice Liz.
"Ua Teresa sij na pret" dice Totò.
Lei fa una faccia spaventata.
E ha ragione.
Questi sono tutti morti di figa.
"A chi spara sta figur?" Dice il grassone.
"A nessuno, o meglio è una figura astratta" dice Teresa.
"Ah?" Dice non capendo.
"T le a immaginà o grassò" urlo facendo ridere tutti.
Solo Ciro e i suoi servi non lo fanno e mi guardano male.
"IJ T'ACCIR" urla il grassone venendomi incontro ma Totò e Edoardo lo fermano, mentre gli altri si agitano.
"O pirú è na femmn, le buone maniere gliele impareremo noi piano piano" dice Totò guardandomi male per guardare Ciro con un sorriso.
Io non rispondo e avanzo vicino a Teresa.
"Possiamo continuare?" Dice Liz.
Tutti dicono si.
Guarda caso, dio mi ha fatto capitare proprio davanti a Ciro
E lui è dietro di me.
Dato che non mi accontento mai, mi avvicino e appoggio il mio culo sulla sua erezione.
Mi giro per vedere come reagisce e lo guarda mentre si lecca le labbra.
Inizio a muoverlo piano piano, senza farmi vedere.
Sento la sua erezione più vicino, segno che si è avvicinato di più a me.
Piano piano avvicina la sua bocca al mio orecchio e lo sento ansimare un po'.
"Tu staij pazziann cò fuoc nenné" dice sussurrando con voce roca.
"A me m piac" dico non facendomi sentire.
"Allora ragazzi questo lavoro inizierà domani mattina alle 8:00 quindi vi voglio puntuali intesi?" Urla Beppe l'educatore.
Nessuno risponde ma c'è chi sbadiglia e chi sbuffa.
Usciamo tutti quanti dal laboratorio e mentre mi sto andando a sedere, arriva il comandante.
"solé c stann e visit" dice il comandante.
Sicuramente saranno i miei genitori.
Mi accompagna nella sala e infatti sono loro.
Li trovi lì seduti a guardarmi con uno sguardo felice ma preoccupato.
"Solé staij ca a mamma" si alza e mi bacia la testa.
"Si mamm sto ca" l'abbraccio ma non più di tanto.
"Solé a papà comm staij vita mij" dice lui abbracciandomi.
Questa volta ricambio meglio, perché con mio padre ho un bel rapporto, mentre con mia madre è un po' casinista, cane e gatto come si dice.
"Allor che mi racconti?" Dice mio padre mentre ci sediamo sulle sedie.
"Pà c t'aggia ricr, so abituat a sta vita" dico facendo spallucce.
"Marò a cas è tutt nu casin. A drog arriv in ritard, invece quand c stiv tu er semp puntual" dice mio padre.
"E chell pke ij a chill muort i famm e facev fa e vierm" dico ringhiando.
Mio padre sorride per poi guardare dietro di me con un sorriso a dir poco malefico.
Mi giro e trovo.
Indovinate un po'?
Ciro
"Pà ma cre?" Chiedo preoccupata.
Insomma Ciro è un carcerato come tutti, perché guardarlo male?
Fa innervosire anche me, ma come sta facendo mio padre sembra che vorrebbe ammazzarlo come minimo.
"Chill o cunusc?" Mi indica Ciro con la testa.
"Si, stamm pur in da cell assiem"dico confusa.
"Pà parl c succer" esigo.
"Solé c signific staij pur in da cell assiem? Ma è capit chi è chill o nun le ancor capit?" Chiede mio padre ringhiando sotto voce.
"Si è Ciro" dico io
"Ricci" dice lui.
Cosa?
Ciro Ricci il figlio di Don Salvatore?
Conoscevo solo il più grande, ma non Ciro.
Noi e i Ricci siamo in collisione.
Chissà quante volte abbiamo scatenato stese per prenderci il posto da boss.
Ma io a Ciro non l'ho mai visto prima.
"MA TU C CAZZ STAIJ RICENN?" Urlo facendomi ovviamente sentire anche da lui.
"OE MA C VULIMM CALMÀ OGG? STAT ASCENN TUTT QUANT PAZZ?" urla Lino per poi strattonarmi via.
"SOLÉ C SNTIMM" urla mio padre.
Senza rispondere Lino mi accompagna in cella per poi lasciarmi lì.
Mi avvicino al muro e do un pugno fortissimo.
Cazzo se sono arrabbiata.
Come faccio a stare in una cella con un mio rivale.
Noi qua ci scassiamo a vicenda.
Mi tocco la mano dolente per poi avvicinarmi alla finestra e aspettare che arrivi.







Pov's Ciro
Stavo in sala colloqui a parlare con mio padre e mio fratello, e davanti a me c'è Soleil che parla con il padre e la madre.
"MA TU C CAZZ STAIJ RICENN?" urla improvvisamente facendosi portare via da Lino.
Mi giro e riguardo mio padre e mio fratello.
"Mo avit capit pke sto chiú ngazzat e primm?" Dico.
"Cirú nuij amm capit, però tu a sta uaglion gli devi insegnare l'educazione, o con le buone o con le cattive" dice mio padre.
"Eh pà agg capit, c vrimm in settiman mo aggià capí chest c sta facenn" dico alzandomi per poi salutare e andare via.
Mi avvio verso la mia cella e quando entro, la trovo girata di spalle verso la finestra.
Il suo culo è proprio bello.
Mi si stringono i pantaloni.
Anche se adesso non è questo che dobbiamo pensare.
"Si vnut" dice solamente girata ancora di spalle.
"Pke t si ngazzat?" Chiedo.
Si gira per poi guardarmi e mettere le mani sul davanzale.
"Chist nun so fatt re tuoij" dice.
Mi avvicino un po' di più per poi guardarla meglio negli occhi.
È così carina dio.
"Solé acal a cap cu me" ringhio.
"O si nó? C faij?" Chiede sfidandomi incrociando le braccia.
Con uno scatto veloce, la prendo dai capelli e la sbatto sul letto.
Prendo un coltellino da sotto il materasso e glielo punto alla gola.
"LASCIAMI" urla
"ALLOR FAIJ ANCOR A FORT ACCUSSIJ?" urlo mettendo il coltello sotto il suo collo.
"C-CIRO M-MI S-STAI F-FACENDO M-MALE" urla con difficoltà.
Gli tolgo il coltello dalla gola e faccio strisciare piano piano la punta sul suo seno e sulla gamba.







Pov's Soleil.
Sono sul letto, Ciro è a cavalcioni su di me e mi sta facendo strisciare la punta del coltello dal seno fino alla gamba.
"O saij ca si proprij tost?" Dice lui con voce tremante.
Non ci casco ai suoi complimenti.
Lo so che è un modo per manipolarmi
Ma io ovviamente uso il doppio gioco.
Mentre stavo per rispondere a tono, mi sento bruciare la gamba.
"CAZZO" urlo mentre cerco di toccarmi la gamba.
Lui per farmi aumentare il dolore preme con la mano sopra.
"AHHHHHHH" urlo ancora di più inarcando la schiena
"AIUTATEMI" urlo più forte di me
"STATT ZITT PUTTAN" mi tappa la bocca.
"C STA SUCCRENN?" sento la voce di Lino in lontananza con Gennaro.
Ciro si toglie da sopra di me e mi guarda ancora male.
"Sij ric coccos e chell c t'agg fatt, t'accir e sta vot o facc overament solé" dice ringhiando nel mio orecchio.
Gennaro e Lino entrano in cella e Lino viene verso di me, mentre Gennaro va da Ciro.
"Tutt appost?" Chiede Gennaro mentre si allontana da Ciro.
"Sisi tutt appost" dico solamente.
"Sicur? Cos'erano quelle urla?" Chiede Lino.
Gennaro e Lino non se ne sono accorti ma Ciro ha puntato dietro la mia schiena, un coltellino per non farmi parlare.
"Ehm..mh" sento la punta spingere nella mia schiena.
"No mi sono tagliata con il vetro" invento la prima scusa passabile.
"Aro sta o taglij?" Chiede Gennaro.
Gli faccio vedere il "taglio" del vetro, e loro sgranano gli occhi.
"Ua solé e tu ca te sturpiat. Vieni con me ti porto in infermeria" dice Lino.
"Vabbuò i vac" dice Gennaro per poi uscire.
"Linú" lo blocca Ciro.
Io e Lino ci giriamo e aspettiamo che Ciro parli.
"Fai medicare bene la ferita a Soleil, dato che è stata molto profonda. Potrebbe sempre riaprirsi" dice guardandomi male.
Lino annuisce mentre io lo guardo con un po' di paura.
Ma questo non vuol dire che mi farò sottomettere..
Neanche per sogno.
Anzi, me la pagherai Ciro.
Molto cara.





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