Aveva fatto credere ad Alexander, che quando lui era andato via, la tizia che doveva scoparsi Stephen se n'era andata, perciò era venuto a cercarla e lo aveva portato a letto.
Alexander se la rideva gioioso, se Stephen la voleva ancora avrebbe dovuto fargli dei favori. Quello era diventata, la merce di scambio con tutti i suoi amici. Prese una pillola per il mal di testa e si fece un lungo bagno caldo e aspettò.
Alexander arrivò poco dopo, le lavò la schiena e il corpo. Era il suo modo di ripulirla dopo che l'aveva concessa ad altri. Le chiese se voleva mangiare ma rispose di no.
-Sei arrabbiata, Paris?- La sua voce era preoccupata.
-No tesoro, sono solo stanca. Credevo fosse ubriaco, invece mi ha tenuto sveglia tutta la notte.-
Lui rise come un pazzo, chiedendole particolari intimi di ogni sorta.
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Dormì per due giorni, Alexander era preoccupato: era la prima volta che era molto preoccupato per lei. Lei cercava di riprendersi ma le faceva male tutto, si sentiva la febbre e non respirava.
Chiamarono un medico che, dopo averla visitata, chiamò l'ambulanza.
Non era un influenza, ma una polmonite ed lei era così stanca che era tentata di lasciarsi andare. La sua famiglia la avrebbe pianto un poco, era sempre in previsione che sarebbe potuta non tornare viva da qualche missione.
Qualche volta le era sembrato di sentire la voce di Alexander, dalla quale scappava rifugiandosi nel sonno. Altre volte sentiva i sussurri di Stephen, che le diceva che presto sarebbe tornata a casa. Gli stringeva, per quel che poteva, la mano, sperava che capisse che lo sentiva.
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Non sapeva quanti giorni erano passati, aveva ancora voglia di fuggire dalla realtà rimanendo in quel limbo ovattato.
Alexander era lì, sentiva il suo profumo sentiva che le teneva una mano, la sua espressione era indecifrabile.
-Sai, a mio modo ti ho amato, veramente.-
Chiuse e riaprì gli occhi guardandolo.
La voce le uscì roca e fievole. -Lo so Alexander. A modo tuo ami chiunque ti circondi.-
-Vieni con me. Ci rifaremo una vita. Metteremo su famiglia.-
-Sai bene che non posso e non lo farò.-
Le baciò una mano . – Nessuno ti cercherà mai. È una promessa la mia.-
Lei annuii con la testa. -Addio , Alexander.-
-Ciao Paris, anche se immagino non sia il tuo vero nome-
Lei alzò le spalle.
Si allontanò, vide fuori dalla porta due agenti del suo gruppo. Si tuffò indietro sui cuscini cercando di capire.
Probabilmente era diventato un collaboratore. Quindi si sarebbe nascosto per il resto della sua vita, se manteneva un profilo basso sarebbe riuscito a rimanere in vita per moltissimo tempo.
Si alzò piano, andò in bagno con lenta dovizia levò le extension bionde che portava da un pezzo.
I capelli le arrivavano appena alle spalle senza, andò sotto la doccia e ci rimase a lungo. Si asciugò e cercò qualcosa di pulito nell'armadio dove trovò suoi abiti militari.
Iniziò a piangere, l'avevano liberata, Stephen la aveva liberata.
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Rome **Serie Pink Lady**
ChickLitSeguito di "regole d'amore" anche se qui non si parla di Barcellona, ma del resto della sua famiglia, Rome in particolare. Una vita sempre in missione, prima come militare, poi per la CIA. Al rientro dall'ultima missione sotto copertura il trauma...