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POV'S SERGEY KIM

Dopo che Victor si è addormentato, mi alzo e vado in cucina dove trovo Leon seduto sul suo sgabello preferito "C'è Victor con te?" mi chiede lui sorridendo maliziosamente sapendo già la mia risposta "Ha bevuto troppo e quel suo amico Tobio è dovuto ritornare a casa dal suo ragazzo" dico mentre bevo un bicchiere d'acqua fresca. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto e nel frattempo udiamo il lieve russare di Victor che mi fa sorridere divertito "Domani mattina Victor vorrà farsi la doccia perciò fallo stare nella stanza degli ospiti. Tra poche ore devo andare al lavoro e non voglio che lui si presenti in quelle condizioni. Lascialo dormire e se tu gli comprassi anche dei vestiti mi faresti un grande favore" continuo per poi ritornare in camera e sdraiarmi accanto al suo corpo bollente. La sveglia delle sette e mezza mi strappa dal mondo dei sogni con tale violenza da farmi sussultare dallo spavento. Osservo il viso di Victor che dorme beatamente e, con tutto l'autocontrollo che possiedo, gli accarezzo i capelli prima di alzarmi e chiudere la porta della camera. Vado in cucina dove mi preparo un caffè e nel frattempo vedo arrivare mio fratello che mi sorride "Ma tu non dormi mai?" gli chiedo facendolo ridere divertito "No. Vi ho fatto una foto. Eravate così teneri" mi dice Leon mostrandomi lo schermo del suo cellulare. All'inizio la foto è un po' buia ma poi alzo la luminosità e arrossisco violentemente: Victor ha la testa appoggiata sul mio petto e una mano è appoggiata sulla mia pancia troppo sotto l'ombelico "N-non dovresti entrare in camera mia" balbetto a disagio facendolo sorridere ancora di più "Se vuoi te la mando...oppure no?" continua lui riprendendosi il cellulare. Lo guardo per qualche secondo "Mi sorprende che ancora tu non me l'abbia mandata!" rispondo arrossendo per poi scoppiare a ridere imbarazzato. Finisco in fretta il mio caffè e mi faccio una doccia veloce per poi indossare uno smoking grigio "Oggi ho una riunione all'ora di pranzo. Porta Victor al lavoro verso le due e mandalo da me" dico a Leon mentre prendo le mie cose "Sissignore!". Oggi decido di andare in macchina nonostante preferisca prendere la metro poiché mi è più comoda. Per fortuna trovo subito posto nel parcheggio sotterraneo dell'albergo e arrivo nel mio ufficio senza aver incontrato nessuno, nemmeno Tobio Ikeda. Mi siedo sulla sedia reclinabile e accendo il PC e nel frattempo guardo la foto che mi ha inviato mio fratello. Non capisco il perchè ma avrei voluto vedere la sua mano molto più in basso rispetto a dove si trova "Buongiorno, Signor Kim..." sento dire da qualcuno che sta uscendo dal bagno del mio ufficio "Buongiorno." dico senza capire il perchè la mia segretaria si trovasse nel mio bagno. Noto che ha i capelli un po' spettinati e cerca di sistemarseli alla meglio e poco dopo vedo uscire uno dei facchini che mi ha accolto ieri mattina "Buongiorno..." dice quest'ultimo senza nemmeno incontrare il mio sguardo ormai furioso "Fuori di qui" sbotto arrabbiato facendoli entrambi sussultare dallo spavento "M-mi dispiace signore" balbetta la segretaria ma la liquido con un gesto della mano. Con l'umore a terra guardo le regole dell'albergo riguardo i rapporti amorosi tra colleghi sul posto di lavoro ma non trovo nulla che vieti tali relazioni. Sbuffo irritato e chiamo qualcuno che mi pulisca il bagno perchè chissà da quanto tempo erano lì dentro. La giornata passa monotona anche perchè sto aspettando impazientemente l'arrivo di Victor il quale dovrebbe essere qui tra una decina di minuti. Senza interesse ascolto la riunione in cui stanno parlando delle direttive riguardo alcune regole da cambiare e altre da aggiungerne come la regola di vietare relazioni tra i colleghi sul posto di lavoro ma sono ancora titubanti sul decidere "Cosa ne pensa, Signor Kim?" mi chiedono nonostante io non abbia ascoltato praticamente nulla "Mh? Certo, dico che va bene. Ora, se non vi dispiace, devo vedere una persona. Potete continuare e la mia segretaria mi riferirà tutto. Arrivederci." dico mentre mi sistemo la giacca per poi uscire da quella stanza sotto lo sguardo di tutti. Dopo poco che mi sono allontanato dalla riunione mi arriva un messaggio da parte di Leon il quale mi dice di essere arrivato. Velocemente salgo nell'ascensore che scende così lentamente da farmi innervosire moltissimo. Cerco di calmarmi perchè devo stare tranquillo davanti alla persona che mi piace. Rimango sorpreso da quello che sto pensando perchè è la prima volta che mi innamoro di qualcuno. Arrossisco lievemente mentre intravedo i capelli di Victor il quale sta parlando con Tobio Ikeda che gli sta mostrando la mano destra con un tale sorriso tra le labbra da farmi capire cosa sta succedendo. Quando l'ascensore si ferma li raggiungo e subito smettono di parlare, cosa che mi irrita parecchio "Buon pomeriggio, Signor Kim!" dice Tobio inchinandosi lievemente. "Eccoti! Com'è andata la riunione? Licenziato qualcuno?" mi chiede Leon sorridendo divertito per poi battermi una pacca sulla schiena "No. Victor. Come stai?" chiedo al diretto interessato che arrossisce violentemente "S-sto bene, grazie". Annuisco mentre ammiro il modo in cui gli stanno i vestiti che ha comprato mio fratello e noto che è molto più bello del solito. "Bene. Victor, vieni con me. Nel mio ufficio" continuo con il mio solito tono gelido facendolo sussultare "S-sì!" risponde abbassando lo sguardo sulle sue mani affusolate e che vorrei tanto stringere tra le mie. Saluto mio fratello che deve andare al lavoro, se lo si può definire così perchè lavora in un'azienda automobilistica che produce macchine lussuose ma l'unica cosa che lui deve fare è dire sì o no alla produzione di certi tipi di automobili. Raggiungiamo l'ascensore in totale silenzio fino a quando non entriamo dentro la cabina e le porte si chiudono "N-noi non abbiamo fatto..." ma lo interrompo bruscamente nonostante stia cercando di comportarmi bene "No. Ti sei addormentato subito" dico senza guardarlo perchè potrei perdere il controllo e iniziare a baciarlo. Lo sento sospirare ma non so dire se era un sospiro di delusione o di sollievo. "G-grazie..." dice dopo una decina di piani "Di cosa?" chiedo guardandolo con un sopracciglio sollevato "B-beh mi hai accolto in casa tua quando stavo male e...mi hai permesso di dormire sul tuo letto nonostante puzzassi di vomito. Io...ti ringrazio" risponde sorridendo imbarazzato "F-figurati" balbetto girandomi di scatto verso le porte per poi premere il pulsante che ferma la cabina. Victor inizia subito ad agitarsi ma gli appoggio una mano sulla spalla facendolo sussultare di nuovo e incontra il mio sguardo "Cosa c'è?" mi chiede sorridendo a disagio "Ti va di venire a pranzo con me?" gli chiedo a mia volta senza sapere il perchè riesco a perdere la luce della ragione solo in sua presenza "Certo!" risponde Victor sorridendo felice con le guance lievemente arrossate. Annuisco e ritorniamo al primo piano ma, per evitare di incontrare di nuovo Tobio Ikeda, decido di scendere per le scale di servizio che portano direttamente nel parcheggio dove ho sistemato la macchina. "Non sono mai sceso quaggiù...è così freddo" lo sento borbottare per poi vederlo stringere la giacca che sta indossando "Ti ho portato un giacchetto più pesante perchè sapevo che avresti avuto freddo. Indossala" dico indicandogli il sedile posteriore "Oh grazie, Sergey". Quando dice il mio nome mi giro a guardarlo e lui fa un lieve passo indietro come se l'avessi spaventato "M-mi scusi Signor Kim" balbetta abbassando lo sguardo con il viso in fiamme. Mi avvicino a lui quel che basta per sentire l'odore del mio shampoo che mi riempie le narici con tale violenza da farmi perdere lucidità momentaneamente. Con un dito gli sollevo il mento affinché mi guardi ma evita il mio sguardo come se avesse veramente paura di me perciò mi allontano e, dopo averlo squadrato dalla testa ai piedi inutilmente in cerca di qualche particolare che mi faccia capire il fatto che non sia spaventato, salgo in macchina. Guardo lo specchietto retrovisore per vedere cosa sta facendo e noto che ha un'espressione pensierosa ma che non riesco a decifrare. Dopo qualche minuto lo vedo comparire accanto allo sportello e, dopo essersi passato una mano sui capelli ormai spettinati, si siede accanto a me e mi fissa con tale intensità da farmi distogliere lo sguardo a disagio, cosa che non mi è mai capitata con nessuno. Noto che un lieve sorriso soddisfatto compare sul suo bellissimo viso e ciò mi lascia confuso per un po' anche perchè non capisco il suo comportamento nei miei confronti. Prima sembrava spaventato dalla mia presenza e da qualsiasi cosa facessi mentre ora è quasi spavaldo come se lui fosse il cavaliere e stesse affrontando un drago molto cattivo. Rimane in silenzio per tutto il viaggio verso un ristorante che avevo visto il primo giorno che ero arrivato in città e aveva attirato la mia attenzione perchè era molto antico e mi sembrava di averlo già visto molto tempo fa. Arriviamo dopo una decina di minuti e stranamente trovo subito parcheggio accanto al ristorante che ora riesco a riconoscere e una fitta allo stomaco mi fa irrigidire. È il Delmonico's, un posto che frequentavo molto spesso con mia madre prima che morisse a causa di un arresto cardiaco, nel 1867 quando aveva novantacinque anni. "Oddio! Non sapevo nemmeno che esistesse ancora. Avevo sentito dire che aveva chiuso i battenti molto tempo fa. Wow...il primo ristorante degli Stati Uniti. Se i miei conti non sbagliano ha ben 191 anni!" lo sento dire emozionato con un sorriso sorpreso tra le labbra "Ti sbagli. Ha 194 anni" borbotto per poi dirigermi verso l'entrata che ho percorso così tante volte da sapere esattamente quanti passi separano il marciapiede dall'ingresso del ristorante. Senza rendermene conto mi ritrovo seduto tra le mura di questo posto che mi porta alla mente così tanti ricordi. Non riesco ad ascoltare una parola che Victor mi sta dicendo e lui se ne accorge, infatti mi tocca la spalla con in viso un'espressione preoccupata "Tutto bene? Sembri assente" mi fa notare ma sorrido lievemente per tranquillizzarlo. "Non è niente. Cosa ordiniamo?" chiedo prendendo il menù ma appena leggo il nome di un piatto mi irrigidisco e la vista mi si annebbia, sto per piangere. Il primo piatto del menù ha il nome e cognome di mia madre e se ne accorge anche Victor "Oh. Questo piatto ha il tuo stesso cognome! Che strano...chi sarà questa Adele Kim" si chiede per poi ridere divertito senza notare il fatto che sto crollando "N-non saprei" balbetto per poi bere un bicchiere d'acqua, senza incontrare lo sguardo di Victor il quale mi sta osservando senza capire cosa diavolo stia succedendo dentro di me. Cosa faccio adesso?

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