Quella sera, dopo aver accompagnato Persefone all'Averno, Apollo si avviò verso l'Olimpo, laddove era la sua casa.
Al banchetto serale ricevette i ringraziamenti persino da parte di Demetra, seppure il suo gesto non avesse concluso nulla comunque. La dea sembrava alquanto sollevata, il che scaldò il cuore di Apollo.
Dopo di tutto ciò avrebbe dovuto sentirsi bene, in pace con se stesso e con gli altri, no?
Ebbene, non fu così. I suoi mali iniziarono quando si stese sul suo letto, non appena chiuse gli occhi. Durante la notte, lo assalirono terribili incubi.
Ciò poteva avere due possibili- terribili -spiegazioni:
A) un certo zietto (non saranno fatti nomi) potrebbe aver scoperto il trucchetto del giorno più lungo e costui abbia incaricato Fobetore di far passare ad Apollo una notte impossibile per vendetta.
B) una profezia. Una terribile profezia.
Apollo volle sperare che fosse giusta la prima possibilità, tra le due si era dimostrata la meno terribile.
Il respiro si fece pesante e affannato a causa dell'incubo che sentì talmente reale da percepire ciò che accadeva in esso sulla propria pelle.
Si svegliò poi nel cuore della notte, di soprassalto, dopo aver avuto la strana sensazione di precipitare nel vuoto. Spalancò gli occhi, con un'espressione spaventata a morte, come se avesse visto uno dei peggiori demoni esistenti.
Si premette una mano sul petto, sentendo il proprio battito cardiaco spaventosamente accelerato. Cercò di calmarsi, rallentando il proprio respiro. Forse gli avrebbero fatto bene quattro passi, in solitudine e silenzio.
Uscì dalle proprie stanze quattamente, cercando di non svegliare l'intero Olimpo, ancora dormiente, avviandosi verso il Grande Piazzale Centrale, dove iniziò preoccupato a camminare avanti e indietro, meditando su ciò che aveva visto in sogno. Sospirò, cercando invano di calmarsi.
-Okay, sto diventando pazzo! Ah, devo calmarmi o finirò per scivolare lentamente nella follia più totale. Oh, mio io, devo risolvere la situazione! Devo restare calmo e cercare una soluzione... sì, quella si trova sempre.
-Che cosa si trova sempre?- chiese una voce alle sue spalle.
Il dio sobbalzò voltandosi, trovandosi la collega alle spalle. Che ci faceva lì? Aveva origliato il suo sfogo?
-Oh, Eos. Ma tu guarda, hai la capacità di apparire quando uno meno se lo aspetta...- rispose Apollo con un sorriso ebete sulle labbra, dovuto alla figura appena fatta.
-Cosa c'è che non va? Di solito non sei mai sveglio a quest'ora. È tremendamente tardi.
-O presto... dipende dai punti di vista.
Eos sorrise, scuotendo la testa divertita, guardando poi il dio nei suoi brillanti occhi azzurri, dicendogli con tono dolce:-Prima ti ho sentito. Nel momento in cui sei quasi ammattito. Avanti, dimmelo. Qual è il problema?
-Ah, come posso spiegare... ho... ho avuto un incubo. Il che potrebbe essere spiegabile in due modi: visita inaspettata da parte di Fobetore o una profezia. Io spererei con tutto me stesso nella prima, ma la seconda è la più plausibile, purtroppo.
-Oh, santo cielo. Dai, siediti, rilassati e parlamene.- disse conducendolo fino al suo trono d'oro, mettendosi in piedi di fronte a lui -Cos'hai visto nel tuo sogno? Dimmelo.
-È un sogno da interpretare, perciò dev'essere per forza una profezia.- disse con aria intimorita, con quelle immagini, ancora ben nitide, davanti agli occhi. -All'inizio ho visto una donna, di cui il volto mi era ignoto, perché un'aura nera mi impedì di identificare chi lei fosse.
STAI LEGGENDO
Memories of The Sunset
FanficRaccolta di memorie che vedono come protagonista Apollo ai giorni nostri in cui saranno narrate le sue avventure, i suoi sentimenti e le risposte a tanti perché di avvenimenti compiuti dal Sole.