"Grace, cazzo!"
Andai a slegarla, la presi tra le braccia a mo' di sposa, uscii dalla porta, mi diressi verso l'ingresso, entrai in salotto e la feci distendere sul divano.
Le tolsi i capelli dal collo e passai delicatamente due dita sulle ferite che aveva procurato la corda.
Abbassai il mio capo sul suo petto, sentii un piccolo e debole battito.
"No, Grace, ti prego. Non mi lasciare qui da solo, ti prego." singhiozzavo.
Non dava nessun segno di vita, ero disperato. Non avrei potuto vivere senza Grace Smith, a costo di essere picchiato da Zayn o da chiunque altro.
Anzi, se avessi potuto, mi sarei preso tutti i suoi dolori e dispiaceri, tutte le prese in giro. Tutto.
Mi alzai dal divano e frettolosamente presi il telefono e composi il numero dell'ambulanza.
"Pronto? Salve, la prego, una ragazza ha provato a suicidarsi, ho bisogno d'aiuto."
"Certo, mi dica l'indirizzo."
Diedi il mio indirizzo e subito staccai, tornando in salotto.
"Stanno arrivando tesoro mio, resisti." le presi la mano e ne baciai il dorso.
Quando qualche minuto dopo sentii la sirena dell'ambulanza poco lontano salii le scale, presi una coperta calda e, dopo averci avvolto Grace, la presi in braccio.
Uscii di casa e aspettai che l'ambulanza si fermasse, per portarci dentro la piccola e fragile ragazza che tenevo fra le braccia.
Il mio piccolo fiore.
"Vi prego, salvatela." supplicai.
"Verrà fatto il possibile, signor..?"
"Styles."
Scrisse il mio cognome su una cartellina e fece per salire sull'ambulanza.
La seguii e mi misi vicino alla mia piccola Grace, che era priva di sensi, ferma. Ma nel suo viso una smorfia di dolore c'era, e mi faceva malissimo, perchè sapevo di esserne la causa.
"Mi scusi, ma non può restare." mi informò qualcuno.
Mi voltai e vidi un' infermiera giovane, che conoscevo benissimo.
Quella ragazza era della mia scuola, Lottie Tomlinson.
Anche se aveva lo stesso cognome di Louis non era sua sorella, ed era una mia ex.
Ma con lei c'era stato solo sesso, almeno da parte mia. Non l'avevo mai amata.
"Oh, Harry!! Perchè sei con.. La Smith??"
"Non sono fatti tuoi."
"In ogni caso non puoi restare."
"DEVO restare, non posso andare via." evidenziai la parola 'devo'.
"È la tua ragazza??" credo che questa domanda le creò un leggero imbarazzo.
"Non ti interessa ed è già la seconda volta che te lo dico. Ora sbrighiamoci." dissi, scontroso.
La vidi sbuffare e andare verso l'esterno, per avvisare di essere tutti pronti.
"Non sapevo lavorassi all'ospedale." le dissi.
"Do solo una mano.."
"Ah."
L'ambulanza partì di corsa, mentre le infermiere che c'erano si occupavano di Grace. In pochissimo tempo arrivammo all'ospedale e quando Grace venne messa sulla barella e portata via velocemente non ebbi il coraggio di entrare.
Lottie mi si fermò davanti e mi baciò le labbra, per poi sorridere e correre via.
Ci misi qualche secondo per rendermi conto di ciò che era appena successo, che le prendeva??
Con lei avevo chiuso già da un po' e non intendevo tornare indietro.
"Non posso restare qui, lei ha bisogno di me." mi dissi, riferendomi a Grace.
Iniziai a correre verso l'entrata dell'ospedale e intravidi le infermiere che stavano correndo verso una delle stanze. Le raggiunsi correndo e una di loro mi fermò.
"Devi aspettare fuori, ragazzo. È molto grave." mi informò a malincuore.
Dopo aver parlato entrò nella stanza dove era stata portata Grace.
Restai lì immobile per qualche minuto, incapace di capire e accettare le ultime due parole che mi aveva detto l'infermiera: molto grave.
Mi lasciai andare sulle ginocchia, piangendo.
"Grace.." sussurrai.
"NON MI PUOI LASCIARE COSÌ!!!" gridai singhiozzando, mentre le lacrime erano sempre di più.
Non mi importava nulla che la gente avrebbe pensato male di me.
Dentro quella stanza c'era la mia ragazza, la MIA.
Ed era solo colpa mia se si trovava lì. MIA. Andai verso il bagno maschile, ma mi scontrai con qualcuno: Liam.
"Harry!! Cosa è successo?"
"Liam, uccidimi, voglio morire, devo morire." mi lasciai andare tra le braccia del mio migliore amico.
Ma che faceva qui??
"Che è successo, Harry?? Perchè dici queste cose?"
"L'ho violentata di nuovo, cazzo, di nuovo!! Ha provato ad uccidersi solo per colpa mia e del mio comportamento. E i medici dicono che sia grave. Uccidimi."
"Vorresti morire e non vederla più sorridere, senza sentire più la sua voce??"
"Ma io la faccio solo piangere!! E sento la sua voce solo quando mi supplica di lasciarla in pace e non farla più soffrire. Io voglio che stia bene e chiaramente con me non può far altro che soffrire!!"
Le lacrime non scendevano più, forse ora più che disperazione provavo odio.
Odio verso me stesso.
"Harry, è vero che hai sbagliato, ma questo non significa che non puoi rimediare. Dalle il tuo amore, stalle vicino."
"Grazie Liam." abbassai la testa, per la prima volta nella mia vita.
Mi diede una pacca sulla spalla.
"Tranquillo. E appena hai bisogno parliamo. Ora però devo scappare, hanno già visitato mia madre e poi corro a scuola, altrimenti faccio tardi."
"Ok, ciao, e buona fortuna."
"A te. Ciao!" mi salutava mentre correva via. Entrai nel bagno e mi sciacquai il viso velocemente. Uscii e raggiunsi la stanza di Grace.
Infermieri e dottori correvano dentro e fuori. Mi sedetti su una delle sedioline del corridoio ed aspettai, ansioso.
Passò mezz'ora e finalmente un dottore uscì dalla stanza.
"Come sta??" chiesi, senza fiato.
Ci fu qualche minuto di silenzio, il che mi stava uccidendo.
"Il battito cardiaco non si è del tutto arrestato, ma è ancora tutto incerto. Stiamo facendo il possibile."
Rimasi impietrito a quelle parole <<...è ancora tutto incerto...>> ciò significava che nel peggiore dei casi avrei potuto perderla.
Tutto solo per colpa mia, come sempre.
Il dottore mi diede una pacca sulla spalla per confortarmi e poi fece per andarsene, ma lo fermai.
"Posso entrare?"
"Non vorrei che.."
"La prego, ho bisogno di vederla, è troppo importante." i miei occhi divennero lucidi.
"Ok, ma non più di dieci minuti."
"Grazie, grazie mille."
Entrai senza fare rumore e mi avvicinai a Grace, che stava sdraiata sul lettino.
Il silenzio era il protagonista in quella stanza. Grace era collegata ad un grande macchinario che possibilmente era quello che la teneva in vita.
Il mio piccolo angelo.
Non avrei potuto sopportare né la mia vita né me stesso senza di lei. Ma tanto già odiavo me stesso, della mia vita il mio scopo era di renderla felice, di vederla sorridere.
Invece succedeva sempre l'opposto: smettevo di ragionare, le facevo del male e la facevo piangere. Poi quando tornavo in me le chiedevo scusa e la coccolavo.
E lei mi aveva sempre perdonato. Ma così non si poteva andare avanti, sarei scomparso dalla sua vita e l'avrei lasciata in pace per sempre.
Presi la sua debole mano e la incrociai alla mia, la strinsi forte.
"Ce la farai, io lo so che sei forte. Sono io che ho sempre sbagliato e che non smetterò mai di sbagliare, ma ti lascerò in pace, promesso. Però devi essere forte, devi farcela."
Mi calai sul suo viso e baciai le sue labbra. "Ora me ne rendo conto perfettamente: io ti amo." confessai, accarezzando il palmo della sua mano con il pollice.
"Ma ti amo veramente, e voglio darti tutto il mio cuore, piccola. Ce la devi fare, sorpassa anche questo ostacolo, anche se so che sarà più difficile, ma tu ce la devi fare. Non puoi lasciarci tutti qui, senza di te. Se non lo fai per me, fallo per Eleanor, per tuo padre e tua madre, per la tua famiglia, per tutti quelli che ti vogliono bene. Ti prego, Grace, ti prego."
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WRITER'S WALL
Fanfiction“Sei il mio sorriso, la mia speranza e tutto ciò in cui credo, non lasciarmi andare. Io ti amo e tu mi ami, questo è il nostro obiettivo, capire che ci amiamo è la nostra meta. Il dolore e le tensioni sono solo il passaggio, lo svolgimento della nos...