✖Capitolo Uno✖

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Grace's pov

Driiiiin driiiiiiiiin
La sveglia.
Mi alzai dal letto e guardai l'ora: le 7:00.
Corsi in cucina e mi sedetti a tavola. Lolly -così chiamo la ragazza che lavora a casa mia come cameriera- mi si avvicinò e mi disse "Signorina, buongiorno, cosa desidera da mangiare oggi??"
"Lolly, solo un cappuccino, grazie"
"Subito signorina"
Si mise subito ai fornelli e intanto andai in bagno, appena entrata mi guardai allo specchio e notai di avere più occhiaie del solito.
Fantastico, che soprannome nuovo mi daranno a scuola??
Uff.
Mi lavai e andai in camera mia a cercare qualcosa da mettere.
Aprii l'armadio e trovai fra tutti i vestiti dei pantaloncini neri di jeans e li infilai subito. Poi trovai una maglietta con un'enorme stampa dei Beatles e non esitai ad indossarla. Mi piacciono tantissimo i Beatles fin da quando ero piccolina!!
Misi le All Stars nere borchiate e tornai in cucina dopo aver dato una spazzolata ai miei lisci capelli castani.
Presi il cappuccino che era sul tavolo e lo bevvi lentamente, assaporandone tutto il gusto.
Sentii il mio cellulare vibrare: mi era arrivato un messaggio.

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Da: Numero sconosciuto

Non vedo l'ora di 'vederti'.
A dopo, compagnetta.
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Harry!!
Chi altri mi avrebbe chiamato 'compagnetta'?
Ma come faceva ad avere il mio numero?
Mi misi le mani ai capelli appoggiando i gomiti sul tavolo, con cosa e soprattutto come mi avrebbe torturata oggi??

Ore 8:23
Sono davanti alla scuola, non vorrei sentire suonare quella campanella per nulla al mondo, ma eccola lì, che da il via a 6 lunghe ore di tortura.
Entrai nella mia classe con lo zaino ben stretto sulle spalle, e arrivai al mio posto.
Svogliatamente.
Sistemai i libri sotto il banco e mi buttai sulla sedia, chiudendo gli occhi.
Ero la prima, la classe sarebbe stata completamente vuota senza di me.
All'improvviso sentii qualcuno toccare il mio viso, sobbalzai e, aprendo gli occhi, vidi Harry.
Oh no!!
Non mi preoccupavo che fosse arrivato, prima o poi sarebbe dovuto arrivare, ma mi preoccupavo del fatto che fossimo da soli.
Non mi piaceva per niente quella situazione.
"Allora, non mi saluti, Smith??" mi disse sorridendo sfacciatamente.
"Ciao"
"Mmm, sei carina oggi"
Lo guardai con preoccupazione, non potevo leggergli nel pensiero, ma il suo sguardo lasciava intendere che avrebbe voluto divertirsi.
E non glielo avrei permesso.
Non con me.
Avrei lottato fino alla fine per difendermi da lui, ma stranamente, dopo avermi sorriso si sedette e cominciò a sistemare i libri.
I nostri compagni di classe arrivarono un po' più tardi e subito dopo arrivò la professoressa di arte.
Almeno in prima e seconda ora avrei potuto rilassarmi, l'arte è una delle mie materie preferite, credo di saper disegnare molto bene, è la cosa che faccio sempre quando sono triste.
La prof. cominciò a spiegarci Leonardo Da Vinci, mi appassionava quel personaggio e stavo seguendo attentamente la lezione.
"Grace, leggeresti pagina 173?" mi disse la professoressa
"Emm, certo professoressa"
Cominciai a leggere ad alta voce, per permettere a tutta la classe di sentirmi e ad un certo punto Harry mi poggiò la mano sul ginocchio, salendo fino alle cosce. Cercai di continuare a leggere nonostante la mia preoccupazione. Arrivai alla fine del primo paragrafo e la professoressa mi disse di fermarmi per spiegare ciò che avevo letto.
"Harry, smettila, ti prego..."
"Shh"
"Harry, non mentre leggo"
"Non ti conviene aprire bocca"
A quella risposta mi preoccupai, cosa mi avrebbe fatto se avessi aperto bocca??
Era meglio lasciarlo vincere, non volevo guai né problemi.
"Avete capito ragazzi?? Bene, continua Grace" disse la professoressa dopo la sua spiegazione
"Ok"
Cominciai nuovamente a leggere e la mano di Harry si posizionò dove stava prima. Ma questa volta salì sempre di più, fino ad arrivare all'inguine.
Trattenni le lacrime mentre leggevo sforzatamente. Avevo un nodo alla gola. Le parole quasi non mi uscivano dalle labbra.
Harry stava vincendo.
Cominciò a fare più pressione ed io continuai a leggere, pallida in volto.
Mi fermavo ogni tanto per prendere aria, cercando di non far scendere le lacrime.
Misi la mano sulla sua, gliela strinsi, ma lui continuò imperterrito la sua lenta tortura su di me.
La professoressa mi interruppe una seconda volta, per chiedermi che avessi, aveva notato il mio pallore e le lacrime che premevano troppo forte per uscire, ormai.
Guardai Harry e poi mi alzai piangendo, per correre in bagno.

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