Pov's Ciro.
È sera.
Noi ragazzi siamo nel campetto, mentre le ragazze sicuramente saranno sopra, tra cui Soleil.
Quando ho scoperto che tagliando alcuni vestiti suoi, c'era anche uno della nonna, il mondo mi è crollato addosso.
Però questo non tollera il fatto che mi ha dato fastidio per tutto questo tempo.
"Uagliú vac in da cell" dico per poi avviarmi verso essa.
Quando entro trovo Soleil che dorme su un lato, ha la mano sul fianco e la testa appoggiata sul cuscino.
È bellissima anche quando dorme.
Mi avvicino a lei e mi metto alla sua altezza.
Noto che sulla faccia ha ancora le lacrime, solo che sono secche.
Avrà finito di piangere solamente adesso, e io tipo mi sento una merda.
Improvvisamente apre gli occhi e si allontana spaventata.
"Ciro vattenn" dice solamente asciugandosi le ultime lacrime rimaste.
"No, chest è pur a stanza mij" ecco che il mio orgoglio prende il sopravvento.
"E allor nun m pensà" dice solamente per poi rimettersi nel letto.
Non rispondo e mi metto anche io.
"Solé" la richiamo.
"Cre" dice antipatica ma allo stesso tempo triste.
Rimango 3 secondi zitto, ma poi parlo.
"M rispiac" dico onestamente.
È vero sono onesto.
Volevo vendicarmi, ma non sapevo che le ferivo una parte del suo cuoricino.
Sento che si alza dal letto, per poi guardarmi.
"C t piens ca e scus m servn a coccos? Ciro, non domani ne dopodomani lo farò, ma un giorno stai certo che mi vendicherò" ringhia con le lacrime agli occhi.
Non reagisco male, perché ha ragione.
Ho bisogno di pagarla.
La guardo intensamente e noto il buio nei suoi occhi.
"Vabbuò, tien ragion. Mo merit" dico solamente per poi girarmi nel letto.
Si mette nel letto per poi addormentarsi anche lei.Il giorno dopo
Pov's Soleil
"SVEGLIAAAAA" urla Lino.
Mi sveglio con le sue urla nelle orecchie, che sono insopportabili.
"SVEGLIA SUUU O GALL CANT MATIN" urla Lino battendo le chiavi sulla cella.
"Maronn chist cocc vot o vatt" sento Ciro da sopra.
Rido senza farmi sentire.
Non voglio dargli soddisfazione
"UAGLIÚ FORZA" urla ancora per poi entrare nella nostra cella.
"Buongiorno, allor? Ci vogliamo alzare stamattina?" Si rivolge a me e a Ciro.
"Linú cocc vot sti chiav te facc aiottr" dico ringhiando.
"Comm si elegant" dice per poi uscire.
"M faij murí crirm" sento Ciro da sopra.
Non rispondo e mi alzo dal letto.
"Staij ancor ngazzat cu me?" Dice dietro di me.
Lo vedo su un lato appoggiato con il braccio sul letto,e con la testa a sbieco che mi guarda.
Quanto è sexy!
Ma non posso pensarlo basta!
"Sto ngazzat? Na belv Ciro, na belv" dico ringhiando.
Lo sento sbuffare per poi scendere anche lui dal letto.
Entro sotto il getto d'acqua e inizio a farmi la doccia.
Mi sono appena accorta che ho lasciato la porta aperta.
Mi rimetto l'accappatoio e vado vicino alla porta.
Mentre sto per chiuderla, vedo che Ciro sta fumando una canna.
Esco dal bagno e vado verso di lui in accappatoio.
"Da quanto fumi?" chiedo
"Da semp" dice solamente.
Ho deciso di provocarlo un po'.
"Pozz pruà?" Chiedo avvicinandomi.
"No" dice antipatico.
"Jamm Ciro guarda quant n tien" dico indicando il pacco.
Sbuffa per poi guardarmi.
"E vabbuò pigliatell" dice lui.
"Si ma ij nun voglij chesti ca" dico avvicinandomi dietro di lui.
"E qual vuò?" Chiede girandosi.
"Chest" per poi staccargli la canna dalla sua bocca.
La metto in bocca e inizio a leccarla.
Vedo che s'irrigidisce di colpo.
"T rispiac si facc nu tir?"chiedo sensuale.
Annuisce di no, per poi ingoiare un groppo di saliva.
Aspiro quella buonissimo roba verde, che non so cosa sia.
Ma è eccitante.
Dopo aver fatto più di due tiri, gliela do.
"Grazie" dico sensuale per poi passare l'indice della mia mano sulla sua schiena.
"Solé" mi ferma
Mi giro e lo guardo.
"Nun o fa maij chiú" dice con voce roca.
"Altrimenti?" Chiedo
"Solé" dice con voce tremante.
"Vai dici altrimenti?"chiedo con le braccia incrociate.
"Altrimenti t facc alluccà o nomm mij p tutt o carcer" dice sensuale.
Dei brividi percorrono la schiena.
Mi sento morire.
Mi asciugo la fronte con il palmo della mano.
Ho sudato al solo pensiero della frase.
Meglio non pensarci troppo.
Detto questo entro in bagno e inizio a farmi la doccia.
Quando esco, mi vesto con un pantalone di tuta nero, e una maglietta a bretelline bianca dopodiché metto le Adidas e lego i miei capelli in una coda.
"Ciro ti aspetto in mensa" urlo fuori la porta del bagno
Non risponde, ma non mi meraviglio più di tanto perché fa sempre così.
Esco dalla cella e mi incammino in mensa a fare colazione.
Trovo Naditza e Silvia a mangiare.
Le saluto e mi siedo con loro.
"Allor comm vann e cos cu ciro?" Chiede Naditza.
"Ben" dico facendo un sorriso malizioso
"E cre sta facc?" dice Naditza sorridendo
"Nient, l'ho solo stuzzicato un po" dico solamente.
Naditza e silvia si mettono a ridere facendo ridere anche a me.
Improvvisamente vedo Ciro entrare con Edoardo.
Mi guarda male.
Ma è bipolare?
Stamattina era calmo
Lo guardo stranita.
Sta sudando, ed è nervoso.
Respira pesantemente.
Si mette una mano sulla fronte e continua a respirare male.
Mi guarda però.
Ma che ha?
"Amo ma che ha Ciro?" Domanda Naditza.
"Nadí nun o sacc, sacc sul ca stammatin stev bon" dico guardandolo preoccupata.
Edoardo gli mette una mano sulla spalla per calmarlo, ma Ciro la toglie con violenza.
Edoardo si alza di scatto esce fuori, mentre gli altri ragazzi cercano di calmare Ciro.
Continua a guardarmi, e non mi stacca gli occhi di dosso.
Entra Edoardo con il comandante.
"We facitm passà" dice spintonando gli altri.
Si avvicina a Ciro e gli mette le mani sulla faccia.
"Ciro c tien?" Gli domanda il comandante preoccupato.
"Comandà" dice debole.
"Ciro p favor c tien" dice il comandante implorandolo.
Ciro alza la testa, strizza gli occhi e continua a respirare pesantemente.
Mi alzo di scatto e mi avvicino a lui.
Mi sto seriamente preoccupando.
"Ciro c tien p favor parl" dico preoccupata.
"Solé vatt assettà" dice Pino arrabbiato.
"Fo cess" dico guardandolo.
"O zoccl i mer-"
"BAST" urla il comandante.
"C cazz uagliú c sta nu cumpagn ro vuost, ca sta mal. Nu poc i rispett" dice il comandante.
"Nun o sacc c teng aint. Ma agg bisogn e m sfugà" dice per poi guardarmi.
Mi alzo di scatto e mi allontano.
Improvvisamente Ciro si alza di scatto e cerca di correre verso di me per picchiarmi, ma i ragazzi e il comandante lo fermano.
"T'ACCIR ZOCCL I MERD, T SPACC A CAP" urla dimenandosi.
Mi allontano sempre di più con Naditza e Silvia che mi accompagnano fuori.
Esco fuori in cortile e mi allontano.
Che cosa vuole?
Perché vuole picchiarmi?
Non ce la faccio più.
Ma stamattina stava bene però.
Giuro era calmissimo
"Amo" viene Naditza incontro
"nadí, to giur ca stammatin nun er accussij" dico arrabbiata.
"Solé dimmi la verità" dice Naditza.
"Cosa?" Dico io.
"Ciro nasconde qualcosa?" Dice lei.
"no quand maij" dico confusa
Cosa dovrebbe nascondere?
"Solé nun mentí, guard ca mo c fann le analisi e o venn a sapé o stess. Quindi o me lo dici tu, oppure o veng a sapé a lor" dice guardandomi negli occhi.
"Le analisi? E p c cos?" Chiedo
"Si un fa uso e drog" dice facendomi sgranare gli occhi
"Ma c staij ricenn?" Dico incazzata dando un calcio alla rete.
"Si è accussij" dice lei consolandomi.
"No è impossibil ciro nun o facess maij" dico mettendomi le mani alla testa.
"Ehh tu nun o cunusc" dice Naditza per poi continuare
"Però c crir sij t ricess na cos?" Dico
Muove la testa come per farmi parlare.
"Nadí sij vness a sapé na cos e chest, nun m n facess na ragion. Eppure e Ciro nun m essa fottr e nient, pkke so preoccupat?" Chiedo un aiuto da parte sua.
"pkke fors s'innamorat?" Dice con caricatura.
COSA?
"chest è bell, io innamorata di Ciro Ricci? Aro a pozz mettr a firm pà strunzat e l'ann?" Dico scherzosa.
"No solé uardm. Essr preoccupat è normal, ma tu t si fatt vní n'attacc e rabbij pkke tien paur ca c succer coccos. Quindi a stu punt nu poc e Ciro t n fott" dice Naditza.
Rimango in silenzio.
Non rispondo.
Insomma non so cosa dire.
"Solé statt accort p favor" dice Naditza abbracciandomi.
"Tranquill, ma sacc cavà sol ij" ricambio stringendola.
Corro in mensa ma non lo trovo.
Chiedo vicino alla cameriera.
"Arò sta Ciro?" Chiedo nervosa.
"Tesoro da come ho capito l'hanno portato in isolamento" dice la cameriera dolcemente.
"C cos?" Chiedo arrabbiata.
Poi li guardo e vedono che sono un po' spaventati.
"Ehm... Vabbuò grazij" dico dolce.
Esco dalla mensa per poi andare dalla direttrice infuriata.
Esco sbattendo la porta di entrata.
"Buongiorno" dice lei.
Cammino a passi svelti e mi metto seduta sulla sedia.
"Pkke avit mis a Ciro in isolament?" Chiedo arrabbiata.
"Innanzitutto calmati" dice lei.
"No nun m calm direttrí. Perché avete messo Ciro in isolamento? O voglij sapé" dico arrabbiata.
Lei sospira guardando il comandante come se volesse avere la conferma di parlare, ma subito lo fa.
"Gli abbiamo fatto le analisi delle sostanze stupefacenti e gli abbiamo trovato i livelli di Thc alto" dice.
"E c foss?" Chiedo incazzata.
"Quando una persona fa uso di droga" dice lei.
Bastavano solo questo 7 parole per descrivere le mie emozioni.
Rabbia, tristezza, confusione, e paura.
"E mo aro sta?" Dico con la voce che trema dalla rabbia.
"È in isolamento" dice
"COSA?" Dico arrabbiata.
"Soleil calm-" dice la direttrice.
"NO DIRETTRÍ NUN M CALM. NUN O PUTIT TNÉ IN ISOLAMENT COMM E NU CAN, PEGGIORERÀ" urlo.
Liz cerca di portarmi via.
"NO NO ASPETTAT"
"portatela via" dice la direttrice.
"NO DIRETTRÍ, AGGIÀ IJ ADDU ISS" urlo mentre Liz mi porta via.
"Vieni qua" dice Liz facendomi sedere sulla poltrona.
"Liz almeno tu me capí" dico arrabbiata
"È per il suo bene" dice
"Ma qual bene? Qual vuless capí. Tenerlo rinchiuso la dint comm è nu can, sapenn ca primm ha avut chella reazion? Peggiorerà e ij o sacc" ringhio per poi sedermi.
"Comm o saij, si tu o cunusc a poc?" Dice Liz nervosa.
"L'agg passat cu patm, ma so stat semp ij a risolvr tutt cos. Perciò mo a lo fa cu ciro, nun m cagn a vit. Puortm addu iss p favor" dico calmandomi.
"Tu m staij chiedenn na cos, ca va oltre e regol ro carcer" dice Liz.
"Quand maij avit seguit e regol?" Dico nervosa.
"Ma tu c n saij? Sient solé no, mo va in da cell" dice Liz.
Prima di andarmene, la guardo negli occhi.
"T facev divers" dico per poi andare via.
Corro per i corridoi, fino ad arrivare in cella.
Con uno scatto d'ira lancio i cuscini e le lenzuola in aria.
E do un calcio alla sedia, facendogli rompere anche una gamba.
"cazz" dico mettendomi con le mani alla faccia.
"Solé" entra Edo
"C buò" dico frustata
"Comm staij?" Dice.
"Na schifezz" dico.
Lui si siede vicino a me e sospira.
"M rispiac p tutt cos, dai vestiti agli insulti" dice lui.
"Primm faij a strunzat e po aropp t scus? Ma comm cazz arraggiunat?" Chiedo nervosa.
"No ij to dic onestament. Manc ij so d'accordo quand ciro t vatt oppure l'amma fa nuij o post suoij" dice edo.
"Sient t n può ij? Ma sacc cavà" Dico.
Adesso non ho bisogno di frasi rincuoranti.
Me la so cavare.
"No, nun ta saij cavà sol tu dato che è spaccat quasi mezza stanz" dice facendomi guardare intorno.
"Solé uardm, a me m rispiac overament. O problem è che da Ciro simm semp stat cumannat" dice triste.
"E pkke? Nun esist" Chiedo nervosa.
"Tnimm paur" dice solamente.
"Vuij?" Chiedo.
"Eh sì, nuij. Na vot c stev nu uaglion in da gang nost. Murett pke disubbidí agli ordini di Ciro, e lui lo uccise con 3 coltellate. È stato in isolamento, ma questo nun è srvut a nu cazz" dice edo
Ma quanti di loro ha ucciso Ciro?
Rimango paralizzata a tal punto da non dire nulla.
"Solé t ric nata cos. Ij overament m scus e overament t voglij aiutà cu ciro. Ro primm mument agg capit ca ir a persona perfett p iss. Si na bella uaglion e nun t miert o mal, quindi si vuò avé l'aiut mij, ij sto cà" dice alzandosi, ma prima che uscisse dalla porta lo blocco.
"Edo" lo chiamo
Si gira e mi guarda.
"Abbracciami" dico.
Lui viene verso di me e mi stringe a sé.
In questo momento ho bisogno di un abbraccio, anche se lo volevo da lui.
Ma non c'è e non so che fare.
"Edo" dico staccandomi dall'abbraccio.
"Ric" dice lui guardandomi.
"Voglio andare in isolamento" dico sicura di me.
"T prumett ca c vaij" dice lui consolandomi
"Voglio andare da lui capisci?" Dico triste.
"E ij t facc ij" dice edo.
"E comm?" Chiedo.
"E po vir" dice sorridendomi, facendo sorridere anche a me.
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Roman d'amourSoleil Terranova è una ragazza di 17 anni figlia di uno dei boss più pericolosi della zona. È una ragazza molto impulsiva, irascibile, e antipatica. Cresciuta in una famiglia di camorristi, ha solo imparato cosa vuol dire la parola violenza. Vive a...