13.

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«Ohh» sento al voce di Vinnie, qualcosa mi tocca il braccio con insistenza. Ma dove mi trovo? Che cosa sto facendo della mia vita? E che freddo. Sto congelando:«Siamo a casa» le labbra di Vinnie sono le prime cose che vedo quando apro gli occhi.

Mi rendo conto dopo qualche secondo di troppo che mi trovo in macchina e che siamo usciti neanche venti minuti fa da quella casa. Il viaggio da addormentata sembra essere durato in eterno, e ora sto pure peggio perché la mia testa sta pulsando con insistenza. Devo prendermi qualche medicina se voglio dormire ancora questa notte.

«Stai male?» mi chiede, vedendo come mi muovo lentamente.

«Sono stata meglio»

«Gli altri mi hanno scritto che restano ancora alla confraternita, però la situazione sta prendendo una piega che non mi piace perché Albert mi ha detto che Aaron ha provato a provocarli un paio di volte» mi racconta brevemente.

«Vuoi andare da loro? Riesco a farmi le scale da sola» ho la voce assonnata.

Vinnie mi guarda sorridendo, ma non con cattiveria, quasi con dolcezza:«Penso che loro se la possano cavare»

«Io no? Guardami, sto benissimo»

«Certo» il tono ironico mi ha fatto capire che non mi crede neanche per sbaglio.

«Perché Aaron ce l'ha con voi? Non mi è sembrato che il problema fossi solo io»

«Lo conosciamo dalle superiori, viene dalla nostra stessa città e abbiamo avuto la sfiga di incontrarlo qui» risponde, senza però rispondere alla mia domanda.

«Perché sfiga?» insisto.

«Non importa, tanto è passato, ma dobbiamo comunque tenerci alla larga» si toglie la cintura di sicurezza.

«C'entra con Monique?» domando.

«Per la prima volta, no, non c'entra con lei ma con Sebastian?»

«Non che mi stupisca la cosa, doveva aver pestato il piede alla persona sbagliata almeno una volta nella vita con il carattere che ha» ci scherzo su, ma Vinnie non sembra trovarlo divertente.

Riaccende il cellulare per controllare che non siano arrivati nuovi messaggi, non sembra molto presente ma non capisco nemmeno perché non stia correndo da loro. Se il problema sono io... Non so nemmeno come fargli capire il contrario.

«Andiamo su» mi dice.

Mi libero dalla cintura e apro la portiera per seguirlo. Non appena i miei piedi toccano terreno, il mondo attorno a me comincia a girare e Vinnie deve averlo notato, perché appena mi vede corre verso di me.

«Riesco a farmi le scale da sola, eh?» mi prende in giro.

«Riesco per davvero»

«Giuro che la prossima volta che bevi, ti porto a casa anche prima di quest'ora» dice.

«Perché? Che ore sono?»

«Mezzanotte»

«Mezzanotte?» domando sconvolta.

«Siamo stati dentro un'ora» ride lui.

«Non ci credo...» cammino con lui al mio fianco.

«Credici» mi apre la porta.

«Mi dispiace tanto Vinnie... » dico sincera.

Non ho nemmeno preso in conto il fatto di esagerare così tanto. Non volevo nemmeno rovinare la serata a qualcuno, soprattutto a Vinnie. Anche se le sue parole mi hanno ferita più di una volta, lui c'è stato quasi sempre da quando sono qui...E come lo ringrazio? Stando male?

PAUSE II - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora