Capitolo 1

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Quel terribile suono non fa altro che echeggiare per l'intera stanza, perforando i miei poveri timpani. 

Con molta fatica mi sollevo di poco dal letto per spegnere quell'inferno, la sveglia. 

Sono le sette del mattino e io sono costretta ad alzarmi per andare in quel carcere minorile che comunemente chiamiamo scuola. Il liceo Psico-pedagogico è veramente impegnativo e terribile... Perchè mai devo studiare una lingua morta come il latino? Semplice, per essere più colta. Così dice mia mamma... Io dico che è un'inutile perdita di tempo. Perchè non posso semplicemente studiare solo le materie che mi piacciono? L'italiano, l'arte, l'inglese, la filosofia e la psicologia? Infondo sono in questo liceo per diventare una psicologa, non mi servono la matematica, il latino e la biologia! O meglio, non si potrebbero saltare i cinque anni di liceo e passare direttamente all'Università? Meno male che questo è il mio ultimo anno.

"Isy! Lo sai che è già tardi?"

Come non detto mia mamma deve sempre ingigantire le cose. 

Infondo sono le sette e un quarto, a scuola si entra alle otto e mezza. 

"Fra poco mi alzo." Dico girandomi dalla parte opposta del letto, infilando il viso tra il cuscino e il materasso. 

Ieri notte non avrei dovuto fare le ore piccole, ma è stato più forte di me... Dovevo assolutamente finire di leggere quel meraviglioso libro sulla danza! 

"Isabella Mia Carini! Alzati immediatamente o ti butto un secchio di pesce appena pescato in faccia!" 

"Oh no... Il pesce no! Mi alzo, subito!" 

Appena tocco il pavimento gelido di camera mia mi rendo conto di essere veramente in ritardo. 

Sono le sette e mezza e tra mezz'ora dovrei essere in pullman. Complimenti Isy, iniziamo bene la giornata. 

In fretta e furia vado verso l'armadio e prendo la prima cosa che mi capita in mano, un jeans blu e una semplice maglietta a maniche corte. In fondo siamo già a maggio, e qui in Sicilia il caldo si fa sentire. 

Mi butto a capofitto dentro la doccia e mi lavo velocemente, senza preoccuparmi minimamente del caos che sto facendo in bagno. 

Il vapore ha ormai annebbiato lo specchio e non ho nemmeno il tempo di mettere un filo di lucidalabbra, dannazione. 

"Mamma, sono in ritardo!" Urlo scendendo velocemente le scale e andando a sbattere contro mio padre. 

"Oh, ma davvero?" 

"Ti prego accompagnami!" La supplico prendendo in fretta una pasta alla nutella appena portata da papà. 

"Nemmeno per sogno, peggio per te." 

"Ma mamma!" 

"Niente ma signorina, io non ti accompagno." 

"Papà?" Mio padre non resisterebbe mai alla mia faccia supplichevole, è troppo buono. 

"Emh... Tesoro, io... Devo andare a lavorare... Oggi il tempo è ottimo e mi sono già messo d'accordo con gli altri per andare a pescare." 

Oddio, e adesso come faccio?

Idea, Alex! 

Alex, o meglio, Alessandro, è il mio stupendo cuginetto. Ha tre mesi più di me e viene nella mia stessa scuola, solo che fa lo scientifico. Si fa chiamare Alex perchè dice che il suo nome è troppo lungo... Idiota. Cosa dovrei dire io, allora? Isabella Mia Carini. Non uno, ma ben due nomi.

Appena il 'pronto' di mio cugino attraversa il telefono grido di gioia dentro di me. 

"Alex, mi passi a prendere con la moto? Lo so che devi accompagnare anche Clara, ma è molto tardi!" 

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