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Il corso che teneva al mattino con tre classi di persone di età differenti, aveva fatto le prime vittime. In ogni corso aveva individuato il macho e lo aveva mandato in altra struttura, aveva individuato le varie e i vari nerd, e quindi li aveva mandati al reparto tecnologico, aveva puntato alcuni per ogni corso. Alcune ragazze e alcuni ragazzi che avrebbero potuto lavorare sotto copertura.

Alla sera sapeva che alcuni di loro, contravvenendo alle regole, si trovavano in un pub.

Il pub era gestito da un ex agente.

Si travestì e si mescolò alla gente, il gruppetto parlava e rideva del corsi che seguivano.

Si mosse per il locale attirando sguardi e occhiate. Soprattutto da alcuni dei suoi allievi. Uno di essi le si avvicinò dicendole delle porcate in un orecchio. Lei sorrise e gli fece il gesto di uscire fuori con lei.

Quando furono ad una macchina tirò fuori la pistola dalla borsetta e disse solo -"Bang".-

Si tolse la parrucca e lo guardò. -Profili bassi, anche nei luoghi di ritrovo. Avete parlato tutta la sera dei corsi e tu sei morto. Sei bravo, ma non abbastanza.Farai il corso di criminologia.-

Lo fissò mentre lui comprendeva ciò che era successo e le corse dietro. -Non può cacciarmi ora.- La scongiurò.

-Troppo tardi. Ma tranquillo, non sei l'unico. Tutti e tre del gruppo siete fuori. Mentre noi uscivamo, nel pub, si è scatenato una rissa ed entrambi i tuoi compagni sono stati uccisi. Come io ho ucciso te. Siete fuori dal programma. Sei bravo ma non abbastanza. Fai il corso di criminologia, studia i profili di chi è un criminale. Quello aiuterà moltissimo chi è sotto copertura per entrare nella mente degli obiettivi.-

Il ragazzo sospirò fece un gesto con la testa e andò verso il pub. Aspettò i suoi amici e se ne andarono tutti e tre con le spalle curve.

~~♡~~

Rientrò a casa, levandosi le scarpe con il tacco.

Guardò i lavori che procedevano. Il suo appartamento si sarebbe rimpicciolito di un poco. Il soggiorno sarebbe stato piccolino ma confortevole, la cucina piccola. Aveva mantenuto solo la grandezza del bagno e della camera.

Però, intanto, si stava modellando lo studio medico vicino alla porta della sua entrata. Andò nella sua camera, lanciando le scarpe in un angolo con il vestito e l'intimo. Si fiondò direttamente in bagno e si riempì la vasca.

Guardò il suo corpo: aveva un paio di cicatrici, da ferite in Afghanistan. Si guardò allo specchio, non era male come donna. Aveva le curve nei punti giusti e quando si vestiva da prostituta, lo diventava.

Aveva ancora diversi alias in giro, non li aveva cancellati. Per quello sapeva che c'era qualcosa che non andava con gli alias. Solo in una sezione della CIA venivano schedati i nomi degli alias e cancellati quelli in disuso per la morte dei proprietari o per pensionamenti. Quindi, se era come sospettava, partiva da lÌ.

C'era una falla, una falla nel sistema. Come Stephen ci era arrivato era un mistero, avrebbe dovuto ricordare cosa fosse successo quel giorno. Sforzandosi o utilizzando metodi diversi.

Mandò un messaggio a Berlin di trovare qualche persona specializzata in ipnosi.

Si mise nella vasca da bagno e rimase dentro.

Chiuse per un attimo gli occhi ricordando quei giorni che lui era rimasto da lei. Le era piaciuto.

Suo fratello diceva che era innamorata di lui.

Pensò al primo incontro, ai loro scambio di sguardi, a ciò che lui le faceva provare quando avevano fatto l'amore e quello di sicuro non era solo sesso.

Si erano dati così profondamente, così totalmente, che era impossibile fosse solo sesso.

Era in grado di amare lei? Amava la sua famiglia. Amava il suo paese.

Stephen era una novità.

Aprì gli occhi, uscì dalla vasca e si avvolse nel suo morbido accappatoio. Si buttò sul letto e rimase ferma ripensando a lui.

Perché gli teneva nascoste le cose? Si era presa la responsabilità totale dell'operazione. Quindi qualsiasi cosa sarebbe successa Stephen ne sarebbe uscito pulito, come anche Berlin, Patrick, e tutti quelli che lavoravano con lei nella palestra. Ogni colpa sarebbe stata addossata a lei, se le cose andavano male. Se le cose invece andavano come speravano, le vittorie sarebbero state di tutti e Patrick avrebbe ripulito il suo nome.

Berlin sarebbe stato preso in considerazione per un lavoro da consulente criminologo, Stephen per una promozione.

I suoi amici inseriti in team di supporto, per lei non aveva chiesto nulla. Voleva solo rimettere a posto le cose.

Non poteva ritornare indietro nel tempo e cancellare quel periodo, ma poteva perdonare se stessa e gli altri.

Sospirò e sorrise. Addormentandosi poco dopo.

~~♡~~

I giorni seguenti arrivarono gli altri pezzi per il pc, Patrick costruiva, collegava, e poi ogni sera tornava da Athena con fiori, cioccolatini. Però lei era arrabbiata, lui avrebbe continuato, fino a riconquistarla.

Rome sospirò avrebbe dovuto dirlo a sua sorella, magari una mezza verità. Per spiegare che Patrick l'aveva lasciata per colpa sua. Senza entrare nei particolari.

Parlò con Berlin e strutturarono una mezza verità da poter dire ad Athena. Modellarono la precedente vita di Patrick, come un dipendente della CIA. -La falla.- Disse Berlin. -Prendiamo un alias di qualcuno che non c'è più.-

Rome mosse la testa. -Parlane con Stephen. Magari ha un alias lui.-

Berlin le sorrise. -Perché non glielo chiedi tu?-

-Non sono ancora pronta. Un passo alla volta, fratellino.-

Berlin le si avvicinò e la abbracciò. -Sapevo che saresti tornata.- La baciò in fronte.

Rome **Serie Pink Lady**Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora