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Pov's Ciro.
È mattina presto e il primo a svegliarsi sono stato io.
Ieri sera io e Soleil ci siamo baciati.
È stato un bacio molto passionale, ma pieno di amore.
La desideravo con tutto il mio cuore.
E ci sono riuscito.
Sono stato tutta la notte con lei ed è stato bellissimo.
Per una volta me la sono sentita mia.
Ma lei è di mia proprietà.
E di nessun'altro.
Mi sono anche pentito per quello che gli ho fatto, e se tornassi indietro non lo farei mai.
È rimasta traumatizzata da me.
Ma io voglio fargli capire che non deve, e che sarei pronta a morire per lei, se potessi.
"Ciro" sussurra assonnata.
Gli sto accarezzando i capelli mentre con l'altra mano cel'ho sotto la testa.
"Buongiorno cuore mio" dico sussurrando.
Lei si gira dal mio lato e mi guarda.
"Cre?" Chiedo sorridendo.
"Maronn comm si bell" dice per poi darmi un bacio sulle labbra.
"Vita mij tu si stupend" dico per poi mettermi su di lei.
Gli circondo la testa con le mani e mi metto a cavalcioni su di lei.
Vedo che fa una faccia strana.
"Ciro" dice con paura.
"Cre amo?" Chiedo preoccupato.
"Nient è sul ca" dice con paura.
"T ven amment chella ser eh?" Chiedo triste.
"Si" dice con tristezza.
"Sappi ca nun o facc maij chiú" dico avvicinandomi al suo naso.
"M le promettr" dice lei sussurrando vicino alle mie labbra.
"To prumett" dico per poi baciarla passionalmente.
No davvero.
Mi sono pentito e giuro che non lo farò più.
La amo e lei dovrà capirlo.
Lei mette una mano sul mio collo e una sul mio fianco attaccandomi ancora di più a sé.
Dalle labbra passo al collo e poi al seno.
Inizio a muovere un po' il bacino baciandogli ancora il collo e le labbra.
Prendo la sua gamba e la sposto sul mio fianco facendola attaccare ancora di più a me.
"Aspetta" sussurra ansimando.
"Mhh sij a mij" dico con voce roca ansimando.
"Sono tua" sussurra al mio l'orecchio, facendomi impazzire.
Con le sue unghie inizia ad accarezzare e graffiare leggermente la mia schiena, mentre io palpo la sua gamba molto forte.
Mi sta facendo uscire di testa.
"Tu m faraij ascí for ca cap" dico leccandogli la guancia con la lingua per poi passare alle labbra.
"Pur tu a me" ansima vicino al mio orecchio.
"UAGLIÚ V SIT SCETAT?" Sento il comandante urlare da lontano.
Io e Ciro ci stacchiamo velocemente per poi guardare fuori la porta.
"Ciro lievt" dice Soleil preoccupata spingendomi dalle spalle.
Mi alzo di scatto su di lei e salgo sul mio letto.
Entra il comandante con le chiavi in mano
"Uagliú buongiorno, allò comm va?" Chiede il comandante.
"Bene.. meravigliosamente bene" dice Soleil con voce sensuale.
Mi mordo il labbro senza farmi vedere.
Mi fa impazzire.
"M fa piacer, su coraggio priparatv ca ogg tnimm nu sacc e cos a fa. V aspett for" dice il comandante uscendo.
Soleil si alza dal letto e sbircia un po' fuori dalla porta per vedere se c'è.
Mi fa segno di alzarmi, segno che è andato via.
Mi alzo dal letto e la prendo dai fianchi spingendola vicino al muro.
"E vré po comm t facc sta ancor meglij" dico con voce roca per poi baciarla.
"Ja però mo priparammc" dice lei ridendo.
La guardo e la guardo.
Si prende i suoi panni e poi va in bagno.
I suoi capelli, i suoi occhi, le sue labbra, il suo corpo, la sua pelle, il suo profumo, la sua morbidezza.
Ogni cosa combaciata perfettamente con la mia.

Pov's Soleil
Sono in doccia e sto pensando a quello che stavamo facendo prima io e Ciro.
E se penso che due giorni fa ero delusa da lui, adesso tutto in un attimo mi ha dimostrato il contrario.
Alla fine ho ceduto.
Non posso negare i miei sentimenti.
È così forte che non posso opporlo.
Lo amo tantissimo.
Quando finisco di lavarmi esco dalla doccia, con l'asciugamano avvolta attorno al petto.
Ho i capelli legati in uno chignon disordinato e ancora il mascara di ieri
sotto gli occhi.
Entra Ciro a torso nudo e si appoggia allo stipite della porta, mentre fuma una delle sue solite canne.
"Comm si tost" dice con voce roca.
Gli mando un bacio da lontano.
Si stacca dalla porta e si avvicina a me.
Mi accarezza la schiena bagnata delicatamente facendomi provare mille brividi per il corpo.
Dalla schiena passa alla spalla, e dalla spalla al bordo dell'accappatoio.
Inizia a baciarmi il collo e la spalla.
Mi annusa in modo molto delicato.
"Comm addur" dice baciandomi sensualmente.
Rido.
"Dai Ciro fammi preparare" dico ridendo dolcemente.
"Ahh e vabbuò" dice uscendo dalla porta del bagno.
Mi asciugo velocemente il corpo, per poi prendermi i vestiti.
Ho optato per un jeans a militare, con un top bianco a bretelle.
Ho legato i miei capelli in una coda alta, e ai piedi lascio le Adidas.
Metto solo un po' di eyeliner e sono pronta.
Esco dal bagno e trovo a Ciro che sta affacciato alla finestra.
Ne approfitto per abbracciarlo da dietro, infatti sento che si irrigidisce al mio tocco.
Le sue mani accarezzano le mie e subito dopo si gira per poi abbracciarmi.
"UAGLIÚ ALLOR?" urla il comandante venendo verso di noi.
"Maronn chist" ringhia Ciro.
"Stat ancor a chest?" Dice il comandante nervoso.
"No ess è pront, song ij c magg fa a doccij" dice Ciro.
"Eh vabbuò, solé avviati alla mensa" dice il comandante.
Guardo Ciro perché sinceramente voglio farlo compagnia.
"Và" dice accompagnandosi con la testa.
Annuisco per poi uscire.
Quando arrivo in mensa trovo sempre le solite.
"Amore mii" urla Naditza venendomi incontro.
"Cià amore" l'abbraccio calorosamente.
Mi guarda meglio.
"Mammamij comm si bell" mi accarezza la guancia.
Sorrido al complimento.
Saluto anche Silvia e Serena per poi sedermi vicino a loro.
Improvvisamente si avvicina Edoardo.
"Buongiorno bellissime donzelle" dice sorridente.
Vedo che Silvia per poco non sbava, vedendo a Edo.
Sorrido a quello sguardo.
"Edoà" lo chiamo.
Lui mi guarda e io faccio cenno di vedere a Silvia.
Quando Edo la guarda, gli manda un bacio e a Silvia per poco non gli viene uno svenimento.
"Comunque pke si venut?" Chiedo confusa.
Lui si accomoda vicino a me.
"Nient accussij è a nu sacc e tiemp ca nun c parlamm" dice
"M si stran" dico ridendo.
"Assaij to giur" dice ridendo.
"E famm sntí cu ciro? Comm vann e cos?" Chiede.
"Buon buon" improvvisamente lo vedo entrare.
"È tutt divers mo" lo guardo mentre lo dico.
"Ah ah nun m par" dice Edo facendo un sorriso malizioso.
"Ma c vuo?" Dico antipatica.
"Jamm solé, si innamorat s ver" dice Edoardo.
"Sient vattenn" dico ridendo dandogli una pacca sulla spalla.
Lui si alza
"Soleil è innamorata di Ciro" dice a bassa voce mentre fa un balletto stupido.
Gli faccio il dito medio per poi guardare le ragazze, perché loro stavano guardando me.
"Beh?" Chiedo.
"Av ragion" dice Naditza per poi bere il latte.
Roteo gli occhi e inizio a bere il latte anche io.
Entra il comandante.
"Soleil e Ciro dovete venire con me" dice d'un tratto.
Cosa?
Con lui?
Perché?
"Pkke?" Mi alzo confusa.
"A direttric v vo assiem, forz jamm" dice il comandante facendo cenno con la testa di andare.
Io e Ciro ci guardiamo confusi per poi seguirlo.
Durante il tragitto, dato che il comandante è davanti, Ciro sta facendo di tutto pur di darmi un bacio ma non ha capito che se il comandante ci vede, ci manda a fanculo in un secondo.
"Ciro eddai" dico sottovoce spingendolo.
"E ja fattell ra nu bac" dice sbuffando.
"No aropp" dico ridendo.
Improvvisamente mi prende dai fianchi e mi stringe a sé.
"No no" lo spingo dal petto.
"Jamm" dice allungando le labbra.
"Allor trasit" il comandante sta per girare la testa, ma a tempo riesco a staccarmi da Ciro.
"Eh sì jamm" dico dandogli una gomitata che lui non approva.
Entriamo nell'ufficio e ad accoglierci c'è la direttrice.
"Buongiorno al re e regina" dice la direttrice ironizzando.
"Grazie è nu piacer" dico facendo l'inchino
"Sedetevi" dice sorridendo leggermente.
Io e Ciro ci sediamo e aspettiamo cosa ha da dire la zoppa.
"Allora vi ho convocati qui, perché ultimamente vi vedo migliorati. Siete più calmi e avete più pazienza" dice guardandoci negli occhi a me e a lui.
Vorrei ridere per la stronzata che ha detto.
Io e Ciro calmi e pazienti? Ma se non sappiamo nemmeno cosa significa.
Meglio però non ribattere altrimenti si può ricredere.
Anzi faccio una finta faccia allegra, per fargli credere che ha ragione.
"E visto i miglioramenti fatti, ho deciso di farvi ritornare nelle vostre rispettive celle" dice
In questo momento sono triste ma felice.
Felice perché non sarò isolata, ma ci sarà Naditza con me e non vedo l'ora di vederla.
Triste perché non sarò con Ciro.
E questa cosa mi fa male.
Ciro mi guarda triste per poi guardare la direttrice.
"Allora siete felici?" Chiede la direttrice.
"Si" dice Ciro facendomi sorprendere.
"Soleil?" Chiede rivolgendosi a me.
"Si certo" dico e noto che Ciro mi guarda confuso.
E beh l'hai voluto tu caro!
"Bene ne sono felice anche io, comunque già da stasera potete andare via" dice la direttrice per poi continuare.
"Ma che non succeda più ragazzi, perché se ricapiterà vi spedirò direttamente agli adulti, intesi?" Dice.
Io e Ciro annuiamo debolmente.
"Bene, potete andare"dice
Io e Ciro ci alziamo e usciamo fuori.
"Azz si flic e tni ij addu me?" Chiede arrabbiato.
"E pkke tu? Senza nisciun problem è itt si" dico nervosa.
"A libertà comm a vuo tu a voglij pur ij" dice.
Non ha tutti i torti.
Infatti non rispondo e mi sto zitta.
"Ragazzi tutti vogliono la libertà, si v cumpurtat buon e capite o ver sens ra parol, ca dint nisciun ven chiú" dice il comandante facendoci riflettere.
Non rispondiamo e avanziamo verso il cortile, uscendo.
"Tu ogg e sta cu me, mo nun t pozz vré chiú" dice tirandomi con la sua mano mentre camminiamo.
"Ciro pur p me è difficil a nun t vré, però pens positivo, c stann l'or d'aria e anche quelle di musica" dico speranzosa.
"L'ora d'aria nun m serv a nu cazz. Nun m serv manc a t tne vicin a me, quindi mo tu fin e staser staij cu me" dice facendomi sedere vicino a lui.
"Pur ij desider e sta vicin a te, nun o saij quant" dico.
Lui si gira sorride per poi guardarmi le labbra.
"T vasass ca miez mo comm stann" dice leccandosi le labbra.
"Ma nun putimm" dico appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Ciro" sento una voce da lontano provenire verso di noi..
Quella voce già la riconosco.
È viola.
Che cazzo vuole adesso questa stronza!
"C vuo viol?" Ringhia Ciro alzando lo sguardo.
"Niente è solo che mi manchi" dice abbassandosi alla sua altezza e accarezzandogli la gamba.
Mi alzo di scatto non vedendo più niente davanti a me.
La prendo per la maglia e la guardo dritta negli occhi.
"Stamm assntí Anna dai capelli rossi, o t n vaij, oppur sta facc e cazz ca tien ta scass, c vuo fà?" Ringhio.
Improvvisamente Ciro si alza e si mette dietro di me.
"Solé calmt, o si nò jamm natavot in da l'isolament" dice Ciro guardando male viola.
Lascio la presa piano piano, e la guardo.
"Tu non sei umana" dico per poi andare via.
Questa stronza vuole farmi giocare l'isolamento.
Ma non ha capito che la faccio andare sotto terra.
"Amo" sento da dietro.
Mi giro e vedo Ciro rincorrermi.
"Scus chell è na zoccl" dice Ciro.
"L'avit maij fatt?" Chiedo nervosa.
"No maij, to giur" dice mettendo le mani in segno di giuramento.
"Ciaggià crerr?" Dico con un cipiglio.
"E mo t facc vré" dice trascinandomi con lui.
"Ciro ma c faij?" Chiedo cercando di staccarmi.
"Tu nun c crir? E mo to facc crerr ij che manier fort" dice lui.
Già ho capito cosa vuole fare.
Il bello è che anche io lo voglio, ma non sono tanto pronta.
Comunque mi porta nel laboratorio chiudendo la porta dietro di sé, e in un attimo già mi trovo sbattuta con violenza vicino al tavolo, a tanto che fa rumore.
Mi attacco a lui ancora più forte, in modo che i nostri corpi siano vicini.
Con la forza mi spinge sul tavolo e mi fa stendere.
Si mette a cavalcioni su di me e mi blocca le mani in un pugno.
Mi bacia il collo e il seno.
Come faccio a non crederci?
"Aspetta" sussurro tra un sospiro e l'altro.
"Ric" dice staccandosi dal mio collo.
"O fatt è ca ij nun so pront" dico imbarazzata.
Vedo che sorride.
"Nun t preoccupà amo, t'aspett" dice per poi baciarmi ancora.
"Ti amo" dico ricambiando.
"Anche io" dice per poi farmi alzare e farmi rimanere seduta sul tavolo.
Prende la mia gamba e la porta sul suo fianco per poi attaccarsi ancora di più a me.
"UAGLIÚ" sento battere da fuori.
"Cazzo" urlo sotto voce.
"Mannacc" ringhia Ciro dando un pugno al tavolo.
"Uagliú stat ca dint?" Dice il comandante fuori.
Apro di poco la porta e lo vedo fuori.
"Comandà" metto solo la testa fuori.
"Solé c staij facenn ca dint? E Ciro aro sta?" Chiede
"Comandà, Liz mi ha dato un compito da fare, mentre Ciro non so dove sia" dico.
Sento Ciro che è dietro di me e mi preme i fianchi, mentre sento la sua erezione sul mio sedere.
Gli do dei piccoli schiaffi sulla mano, per non farmi scoprire.
"Mh? È stran" dice guardandosi intorno.
"Comandà nun o sacc arò sta, comunque ij tra poc veng" dico cercando di abbindolarlo.
Ciro mi sta palpando il gluteo, mentre con l'altra mano mi tocca il seno.
Vuole farmi impazzire.
"Bast" dico sottovoce
"Che itt?" Dice il comandante.
"Ah? E nient è na zanzar" dico sorridendo falsamente.
"Vabbuò ij vac, fa ambress" dice il comandante per poi andare via.
Chiudo la porta dietro di me e tiro un sospiro di sollievo.
"Ma si scem? Per poco non mi facevi sgamare" dico ridendo di poco.
"O saij ca nun cia facc a sta senz e te e po riman già nun putimm sta chiú assiem in do liett.." dice per poi prendermi le braccia e portarle sul suo collo.
"Abbracciat" dice per poi darmi un bacio sul collo.
Gli prendo la testa fra le mani e lo bacio ancora di più.
Ho bisogno di avere le sue labbra sulle mie.
Mammamia nemmeno dio sa quanto lo desidero.
Quanto lo vorrei con me per sempre.
E potrei sembrare incoerente se fino a quattro giorni fa, dicevo che ero arrabbiata con lui.
Ma come faccio?
I suoi occhi sono come magneti.
Non c'è la faccio.
"Jamm ascimm, però tu staij vicin a me" dice per poi tirarmi dal polso.
"Vabbuò" roteo gli occhi.
Usciamo dal laboratorio a mano a mano.
"Ciro ma stamm man e man, nu putimm ancor fa vré" dico cercando di togliere la mano.
"E guardij nun c stann e pò tutt quant già ann notat ca stevm nsiem" dice lui guardando davanti.
"Ah sì? E famm sntí comm" dico con un cipiglio.
"E sguard, e vas, e chiant coordinat, gli abbracci, i discorsi" dice lui.
Non rispondo e lo guardo.
Ha ragione.
Hanno capito tutto.
Lo guardo per poi rispondere.
"Eh over" dico per poi camminare.
"C facimm na promess?" dice fermandomi.
"Qual foss?" Chiedo curiosa.
"Ca qualsiasi cos ca succer, l'amma affrontà assiem" dice guardandomi negli occhi.
"Di bene e di male" per poi continuare.
Si, si, si e mille volte si.
Qualsiasi cosa succederà, lo affronteremo assieme.
Ormai siamo una cosa sola.
La metà ha bisogno dell'altra, perché senza non riesce a vivere.
E io così mi sento.
"Si c stong, affrontamm pur a mort assiem" dico per poi abbracciarlo.
"Ti amo" dice lui.
"Pur ij" per poi appoggiarmi alla sua spalla

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