10) Destinazione: cuore tuo

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Durante quello stesso pomeriggio, Apollo sentì di doversi separare dalla realtà. In qualche modo doveva riuscirci anche se, in un modo o nell'altro, sarebbe comunque andato incontro al suo destino. Decise di scendere a Central Park e dedicarsi a ciò che gli riusciva bene, ossia le Arti.

Chiamò a sé le sue protette, le Muse, e iniziò a comporre con loro poesie, canzoni e testi in prosa. A lui piaceva passare il tempo con loro, le Muse condividevano con lui la medesima natura e, non avendo molto altro come interesse, loro erano un vero toccasana contro l'ansia. Quando si fece sera, le invitò sull'Olimpo per partecipare al banchetto serale quotidiano.

Arrivarono al seicentesimo piano dell'Empire State Building e il dio le condusse al Piazzale Centrale. Eos li vide arrivare e li raggiunse, accogliendoli gentilmente. Molto probabilmente lo fece per via della sua buona educazione, oppure perché quelle nove ragazze potevano rivelarsi una possibile minaccia.

Apollo notò la ben celata gelosia della dea, il che non poté che farlo sciogliere dentro. Poi, da ragazzo educato, fece uso delle buone maniere e gliele presentò tutte.

~Clio, Musa della Storia

~Euterpe, Musa della Poesia Lirica

~Talia, Musa della Commedia

~Melpomene, Musa della Tragedia

~Tersicore, Musa della Danza

~Erato, Musa della Poesia Amorosa

~Polimnia, Musa del Mimo

~Urania, Musa dell'Astronomia

~Calliope, Musa della Poesia Epica

Eos le accolse con un leggero inchino e un timido sorriso, vedendole poi spargersi per il piazzale, a conversare con le altre divinità. Continuò a guardarle, si ricordava bene che Apollo, da ragazzo, scriveva sempre odi alle sue protette e sicuramente non era un segreto che egli avesse corteggiate più di una volta.

Apollo si avvicinò alla dea dell'Alba e le cinse la bassa schiena con un braccio, stringendola dolcemente a sé, baciandole infine la fronte.

Eos dimenticò la sua tremenda gelosia per le nove protette del Musagete e poggiò la delicatamente la testa sulla spalla di lui, che poggiò a sua volta il mento sulla sua fronte, per poi baciargliela nuovamente, abbracciandola così dolcemente. Oramai il loro legame non era più occulto, le altre divinità ne erano a conoscenza.

Apollo si lasciò sfuggire una risata intenerita. Eos sorrise guardandolo, ma il suo sguardo rimase stupito:-Che c'è?

-Sei gelosa delle mie protette, ammettilo!

-Che cosa? Vorrai scherzare, spero.

-Oh, suvvia! Guarda che ti ho visto prima. Ho visto il modo in cui le guardavi. Non era uno sguardo del tutto amichevole, era... come dire... insicuro.

-Forse un pochino. So che millenni or sono le corteggiavi ed io, personalmente, non sono paragonabile a loro, alla loro ragione di vita, la loro natura, ciò che le accomuna a te. Con loro puoi divertirti e svagarti, con me invece... è tutto lavoro.

-Sì, è vero. Loro conoscono buoni modi per passare il tempo dedito allo svago o all'arte. E sì, tempo fa le ho corteggiate, non lo nascondo, ma nessuna di loro ha più un buon motivo per interessarmi ancora.- disse lui carezzandole i capelli, scambiandosi con lei uno sguardo. Eos sembrava non capire la sua ultima frase, lui le sorrise dolcemente carezzandole il viso e poi rispose:-Loro non sono te.

Eos fu sollevata da quella risposta, temeva di non avere nemmeno lei le qualità che avrebbero potuto interessare ad Apollo. Gli sorrise e lo baciò. Quella era una coppia che avrebbe potuto durare nei secoli, proprio come Zeus ed Hera anche se il padre degli dei, come ben sappiamo, si diede alla pazza gioia con circa i tre quarti della popolazione femminile terrestre. Eos ci pensò su, poi, però, si disse che non c'era motivo di preoccuparsi. Se Apollo aveva detto ciò riguardo alle Muse, affermando che loro non lo potevano interessare proprio perché non erano lei, non c'era motivo di preoccuparsi.

Memories of The SunsetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora