"Troppo per stare insieme"

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Era mattina, quando mi svegliai con il trucco colato sul viso, la notte prima avevo pianto.

Erano le 7:40 quando uscii di casa e mi incamminai verso la scuola, il marciapiede era bagnato e scivoloso e mi guardavo bene dal non cadere.
Passai davanti alla casa di Edward ma nemmeno la guardai, avevo deciso di dimenticarlo completamente anche se lui in due giorni mi aveva lasciato mille ricordi.
"Anna" sentii gridare ad un certo punto dietro di me.
Mi girai e ti pareva, era lui.
Gli feci un cenno con la mano e continuai per la mia strada, quando ad un certo punto mi prese la mano da dietro.
"Senti a che gioco stai giocando?" gli dissi fredda
"Che cosa intendi?" Rispose seccato
"Prima mi porti al mare, mi abbracci, dormi da me e poi nemmeno mi dici che hai una fidanzata? Scusa ma non lo accetto." Risposi guardandolo fisso negli occhi.
"Posso spiegarti Anna" disse incredulo
"Non voglio nessuna spiegazione Edward, esci dalla mia vita." mi girai e continuai per la mia strada lasciandolo alle spalle, avrei voluto lasciarmi alle spalle anche i ricordi che avevo con lui.

Passavano lenti e noiosi i giorni, di Edward non avevo più notizie, non era nemmeno più a scuola. Mi mancava da morire e avrei voluto correre sotto casa sua e urlagli con tutta me stessa che lo amavo, ma lui aveva preferito lei a me.
Era mercoledì pomeriggio e io stavo studiando per la verifica di storia quando mi arrivò una chiamata, risposi con voce goffa e piuttosto bassa "pronto"
"Anna sono io, possiamo vederci devo spiegarti ti prego" disse
"No Edward non voglio nessuna spiegazione" risposi amareggiata
"Anna io ti amo" disse con voce debole.
"Edward basta." Gli risposi piangendo
"Dammi una possibilità" replicò.
"Va bene .." Mi uscì dalla bocca senza pensare
"Vengo li preparati" poi riattaccò.
Avevo il trucco colato quindi presi un fazzoletto e me lo passai sotto gli occhi per togliere il nero .

Sentii il suono della macchina, uscii
" ciao" gli dissi aprendo lo sportello della macchina.
"Ciao Anna" rispose.
Durante il viaggio guardavo fuori dal finestrino e nessuno dei due emetteva una parola, eravamo troppo arrabbiati per parlare.

Quando arrivammo mi fece scendere aprendomi lo sportello,
"Non c'è bisogno faccio da sola" gli dissi scocciata.
Lui mi prese per un braccio e mi portò su una panchina del parco, intorno non c'era nessuno, c'eravamo solo noi.
"Dai parla" dissi guardandomi le dita delle mani.
"Lei non è la mia ragazza, Anna. È la mia migliore amica e quei baci, beh ce li diamo da quando eravamo bambini, ma non significano niente."
Lo guardai perplessa "dirmelo prima no eh" gli dissi Imbarazzata.
Lui mi guardò negli occhi, cercava di capire se ero arrabbiata o meno.
"Scusami Edward, ho esagerato." ammisi abbassando la testa.
"Vieni qui" mi disse con un sorriso dolce.
Mi prese in braccio e mi strinse a sè, lo guardai negli occhi e lo baciai. Con le mie mani gli disegnavo con le dita dei piccoli cerchi sulla spalla, restammò lì per un altra ora, perdendo la cognizione del tempo.

Era lui il mio chiodo fissoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora