✖Capitolo Otto✖

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Davanti alla porta c'era Zayn Malik, il ragazzo più temibile della scuola.
So di non avervene mai parlato, ma è stato solo perchè ne ho una paura pazzesca.
*FLASHBACK*
Stavo andando verso scuola, quando qualcuno mi tirò per il braccio e mi sbattè a muro: Zayn Javaad Malik.
"Ehy Grace." Si attaccò a me e cominciò a baciarmi il collo.
"Z-Zayn.."
Mi diede uno schiaffo.
"Ti ho detto già troppe volte che non devi rispondermi."
Abbassai la testa per quanto mi era possibile.
"Oggi ho voglia di divertirmi." disse, sorridendo maliziosamente.
"Quindi alle 16:00 a casa mia." continuò.
Harry era appena arrivato nella scuola e ci vide, separando Zayn da me.
"Ehy amico, che ti prende?? Non ti hanno mai insegnato che non si toccano le ragazze?"
Mi si parò davanti per proteggermi, non poteva immaginare quanto gli fossi grata.
"Sei nuovo?" disse Zayn, scontroso.
"Si, e con questo??"
"Ti devo spiegare un po' di cose."
Quella frase fu l'inizio delle torture di Harry.
Quel pomeriggio Zayn non mi violentò, ma mi costrinse a fargli provare piacere. Con la mia bocca.
*FINE FLASHBACK*
"Styles, cazzo fai?" sputò Zayn.
"No, cazzo." borbottai.
"Malik, calmati, mi ha accompagnato solamente qui in ospedale." dissi, in difesa del mio riccio.
"Zitta tu. Ti sei dimenticata che non mi devi rispondere come fai? Evidentemente ti ci vuole una ripassatina."
"Malik, tu non la devi toccare." mi difese Harry.
Mi sedetti al bordo del letto.
"Harry, ci penso io." gli sussurrai.
Mi guardò contrariato.
"Zayn, sono stata io a baciarlo, lui non ha fatto niente, anzi gli ho mentito per farlo avvicinare a me e l'ho baciato. Quando mi picchierai?" mi arresi.
"Non appena ti toglierai quel gesso."
Oh, bene.
"Malik, non provare neanche a pensare di picchiarla, chiaro?" Harry alzò la voce.
"Altrimenti che mi fai, Styles?"
"Ti uccido."
"Basta, ragazzi!! Zayn, che sei venuto a fare?" chiesi.
Non so in realtà dove presi il coraggio di parlare, ma lo feci e basta.
"Ero venuto per dirti una cosa, Smith."
"Bene, parla."
"Dobbiamo essere da soli, non te lo dico certo davanti a Styles. Con lui mi faccio i conti dopo."
"Harry, puoi uscire??" gli chiesi, speranzosa che rispondesse positivamente.
"Non ti lascio sola con quello." mi sussurrò.
"Per favore, ti prego. So cavarmela da sola."
Lui mi guardò intensamente negli occhi, e cavolo, che occhi.
Quel verde smeraldo mi ipnotizzò, quasi.
"Sicura?" mi chiese, con tono responsabile.
"Si."
Continuò a guardarmi negli occhi e smise solo quando mi baciò, chiedendo l'accesso alla mia bocca. Inizialmente accettai, ma mi separai da lui quando mi ricordai che in quella stanza c'era anche Zayn.
"Si, ora esci Styles!!" gridò Zayn.
Harry mi baciò la guancia e mi sussurrò un "Stai attenta."
Annuii e lui uscì.
"Quindi adesso stiamo con Styles, eh?" mi si avvicinò provocatorio Zayn.
Mi spaventai quando mi tirò per i capelli e mi buttò per terra, gridai, ma mi tappò la bocca. La caviglia mi stava urlando più di quanto lo avessi fatto io.
"No, no. Stai prendendo troppa confidenza con noi, ti ricordo che sei una sfigata." mi costrinse al pavimento.
"Lasciami andare, Zayn!!"
"Mmh, proprio non ti ricordi eh?? Tu non mi devi rispondere, troia. Ecco perchè qui ci vuole una ripassatina, così ti ricordi chi comanda e chi esegue gli ordini." sputò.
Iniziarono a scendermi le lacrime, ero disperata.
"Smettila di piangere. Quanto tempo dovrai tenere il gesso?" mi chiese, con finta aria interessata.
"S-solo per due settimane."
"Bene. Oh, e se provi a dire qualcosa a Styles ti finisce ancora peggio, quindi asciugati le lacrime e finiscila."
Mi alzai da terra e mi misi di nuovo sul lettino, aspettai che le mie lacrime si asciugassero.
Zayn uscì ed Harry si catapultò nella stanza, correndo ad abbracciarmi.
"Che cavolo ti ha detto? Ti ho sentito gridare!" il suo tono era preoccupato.
"Tranquillo." lo rassicurai.
"Grace, parla, cazzo!!" mi urlò, mettendosi la mano sul collo.
Era nervoso.
"Nulla.. Zayn.." mi bloccai.
"Per favore Grace, continua."
"Mi ha minacciato.. Come facevi tu..."
"Che ti ha detto di preciso?"
<<Se provi a dire qualcosa a Styles ti finisce ancora peggio.>> mi ricordai di quello che mi aveva detto Zayn, ma non potevo tenere nascosta la verità ad Harry, perchè prima o poi l'avrebbe saputo.
"Mi ha detto che.. Mi vuole picchiare, per farmi capire chi comanda e chi esegue gli ordini, testuali parole." dissi, leggermente intimorita.
"Io lo uccido!!" andava avanti e indietro.
"Harry.."
"Grace, tu devi stare tranquilla. Io ti proteggerò, per ora e per sempre." mi disse, e qualche boccolo gli ricadde sul viso.
"Grazie, ma non devi."
"Come no, Grace??"
"Non voglio rovinarti la reputazione più di così, cavolo!! Tu non puoi capire cosa si prova." ero determinata.
"Io ti ho scelto, non mi hanno obbligato a mettermi con te, sapevo delle conseguenze, e ti ho voluto comunque. Nessuno può dirmi con chi stare."
"Ma, Harry.."
"Fidati di me, non permetterò a nessuno neanche di poggiarti gli occhi addosso."
"Grazie, ma.."
"Shh." mi fece tacere poggiando l'indice sulle mie labbra.
Ma quell'indice venne presto sostituito dalle sue labbra, che direi erano molto più rassicuranti.

***

La poca luce che filtrava dalla finestra della stanza in cui mi trovavo mi fece aprire gli occhi, assonnata.
Qualcuno era sdraiato vicino a me e potevo capire che mi stava guardando, credo già da un bel po'.
Sbadigliai e mi stropicciai gli occhi: Harry mi teneva stretta fra le sue braccia e mi guardava, dolcemente mi baciò la fronte.
"Buongiorno piccola." mi baciò anche la guancia.
"Buongiorno. Da quanto stai qui a fissarmi??" gli chiesi, divertita.
"Da un po'. È bello guardarti, sai?"
"No, non lo sapevo." Risi leggermente quando le nostre labbra si sfiorarono, senza definire un bacio.
Sentii la sua mano che scese lungo la mia schiena e lo bloccai prima che potesse raggiungere il suo obbiettivo, che ormai mi era chiaro.
"No, Styles, no." ridevo mentre pronunciavo quelle parole.
Harry si mise cavalcioni su di me e speravo con tutta me stessa che non mi facesse il solletico, altrimenti avrei cominciato a ridere come una stupida.
"Che ore sono??" gli chiesi.
"Le 6:30."
"Così presto?? Non mi era mai successo."
"A che ora ti alzi di solito, Grace?" i suoi occhi brillavano.
"Alle 8:00."
Scoppiò a ridere.
"Ecco perchè fai sempre tardi."
"Non è vero, arrivo sempre in orario!!"
"Non credo che oggi sarai in orario."
La sua voce divenne giocosa, più di prima.
"Perchè? Che vorresti fare, signor Styles??"
"Mmh, fammi pensare." si mise in ginocchio vicino a me e mi alzai dal letto, divertita, facendo attenzione al piede ingessato.
Quando mi accorsi di essere solo in intimo "corsi" verso il bagno della stanza di Harry, ma lui mi bloccò e mi appoggiò al muro.
"Dove scappi, piccola??"
"P-perchè?? Cioè, sei stato tu a..." ero a disagio.
"Si. Non potevo??"
"Harry.."
"Tranquilla, non ho curiosato troppo."
A quella risposta arrossii di brutto, colpendogli il petto più volte.
"Ti vergogni per caso??" mi chiese, baciandomi il collo e scendendo fino alla spallina del mio reggiseno.
"Di te??"
Mugolò qualcosa che mi parve un 'si'.
"N-no, credo."
Sussultai quando entrambe le spalline del mio reggiseno furono abbassate e il gancetto slacciato.
"Meglio così."
Harry sapeva essere la persona più dolce del mondo e cinque secondi dopo la più rude, come in questo momento.
Il mio reggiseno raggiunse il pavimento.
"Sei perfetta." mi lasciò un leggero bacio sulle labbra, per poi continuare a guardarmi.
Non potevo più negare l'evidenza: avevo paura di lui, avevo paura del fatto che potesse farmi soffrire ancora.
"Solo se tu vuoi, solo se ne sei certa." mi disse, guardandomi negli occhi.
"Scusami... Io.." sospirai.
"Certo, era chiaro." si voltò e cominciò a camminare verso il suo letto, anche lui aveva solo i boxer.
"Harry, aspetta. Non è che io non voglia, ma.." mi avvicinai a lui e gli misi una mano sulla spalla per farlo girare verso di me.
"Lasciamo perd.."
"Ho paura." lo interruppi.
"Non sono quello di prima, Grace. So che ti verrà difficile cambiare idea su di me, ma io non voglio più farti soffrire." aveva capito.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
"Il problema qui sono io, non sei tu." dissi, dispiaciuta.
"No, qui il problema è un'altro. Voglio essere tuo, tutto tuo, ma non ci sto riuscendo. Fammi ciò che vuoi, dimmi di farti ciò che vuoi, dammi ordini. Voglio renderti felice."
"Mi rendi già felice." lo strinsi ancora più forte a me.
Mi spinsi verso di lui, che cadde sul letto di schiena, con me sopra.
"Dove eravamo rimasti?" chiesi, ora piuttosto divertita.
Mi volevo poter fidare di lui, in tutto e per tutto.
Notai che si stupì alle mie parole.
"Non deve essere un obbligo." mi disse.
"Non lo è." risposi, decisa.
"Ne sei sicura?"
"Del tutto."

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