POV'S VICTOR ILIN
Il primo giorno di lavoro dopo le vacanze estive sta procedendo verso la sua fine, finalmente. Durante la giornata ho causato così tanti danni all'albergo che sono rimasto sorpreso del fatto che non mi abbiano sospeso seduta stante. Ho fatto cadere un paio di valigie sull'ingresso perchè sono scivolato su un escremento di cane perciò mi sono dovuto anche lavare le scarpe, poi ho quasi infilzato la mano ad una signora anziana mentre stavo sistemando una penna nell'apposito portapenne e per finire in bellezza ho pestato la zampa ad un cane e la figlia piccola mi ha tirato un calcio sugli stinchi e ha pianto come una persona assatanata. "Basta non ne posso più di questa giornata...voglio tornare a casa" mi lamento accanto a Tobio che sta trascrivendo dei documenti sul computer e mi prende in giro perchè ogni volta che ho fatto qualche danno è perchè nei dintorni c'era il Signor Kim "È colpa del capo se è così...così!" dico sollevando le sopracciglia esasperato "Così come?" mi chiede il mio amico sghignazzando con un sorriso malizioso. Lo guardo un attimo e gli tiro un pugno sul braccio "Non capisci niente! Muoviti a finire che ho bisogno di bere in tua compagnia" gli dico entrando nello spogliatoio per indossare i vestiti con cui sono arrivato "Di già? Abbiamo appena iniziato a lavorare e tu vuoi già ubriacarti?" continua lui ridendo di gusto come se la situazione lo divertisse moltissimo "Certo! In questa giornata deve pur esserci qualche cosa di positivo" rispondo per poi raggiungere Tobio che sta spegnendo il computer. Lo vedo farsi serio e si inchina lievemente "Buonasera Signor Kim!". Mi irrigidisco sul posto però sono costretto a salutarlo anche io "Buonasera Signor Kim" dico inchinandomi poco "Ho sentito che uscite questa sera...posso unirmi anche io? Ho la serata libera e non conosco nessun pub" ci chiede lui facendoci rimanere di stucco. Io e Tobio ci guardiamo un attimo come se il nostro direttore non fosse davanti a noi. Io decido di non rispondere però vedo il viso di Sergey che diventa buio quasi triste "Non fa niente. Scusatemi, non volevo rovinarvi la serata. Buonanotte" dice per poi uscire all'aria fresca. Tobio continua a fissarmi con gli occhi spalancati dalla sorpresa "Cosa stai facendo lì impalato? Vai da lui! Subito! E invitalo ad unirsi a noi" sbotta lui spingendomi fuori dall'ufficio. Lo guardo malissimo ma sorride felice mentre indossa il suo giacchetto di pelle. Faccio un bel sospiro e apro la porta per uscire "Sapevo che saresti venuto a fermarmi" lo sento sussurrare così piano che forse sta parlando tra di sé. Decido di ignorare ciò che ha detto e mi schiarisco la gola per far udire la mia presenza ma Sergey sembra non avermi sentito perciò sono costretto a toccargli una spalla nel più delicato modo possibile "M-mi scusi Signor Kim. Se vuole può uscire con noi questa sera" dico arrossendo appena posa il suo sguardo su di me con un bellissimo sorriso che gli attraversa il viso dai contorni scolpiti "Certo. Dove ci troviamo?" chiede squadrandomi dalla testa ai piedi come se cercasse qualche cosa "Oh. Mhmm pensavamo di andare a mangiare ad un ristorante che ha aperto da poco, si chiama One Dine al One World Observatory. Lì lavora un mio amico e mangiamo gratis- dico ridendo con poco entusiasmo perchè è stato il mio primo ex ma con cui sono rimasto in buoni rapporti -e poi andavamo al nostro pub preferito, il Terra Blues che appartiene ad un mio cugino perciò non ci farebbe pagare. I-io non so se le va bene" continuo distogliendo lo sguardo mentre lui si avvicina a me. Il suo intenso odore mi fa perdere lucidità ma cerco di resistere dall'arrossire dell'altro. "Okay. Ci vediamo al ristorante, alle otto?" mi chiede cercando di incontrare il mio sguardo ma l'unica cosa che riesco a fare è annuire come un idiota "S-si" balbetto prima di girarmi e rientrare anche perchè stavo morendo di freddo e non per il fatto che avrei voluto baciare il mio capo. No no. Tobio mi guarda con un'espressione interrogativa "Esce con noi?" mi chiede senza riuscire a stare calmo appena annuisco rosso in volto. Lo guardo esultare come un bambino a cui hanno fatto il più bel regalo della sua vita prima di guardarmi con gli occhi spalancati "A che ore ci si trova?" continua dopo aver salutato il collega che fa il turno di notte "Alle otto" rispondo senza rendermi conto che mancano ancora un paio d'ore. Velocemente ci avviamo verso il parcheggio dove Tobio ha posteggiato la sua macchina. "Dovresti comprarti anche tu una macchina. Con lo stipendio che ci danno ogni mese dovresti farcela a comprarne una, no?" continua mentre percorriamo le affollate vie di New York "Lo so. Ma io non me ne intendo di questa roba e non saprei che fare se rimanessi bloccato in mezzo alla strada. Andrei nel pallone e magari piangerei anche" rispondo per poi ridere come uno scemo mentre mi immagino la scena. Arriviamo davanti il palazzo dove abito dopo un quarto d'ora "Amico, vivi in un postaccio" mi fa notare lui come se già non lo sapessi. Lo guardo in malo modo prima di entrare e venire avvolto dal mio profumo preferito che sa di vaniglia. Appendo il giacchetto accanto alla porta e mi dirigo in cucina per bere qualche cosa che non sia quell'orrendo caffè che ci danno al lavoro, perciò scelgo un buon bicchiere di rum e ne porto uno anche a Tobio il quale mi guarda impermalosito "Lo sai che non bevo. Perchè ogni volta che vengo qui mi offri da bere? Non è che c'è una droga e vuoi abusare di me e magari uccidermi anche, per poi buttarmi in un fosso dopo avermi avvolto in questo orrendo tappeto verde?" mi chiede ridendo a causa della mia faccia sconvolta "Come vuoi. Li berrò io" rispondo sollevando le spalle. Li sorseggio con calma mentre scelgo cosa indossare ovvero una camicia celeste chiaro e un pantalone bianco. Finisco i drink e vado a farmi una doccia veloce perchè manca mezz'ora all'incontro poiché ho sprecato la maggior parte del tempo a scegliere i vestiti. Mi vesto come una furia e raggiungo Tobio che mi stava aspettando in macchina "Sei troppo lento" mi dice spettinandomi dopo che sono stato dieci minuti a sistemarli in modo decente. Gli tiro un pugno sul braccio facendolo mugolare di dolore per tutto il viaggio verso il ristorante. "Mhmm è vestito molto bene, il Signor Kim" mi fa notare lui mentre sta parcheggiando accanto ad un bellissimo SUV nero tirato a lucido. Arrossisco quando intravedo la figura imponente del Signor Kim con in mano un ombrello nero poiché sta piovendo molto. Tobio prende il suo di ombrello e scende per primo per poi aprirmi lo sportello "Eccoci arrivati signore" dice lui divertito mentre mi appoggia un braccio sulle spalle per stare riparati dalla pioggia che sembra non smettere più di cadere. Noto che il Signor Kim ci sta osservando con un'espressione alquanto irritata ma che cerca di nascondere dietro un sorriso cordiale "Buonasera signore" diciamo io e Tobio all'unisono per poi scoppiare a ridere sotto lo sguardo attento del capo "Entriamo? È fresco" continua lui senza incontrare il mio sguardo come se avessi fatto qualche cosa per farlo arrabbiare. Ignoro questa sensazione di disagio mentre ci sistemiamo nel nostro tavolo dopo esser saliti di cento piani, troppo alto per i miei gusti ma il paesaggio che si vede da quassù è così spettacolare che mi dimentico di soffrire di vertigini. "Buonasera signori! Sapete già cosa prendere?" ci chiede Jona, il migliore amico del mio ex che intravedo da lontano mentre mi scruta attentamente per poi raggiungerci. "Ciao Tobio! Come stai? Quel tuo maglioncino celeste ti dona tantissimo! E tu Victor sei sempre uguale! Com'è che non invecchi mai?" mi chiede lui ridendo di gusto dopo aver mandato via il suo amico. Justin è un ragazzo, anzi un uomo di trentadue anni ed è bellissimo e affascinante: ha i capelli neri e ricci che gli cadono davanti a due stupendi occhi azzurro zaffiro; ha un corpo slanciato e muscoloso quel che basta per renderlo sexy e irresistibile agli occhi di tutti. Ho notato che si è riempito le braccia di tatuaggi bellissimi ma che non mi soffermo ad osservare perchè mi sta guardando divertito, forse l'ho scrutato troppo e se n'è accorto. Arrossisco violentemente appena sento il Signor Kim che parla con un tono di voce cupo ma anche sensuale che mi fa venire i brividi "Piacere, sono Sergey Kim" dice lui porgendo la mano a Justin che stringe sorridendo cordialmente "Il piacere è tutto mio! Allora, che vi porto da mangiare? Il solito?" continua lui prendendo il suo taccuino. Osservo Tobio che annuisce tranquillo mentre il Signor Kim guarda il menù per qualche secondo per poi scegliere una bistecca al sangue e un calice di vino rosso "Va bene! Arrivano subito. Buona serata ragazzi" continua lui facendo un lieve inchino nei confronti del capo per poi allontanarsi da noi. Bevo un bicchiere d'acqua sotto lo sguardo attento del Signor Kim che si sta togliendo la giacca di pelle nera, forse perchè ha caldo. Con la coda dell'occhio vedo che Tobio sta scrivendo a qualcuno e dopo poco solleva lo sguardo su di me con un sorriso dispiaciuto "Scusate ma il mio ragazzo ha avuto un problema a casa e ha bisogno del mio aiuto...ci vediamo lunedì- dice rivolto verso di me -arrivederci Signor Kim. Mi dispiace dover andarmene così ma se avessi potuto sarei rimasto molto volentieri" continua facendo un inchino a disagio per poi andarsene lasciandomi senza parole. Io sono allibito. Mi ha abbandonato senza ombrello e senza un passaggio per tornare a casa! Questa me la pagherà cara. Lunedì lo ucciderò con le mie stesse mani.
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I'm Immortal
Romance[COMPLETA] Ho da poco scoperto che il mio capo è morto a causa di una malattia a me sconosciuta e perciò è stato subito sostituito da uno che si dice abbia portato al successo un'azienda che era sull'orlo del fallimento all'età di ben ventisei anni...