6.

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«NO» la voce alza di Nick si sente fino alla stanza. 

Apro gli occhi lentamente e confusa, si sente solo un enorme baccano in giro per la casa. Voci, i piedi pesanti sul pavimento, rumore dei bicchieri, tutto insieme. Mi rendo conto che se qualcuno è sveglio allora deve essere mattina presto... Così allungo la mano per prendere in mano il cellulare e controllare l'ora. Sono le otto. Riappoggio il dispositivo e chiudo gli occhi appesantiti dal sonno. Le otto, quindi questo vuol dire che mancano esattamente... Zero minuti al suono della sveglia perché è già tardissimo. Abbiamo lezione tra mezz'ora. Scatto sul letto e guardo dietro di me, Vinnie è stretto al cuscino con la coperte che coprono il suo corpo fino a sotto il mente. 

«Vinnie, sono le otto» gli dico correndo via dal letto per prendere qualcosa da mettermi addosso e correre in università.

«Ma che diavolo dici?» mi domanda con la voce assonnata. 

«Non è suonata la sveglia, scendi dal letto» saltello mentre indosso i jeans. 

Vinnie si stiracchia sul letto, per poi scattare in piedi solo quando vede con i suoi stessi occhi l'orario. Non riesco a capire come sia possibile... O forse sì. Ieri sera, dopo aver mangiato la fetta di torta Vinnie è uscito dalla stanza. Non ho idea di che cosa abbia fatto o di dove sia finito, perché ci ha messo così tanto che penso di essermi addormentata da sola sul letto. Probabilmente ha fatto affidamento su di me per la sveglia ed è andato dritto a dormire. Strano, di solito ci tiene sempre a essere molto puntuale. 

«Come cazzo è possibile che non abbiamo sentito la sveglia?» si infila la felpa. 

«Penso di non averla nemmeno messa» mi passo la spazzola tra i capelli.

«Non l'hai messa?» sembra confuso.

«No»

«Dove cazzo è Albert?» si ricorda:«Vuoi vedere che è già pronto e lo stronzo l'ha fatto apposta a non svegliarci?» 

Non credo che Albert sia capace di fare queste cose. Sì, è stato un po' stronzo per avermi consigliato una torta sbagliata ma penso che lo abbia fatto solo per dare fastidio a Vinnie. A fare gli scherzi è bravo, ma non credo che si spingerebbe a tanto.

Vinnie esce dalla stanza innervosito e noto con la coda dell'occhio che la direzione che prende è quella della stanza del suo migliore amico. Non sento i loro discorsi perché mi concentro su di me e l'essere pronta nell'arco di cinque minuti. 

«Quando se ne va?» Nick sbuca fuori dal nulla in camera.

«Cosa?» domando confusa.

«Quando se ne va Monique?»

«É ancora qui?» chiedo. 

«Sì, sai che cosa ha fatto?»

«No, mi sono appena svegliata e sono anche in ritardo Nick, non ho tempo di parlare»

«Ma hai tempo di ascoltare» conclude lui.

Mi segue passo dopo passo mentre mi dirigo verso la cucina:«Questa mattina quella stronza antipatica si è svegliata prima di tutti perché a detta sua non aveva più sonno» la prende in giro mimando la voce:«E sai che cosa ha fatto? Visto che non ha trovato nulla che le potesse piacere da mangiare per colazione, si è messa a cercare nello scaffare sopra al frigo, quello in alto»

Non ho idea di che cosa stia parlando, nella mia testa sento solo una voce e tante voci confuse. Prendo il goccio di caffè che è rimasto nella moka e lo bevo come se fosse uno shot di tequila.

«E tutti, TUTTI, in questa sanno che quello è il mio scaffale, riservato. C'è anche un foglio che ho attaccato con un pezzo di scotch» e in effetti quando alzo lo sguardo noto il foglio, è la prima volta che lo vedo:«L'ha aperto e si è mangiata gli ultimi pain au chocolat che mi sono rimasti. Ora io non ho la colazione e sai cosa mi ha detto lei? Te ne comprerai altri. ME NE COMPRERO' ALTRI? QUANDO É STATA LEI A MANGIARLI?» 

PAUSE II - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora