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«Sono stufa di tutto questo...» sussurro a un soffio dalle sue labbra piene:«Ci siamo promessi di ricominciare da zero.. di tenerci alla larga, l'uno dall'altra» 

Le sue pupille si dilatano con la cura di guardarmi dritto negli occhi, come se il mio corpo o le mie labbra non gli interessassero più. Il suo piercing riflette l'unica piccola luce accesa nella stanza:«Sono geloso» dichiara, bloccandomi il respiro:«Sono incazzato e geloso. In questo momento, anche brillo»

«Perché dovresti?» chiedo. 

«Perché non riesco a vederti con nessun altro che sia me. Pensavo di essere più forte di così e di riuscire a lasciarti andare, per il tuo bene. Non è facile stare con qualcuno che ha di mezzo forse un figlio e una ragazza che si mette in mezzo appena ne ha occasione. Non voglio farti perdere tempo, non voglio che tu riviva ciò che è stato con Cole, perché ti meriti molto più di questo Beth» i suoi occhi non si staccano dai miei, non l'ho mai visto così tanto serio:«È questa la verità. Pensavo di facilitarti la vita. Ma non mi sto facilitando la mia. La sto rendendo impossibile perché anche questa sera, mentre sfioravi il collo a Aaron, cazzo...» serra la mascella. 

Le mie dita la sfiorano, il suo battito cardiaco batte sotto ai miei polpastrelli:«Vinnie..»

«Non posso darti ciò che vuoi perché non vorrei metterti in mezzo a un cazzo di casino che non saprei come risolvere se quel bambino si rivelasse essere davvero mio» dice.

«Non sta solo a te decidere» dico.

«Non sta solo  a me, ma se la mia decisione può renderti più libera, allora sono pronto a rinunciare a tutto» risponde, le sue dita sono ancora ferme sulla stoffa del vestito che separa la mia pelle dalla sua. 

«È un ragionamento di merda, lo sai vero?» chiedo. 

I suoi denti dritti si mettono in mostra per via del sorriso che riesco a strappargli per la mia frase, alza la mano per sfiorarmi il mento:«Non ho ciò di cui hai bisogno, Beth»

Le sue parole tornano a essere taglienti.

«Ma mi manchi» continua:«Non c'è giorno o notte che io non ti pensi, ed è difficile non farlo quando viviamo a una stanza di distanza»

«Possiamo prenderci una pausa da tutto questo» dico, tenendo duro quando le sue dita mi sfiorano le labbra:«Una pausa finché non c'è Monique, dimenticare i problemi che ci sono e fare finta che non esistono. Vedere come se sarebbe se esistessimo solo io e te» 

«Non sono un tipo da relazione» ride:«L'unica che ho avuto è andata a finire di merda»

«Non per questo non ce ne possono essere altre» la mia voce roca:«Posso proporlo a Aaron, se rifiuti, sono sicura che gli farà piacere» le mie dita gli accarezzano il collo, fino ad andare a trovare il colletto della sua camicia. 

«Ti interessa davvero Aaron?» il suo fiato si accorcia. 

«Se così fosse?» provoco io. 

«Se così fosse, lascia che ti faccia cambiare idea» si china su di me, bloccandosi a un passo dalle mie labbra. 

Non prosegue.

«Hai paura di perdere la scommessa?» gli chiedo. 

«E tu?» provoca a un centimetro di distanza dalle mie labbra. 

«Non rischio, se non lo fai tu per primo» dico. 

I secondi di silenzio che seguono mi fanno rabbrividire. Chi l'avrebbe mai detto che saremmo arrivati a tutto questo? Lo sapevo che questa sera ci trovavamo insieme alle persone sbagliate, ma in questo momento ne ho solo che la conferma. Nessuno mi fa sentire come lui. Nessuno sa tenermi testa come lui. Nessuno è stato in grado di alterare il mio battito cardiaco in questo modo solo perché siamo vicini. Lo odio e lo amo allo stesso tempo. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 11 ⏰

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PAUSE II - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora