Pulito tutto si mise seduta al centro della stanza guardando fuori. Altre lacrime amare le inondarono il viso. Avrebbe voluto dire a sua sorella da dove nasceva quel suo astio verso Patrick. Ma come spiegare tutto? Come dirle che lui era un criminale e ciò che lei aveva fatto.
Sentì qualcuno entrare in casa.
-Rome!- Berlin dietro di lei la fissava sconvolto. -Che cazzo è successo?-
Rome lo guardò e quando lui le vide il viso stravolto e sconvolto si mise seduto accanto a lei e l'abbracciò.
Le lacrime scesero copiose fino ad avere dei singhiozzi.
-Lo so che non puoi parlare, e so anche che non sei più una militare da tempo.-
Rome lo guardò sconvolta.
-CIA? FBI?- Le chiese infine vedendo che non parlava.
-CIA.- Gli disse in un sussurro.
Lui annuii. -È li che hai conosciuto sia Stephen che Patrick?-
Lei mosse la testa affermativamente.
-Stephen è della CIA.?- Berlin era proprio come lei, era riuscito a capire tutto.
Lei mosse la testa affermativamente di nuovo.
-Quindi Patrick non è Patrick e non è un "buono"?-
Lei mosse ancora la testa.
-Merda!- Grugnì Berlin.
-Non serve che ti ricordo che sono segreti a livello nazionale, vero?-
-Lo so, Rome! Non sono stupido! Ma hai portato questa merda nella nostra famiglia!- Grugnì incazzato alzandosi in piedi.
-Non ho portato un cazzo io! Ero fuori da tutto da quando sono rientrata!- Rome sospirò.- Non volevo nemmeno rientrarci, ero in aspettativa. Stavo decidendo se mollare tutto o fare lavori d'ufficio.-
-Devi dirlo ad Athena!- Grugnì Berlin. -Devi dirlo alla famiglia!-
Rome sospirò. -Non posso.- Guardò suo fratello. -Con tutto l'amore che ho per la famiglia, ma sono segreti nazionali e ho dei doveri riguardo a tutto.-
-Merda Rome! Cazzo! Vuoi veramente che Athena stia con quello?-
-No che non voglio! Ma non posso nemmeno tradire il mio paese!-
-Tradire il tuo paese o la tua famiglia? Tu scegli la nazione che ti ha ridotto come sei ora?-
La porta si aprì e Stephen entrò guardando la stanza e guardando i due. – Che succede?-
-Lo sa.- Rome lo disse sospirando. Stephen guardò Berlin e Rome truce.
Si passò una mano fra i capelli. -Rome perché glielo hai detto?-
-Tienila fuori. Ci sono arrivato da me, non sono stupido e anche io conosco gente. Prima di parlare mi sono informato.-
Stephen guardò il mucchio di mobili fuori nel giardino eSorrise -Voglia di cambiare il mobilio?-
Tutti e tre si guardarono un paio di attimi sorpresi di quel commento e iniziarono a ridere.
~~♡~~
I toni si abbassarono e parlarono calmi di quello che ora dovevano fare per via della "falla" .
Berlin si offrì come consulente. -Conosco tanta gente, sai che so tenermi le cose.-
Gli studi da criminologo che aveva fatto gli muoveva la mente troppo veloce per loro.
-Patrick è nel team.- Annunciò Stephen di punto in bianco.
Rome lo fissò con rabbia. -No!- Rome lo guardò sospirando e tremando dalla rabbia.
-Rome, lascia stare quello che era....-
-Stephen non osare!- Gridò lei. -Sappiamo entrambi COSA E CHI è Patrick e io l'ho sperimentato sulla mia pelle. Non lo voglio né nella mia famiglia né nel team! Se c'è lui me ne esco io!-
-Rome! Non fare l'idiota ora! Sai perfettamente che lui può vedere cose nei sistemi informatici che noi non vedremmo. Quindi riflettici. Vuoi uscirtene? Veramente? Sai che posso farti uscire in qualsiasi momento, da tutto!- Stephen ringhiò.
-Mi stai minacciando?- Rome era una furia in volto.
Berlin guardava i due tenendosi in disparte.
-No Rome, sai bene che le mie non sono minacce. Mi bastano due parole e la tua aspettativa diventa permanente.-
Rome lo guardò con odio. -Esci da casa mia! Ora!-
-È la tua decisione definitiva?-
-Ho già chiamato sono già dentro. Non puoi cacciarmi.-
Stephen guardò la stanza e la guardò con un sorrisino derisorio. -Va bene, suggerirò una valutazione psicologica, prima di farti riprendere servizio. È questo che vuoi? Fare la guerra con me?-
Un urlo le sfuggì dalle labbra mentre gli si lanciava addosso. Berlin la fermò. Placcandola e fermandole le braccia e tenendola ferma.
-Rome! Calmati!-
-Calmarmi? CALMARMI? È colpa di quel bastardo malato che io sono così, per tutti quelli che ho dovuto scopare per i suoi favori con criminali, per gente come lui. Non credo sia cambiato, non ci crederò mai! Lo vuoi nel team, bene ma deve lasciare mia sorella e tenersi lontano da lei. Questa è la condizione!-
Berlin era sconvolto alle parole della sorella. Spostava lo sguardo da uno all'altro. Senza dire nulla.
-Va bene, Rome.- Le disse infine Stephen. -Se vuoi l'infelicità di tua sorella, sarai accontentata.- Si passò una mano nei capelli fissandola come se solo allora fosse uscita la vera lei. -Ma come chiudi la loro storia, chiudi anche la nostra.- Le disse infine.
-La nostra?-Rome rise cattiva. -Noi non abbiamo una storia, quello si chiama sesso, una scopata. Quindi che sia aperta o chiusa non me ne frega nulla. Mi farò trovare qualche scopata da Patrick!-
Berlin la guardò sconvolto. -Con questa ultima tua frase, Rome, hai fatto schifo anche a me. Spero sia la rabbia che ti faccia parlare e non la sorella che ho sempre amato.-
-Quella persona non esiste più Berlin! Ora andatevene!- Guardò Stephen. -Fammi sapere dove ci troveremmo per le riunioni.-
Lui mosse la testa e sul viso una maschera di pietra, se ne andò.
Berlin la guardò non riconoscendola più. Scosse il capo e se ne uscì. -Spero che un giorno ti renderai conto di cosa stai facendo e che quel giorno ritornerai te stessa.
Fino ad allora, stai lontana da tutta la famiglia, non ti meriti di essere amata da nessuno.- Berlin si voltò e uscì da quella casa.
Rome sospirò prese le chiavi della macchina e delle altre chiavi da un cassetto e uscì.
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Rome **Serie Pink Lady**
ChickLitSeguito di "regole d'amore" anche se qui non si parla di Barcellona, ma del resto della sua famiglia, Rome in particolare. Una vita sempre in missione, prima come militare, poi per la CIA. Al rientro dall'ultima missione sotto copertura il trauma...