17.

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Non riesco a crederci di essere riuscita a dire a Vinnie ciò che provo per lui. E se rovinasse tutto tra di noi? Se la mia confessione lo mandasse ancora di più in confusione? Non mi deve interessare. Io almeno mi sono tolta definitivamente un peso dal petto che sentivo da giorni, poi saprà lui che cosa farci o meno. 

Non riesco nemmeno a trovare il coraggio di mettere piede in appartamento, sono davanti alla porta da circa dieci minuti. Per tutto il giorno io e Vinnie non ci siamo rivolti parola, ho fatto anche il possibile per accompagnare Claire a casa e non fare il tragitto di ritorno con lui. Non so che cosa mi stia prendendo, in realtà non ho motivo di evitarlo... Eppure mi viene così spontaneo farlo, sarà che ho paura della sua reazione. In fondo, non l'ho lasciato con delle parole leggere. Ma non gli ho nemmeno chiesto di prendere una decisione esistenziale e nel caso sono anche pronta a qualsiasi forma di rifiuto, cosa molto probabile. 

«Hai intenzione di startene qua davanti per ancora molto tempo?» la voce di Sebastian mi fa quasi urlare dallo spavento. 

«Mi sono incantata davanti a questa splendida porta» rispondo ironicamente. 

«Non vuoi entrare in appartamento quindi» dice. É così ovvio? 

«Non proprio» rispondo sconsolata.

«Va bene» sussurra lui e resta fermo sul posto per qualche istante. É come se stesse aspettando qualche parola da parte mia, forse per la prima volta gli interessa sapere qualcosa di me? Strano che non mi abbia ancora presa in giro o insultata... Non è da lui. Ma mi illudo inutilmente. 

Passano tre secondi contati:«Beh io mi sono dimenticato le chiavi, quindi se me le potessi prestare...»

Certo. Giusto. 

Cerco nella borsa che mi sono portata per l'università, trovarle in mezzo ai libri e ai pezzi di carta mi risulta più difficile del previsto, ma riesco ad afferrarle e lasciarle in mano a Sebastian. Il genio che è in lui le afferra, apre la porta e... La richiude proprio davanti a me. Mi lascia fuori dall'appartamento senza chiavi, il mio sguardo torna a essere fisso su quella maledetta porta che non ho avuto il coraggio di aprire. Ogni tanto mi piacerebbe essere nei panni, provare quel senso di indifferenza universale per ogni essere vivente. 

Ma davvero mi sto facendo così tanti problemi per Vinnie? Che come minimo farà finta che non sia successo niente? Vaffanculo. Non me ne starò qui a perdere il mio tempo. Entrerò in quel dannato appartamento, farò finta che non sia successo niente e fine della storia. Fa anche troppo freddo in questo corridoio, ho bisogno di andare nella mia camera, mettermi a studiare e chiudere la giornata come se non fosse successo nulla, pensando anche a come aiutare Albert con la ragazza che gli interessa. Certo. Questo farò. Questo conta. 

Con tutta la grinta che ho in corpo faccio un passo in avanti per afferrare la maniglia della porta e quando l'abbasso, non si apre. Giusto, le chiavi. 

Suono al campanello e sento i passi pesanti al di là della porta. La persona che mi apre è Vinnie. 

Merda. 

Il mio cervello va in tilt per qualche secondo, non so che cosa dirgli. 

«Sebastian mi ha chiusa fuori» mi esce dalla bocca.

«Ci stava giusto dicendo che hai trovato un nuovo hobby, non sapevo ti piacessero le porte» ma lo dice con un tono di voce piatto. Suo solito. Nulla di diverso. 

«Lui per le mie chiavi a quanto pare» borbotto:«Penso sia stato un suo tentativo di lasciarmi fuori dall'appartamento definitivamente»

«Se ti può consolare, non ha ancora parlato di cercare nuovi coinquilini» mi avverte. 

PAUSE II - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora