-4-

18 2 0
                                    

POV'S SERGEY KIM

Dopo aver dormito per oltre due ore mi sono svegliato a causa di Jennifer che stava bussando alla porta affinché la facessi entrare per potermi avvisare su un prossimo colloquio a cui dovrò partecipare per decidere alcune politiche riguardo l'organizzazione dell'albergo. Finisco di compilare alcune scartoffie prima di decidere che è ora di ritornare a casa. Mentre aspetto che arrivi l'ascensore sento dei camerieri del piano che ridono "Sì! Hai visto com'è diventato bello Victor? Non avrei mai creduto che sarebbe diventato così" dice uno di loro che ha chiuso una porta "Confermo. Che ne dici se ci provassi? Io penso che una possibilità ce l'avrei. Dopo quel José, o come si chiamava, credo che cadrebbe tra le mie braccia come una damigella in pericolo" dice un altro ridendo divertito ma appena mi vedono rimangono in silenzio tutto il tempo "Buonasera Signor Kim" dicono entrambi facendo un lieve inchino. Li guardo con uno sguardo gelido e pieno d'odio perchè hanno parlato in quel modo del mio Victor. Chi si credono di essere. Bah. Fortunatamente è arrivato l'ascensore perchè sicuramente li avrei chiamati nel mio ufficio per licenziarli seduta stante. Arrivo al piano terra dopo una decina di minuti e la prima cosa che riconosco è il profumo alla vaniglia di Victor. È ancora qui. Strano. Il suo turno sarebbe dovuto finire mezz'ora fa. Mi avvicino lentamente verso la Hall e li sento parlare riguardo ad un'uscita per bere questa sera. È un'occasione per stare con Victor e quel suo amico Tobio. Aumento lievemente il passo fino a quando il biondo non mi vede e si inchina salutandomi per poi essere copiato da Victor che si era irrigidito appena Tobio ha pronunciato il mio nome "Ho sentito che uscite questa sera...posso unirmi anche io? Ho la serata libera e non conosco nessun pub" chiedo ignorando i loro saluti. Noto che si guardano negli occhi con un'espressione dubbiosa e incredula perciò lascio perdere "Non fa niente. Scusatemi, non volevo rovinarvi la serata. Buonanotte" dico con le spalle basse per poi uscire al fresco e rabbrividire violentemente. Guardo i taxi che passano veloci davanti ai miei occhi e aspetto qualche minuto sapendo che verrà da me perchè si sentirà in colpa o Tobio lo obbligherà ad invitarmi. Appena sento che apre la porta un piccolo sorriso si forma sulla mia faccia "Sapevo che saresti venuto a fermarmi" sussurro piano affinché non sia sicuro che io abbia parlato con lui. Guardo le nuvole che iniziano ad agglomerarsi pronte a far cadere tutta la pioggia possibile e nel mentre lo sento schiarirsi la gola ma faccio finta di niente fino a quando non mi tocca delicatamente la spalla. Quel sensibile tocco mi fa battere all'impazzata il cuore e uno stupido sorriso nasce sul mio volto. Perchè divento una persona così dolce quando ci sei tu nei dintorni? "M-mi scusi Signor Kim. Se vuole può uscire con noi questa sera" mi dice lui arrossendo appena incontro il suo sguardo che mi ipnotizza e che mi denuderebbe da ogni mia insicurezza "Certo. Dove ci troviamo?" rispondo annuendo per poi scrutarlo dalla testa ai piedi in cerca di qualche imperfezione che lo renda meno attraente affinché non rischi di baciarlo in questo momento mentre si tormenta le labbra con i denti. "Oh. Mhmm pensavamo di andare a mangiare ad un ristorante che ha aperto da poco, si chiama One Dine al One World Observatory. Lì lavora un mio amico e mangiamo gratis e poi andavamo al nostro pub preferito, il Terra Blues che appartiene ad un mio cugino perciò non ci farebbe pagare. I-io non so se le va bene" finisce Victor per poi distogliere lo sguardo da me mentre mi avvicino a lui che cerca di non arrossire. Avrei così tanta voglia di portarti a casa mia e baciare ogni parte del tuo corpo che non hai idea, piccoletto. "Okay. Ci vediamo al ristorante, alle otto?" gli chiedo e nel mentre cerco di incontrare il suo sguardo perchè non lo vedrò per un paio di ore e sarà un'impresa poter resistere senza di lui per un lasso di tempo così lungo. Annuisce sorridendo in una maniera così dolce che mi fa sciogliere come un idiota però si gira e rientra velocemente in albergo. Avrà avuto freddo. Sorrido felice prima di avviarmi verso la metropolitana per poi arrivare a casa dopo circa venticinque minuti. Apro il grande cancello di metallo che circonda tutta la residenza in cui abita anche mio fratello gemello, Leon il quale è immortale anche lui. Ho scoperto della sua esistenza una trentina di anni fa quando ero nel Connecticut e lui era un impiegato di una piccola azienda automobilistica di macchine da corsa che si chiama Callaway Cars Inc. mentre io ero già una persona di un certo livello ma non come adesso. "Bentornato fratello. Com'è andata? Quella tua preda, è già tua?" mi chiede Leon appena metto piede sul portico poiché mi stava aspettando seduto davanti  ad un bicchiere di rum bianco "No. Ma questa sera esco con lui e quel suo amico, Tobio" gli rispondo facendo un'espressione disgustata uguale a quella che sta facendo mio fratello. Lui l'unica cosa diversa che ha rispetto a me sono gli occhi, i quali sono di un verde smeraldo misto all'ambra mentre per il resto è identico a me, lo stesso vale per il carattere e per i suoi modi di fare. Bevo il bicchiere di rum da lui offerto prima di andare in camera a farmi una doccia "Io penso che non sarà così semplice conquistarlo" mi dice Leon entrando in bagno come se non ci fosse nessuno "Tu credi? Secondo me è già mio ma lui non se ne rende conto" rispondo per poi spengere l'acqua e uscire gocciolante sul tappeto che si impregna d'acqua. Prendo l'asciugamano e me lo avvolgo attorno la vita "Sarà. Ma non farti strane idee su Victor. Oggi sono venuto al tuo albergo e mi è sembrato una persona molto seria" continua lui sollevando le spalle come se la cosa non lo riguardasse pienamente "Si vedrà" borbotto irritato dal suo pessimismo. Decido di indossare un jeans nero con sopra una camicia bianca e una giacca di pelle nera. Mi sistemo i capelli con la spazzola e mi avvio verso il garage "Prendi l'ombrello. Sta piovendo" mi consiglia Leon mentre va in giro senza vestiti come se fosse da solo. Sollevo gli occhi al cielo prima di chiudermi la porta alle spalle e salire nel mio SUV nero che mi sono fatto spedire dalla Russia qualche mese fa. Arrivo al ristorante deciso e aspetto qualche minuto in macchina prima di veder comparire della condensa nei vetri perciò decido di scendere dopo aver aperto l'ombrello per ripararmi. Guardo l'orologio e noto che i ragazzi sono in ritardo di dieci minuti. Sospiro irritato mentre mi ricordo le parole di mio fratello "una persona molto seria". Certo. Sento il rumore di una macchina che arriva parcheggiando accanto alla mia. Vedo scendere una figura slanciata e mingherlina, Tobio Ikeda il quale si affretta ad aprire lo sportello del passeggero e intravedo i capelli neri di Victor. Noto che Tobio ha appoggiato un braccio sulle spalle dell'amico e una sensazione di bruciore nasce dentro di me come se chiunque tocchi o parli con Victor mi dia noia a tal punto da volerlo far sparire dalla faccia della terra. "Buonasera signore" dicono entrambi in coro per poi scoppiare a ridere come degli idioti "Entriamo? È fresco" continuo seccato senza incontrare lo sguardo di Victor perchè potrei riempirlo di baci anche se sono arrabbiato con lui. Ci avviamo verso l'ascensore che porta nella zona ristorazione e che si trova all'altezza del centesimo piano. Il nostro tavolo è stato sistemato esattamente accanto alle vetrate che permettono di vedere uno splendido panorama dello skyline di New York. Rimango affascinato dai colori che si stanno creando nel cielo perchè il sole sta tramontando con tale velocità che mi lascia senza fiato. Da quanto sono rimasto incantato dal panorama non mi sono accorto dell'arrivo dei camerieri che stanno parlando con Victor il quale sorride imbarazzato soprattutto ad un uomo dai capelli ricci e neri e con le braccia piene di tatuaggi, a mio parere, orrendi perchè non hanno un senso in mezzo a quel groviglio di rami e tanto altro. "Piacere, sono Sergey Kim" dico con un tono così gentile e gelido allo stesso tempo che faccio arrossire violentemente Victor il quale tiene lo sguardo puntato sulle sue mani come se fossero così importanti in questo momento. "Il piacere è tutto mio! Allora, che vi porto da mangiare? Il solito?" continua questo qui mentre prende il suo taccuino su cui scrive le nostre ordinazioni. Guardo un attimo il menù poiché non ho avuto modo di visionarlo e scelgo la prima cosa che mi capita sott'occhio, ovvero una bistecca al sangue e un calice di vino rosso. Osservo Victor che beve un bicchiere d'acqua con un'espressione disagiata perciò per rendergli la vita ancora più difficile mi tolgo la giacca e mi arrotolo le maniche fino al gomito, infatti arrossisce e distoglie lo sguardo per osservare il suo amico il quale è al cellulare con qualcuno. Dopo un po' dice una cosa che mi rende molto felice ovvero che deve andare a casa dal suo ragazzo. Mi sono preoccupato inutilmente della loro relazione. Dentro di me sorrido beatamente mentre vedo il viso di Victor che viene attraversato da molte emozioni tutte insieme ma l'unica che prevale sembra essere la rabbia. Sarà una bellissima serata e, quando ritornerò a casa, sbatterò in faccia a Leon la dura realtà, ovvero che Victor è già mio.

I'm ImmortalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora