Chapter Thirteen.

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Non sono sparita, giuro! Sono una maturanda in crisi di nervi, comprendetemi e abbiate pietà di me. Ma la storia va avanti e spero che abbiate voglia di continuare a leggerla.

P.S. Ciao di nuovo Harry!

Non so davvero cosa mettermi, con tutti gli abiti in valigia. E’ una noia, questa cosa. Che poi, in realtà potrei andare vestita di stracci, dato che sono una pazza psicopatica che si reca dal suo psichiatra, no? Mentre mi infilo dei pantaloni della tuta, gli stessi che userò in volo, mi sento un po’ in colpa con i miei genitori. Devo chiedere loro scusa, perché, nonostante tutto, nonostante io sia praticamente la causa della morte di mio fratello e nonostante io li abbia trattati male per le sedute, loro mi stanno mandando dall’unica persona che voglio accanto e che mi vuole accanto. Penso che preparerò loro la cena, stasera.

Arrivo all’ufficio del dottore e mi aprono solo dopo diversi minuti. Quando salgo, la segretaria mi fissa con gli occhi gonfi e un fazzoletto in mano. Sta.. piangendo?

La guardo, senza dire una parola, per un po’ di tempo e poi le chiedo : “Mi scusi, il dottor..” sono interrotta dai suoi singhiozzi.

-Oh santo cielo, perché ora tutto il mondo è diventato così piagnucolone e melodrammatico? Mi viene il voltastomaco – penso tra me e me. Davvero non sopporto questa gente che non fa altro che piangere.

“Mi scusi, non intendevo..” cerco di sembrare il più onesta possibile. “Umh..” muovo il peso avanti e indietro, insicura su cosa dire e/o fare.

“Salve, signorina.” Mi dice, tra i singhiozzi. Si soffia il naso e sembra ricomporsi un po’. “Le devo dare una notizia brutta. Anzi, orribile. Il dottor Liam.. Scusa, il dottor Payne, è stato trovato.. morto, nel suo appartamento.” La parola morto esce dalla sua bocca con un singhiozzo.

Oh.

Continuo a osservare la donna.

“Già.. Pensano che qualcuno l’abbia ucciso.. Hanno trovato un coltello, ma nessuna impronta. La sua fidanzata lo ha trovato ieri sera.. E io sono qui per avvisare i clienti e..” riscoppia di nuovo in lacrime.

Tento di allungare una mano, per confortarla, ma poi la ritraggo.

“Oh.. Va bene, grazie. In questo caso io andrei. Sa, domani parto e..”

“Non si preoccupi, signorina. Immagino che non c’entri niente, lei, con tutta questa storia. Arrivederci.”

Sulle scale, sono ancora inorridita per il comportamento della donna. Non vedo l’ora di volare da Harry.

Il resto del pomeriggio vola, mentre preparo la cena ai miei genitori. Non che sia convinta di.. Volerli perdonare, ma non li vedrò per un po’ e comunque mi permettono tutto ciò. Perciò, lo devo loro.

Preparo le lasagne e dei petti di pollo impanati. Semplice, ma carino. Immagino.

Li sorprendo entrambi in modo carino, quando rientrano dal lavoro. Mangiamo insieme, mentre io chiedo loro scusa per come mi sono comportata. Sembrano.. Sereni. Per quanto possano essere sereni due genitori che hanno appena perso il loro primogenito. Almeno mia madre non piange.

Alla fine, li abbraccio entrambi e in quel momento sono consapevole che mi mancheranno. Sono un po’ la mia àncora, non so come andranno le cose lì, non sono mai stata tanto fuori casa.

Più tardi, mia madre viene in camera mia.

“Hai tutto pronto?” mi chiede sorridendo.

“Penso proprio di sì. La valigia non si chiudeva. Temo che dovrò comprarne un’altra” rido, passandomi una mano tra i capelli.

“Mi mancherai, piccola.”

“Anche tu, mamma.” La abbraccio e sento i suoi muscoli rilassarsi.

Chiamo Harry.

“Allora, sei emozionato per il mio arrivo?” chiedo con un enorme sorriso sulle labbra.

“Certo piccola. A proposito, devo davvero raccontarti cos’è successo oggi.” Mi dice con tono scandalizzato.

“Dimmi” ridacchio.

“Sono entrato nel negozio e ho chiesto alla cassiera delle sigarette. Lei mi ha chiesto quanti anni avessi, le ho risposto 23, e lei sai cos’ha fatto? Mi ha chiesto la carta di identità! Ti rendi conto?” il suo tono è più scandalizzato di quanto dovrebbe. Davvero troppo. Scoppio a ridere cercando di immaginare la sua faccia.

“Andiamo, per avere le sigarette devi avere 18 anni. E ne ho ventitrè. E LEI NON CI CREDEVA” quasi urla al telefono, lo shock nella sua voce.

Riesco solo a scoppiare a ridere.

“Per essere minorenne, sei davvero un minorenne molto sexy, sai?” Gli dico. Poi, mi mordo la lingua per l’eccessività delle mie parole.

“Occhio, potresti finire in prigione.” Risponde, fingendosi offeso e sconsolato.

“Con te andrei da qualsiasi parte”

“Ma se fossi minorenne in galera ci andresti solo tu.” Mi risponde.

“Sei antipatico.” Gli dico.

Dopo aver riattaccato, il sonno fatica ad arrivare. Vedrò davvero Harry, domani? Mi costringo a dormire, aspettando la sveglia alle 6.

L’aeroporto è pieno alle 9 del mattino. Dopo il check-in, lascio i miei genitori con un lungo abbraccio e mi preparo alla mia prima avventura da adulta. Salita sull’aereo, ringrazio dio e tutti i santi di aver prenotato un posto nella business class. Dopotutto, mi aspettano “Solo” una decina di ore di aereo, verso Los Angeles.

Mi addormento per un po’, guardo qualche film, ma soprattutto, durante il volo, penso a Harry. Il cielo è limpido e posso vedere l’oceano sotto di me. Mi fa un po’ paura. Quasi piango di emozione quando sorvoliamo il Gran Canyon. E’ chiamato “Gran” con giusta ragione. Il cibo fa schifo, ma sono abituata a quello dell’ospedale, perciò non ho molto da obiettare. E’ stressante questo volo, ma finalmente arriva l’atterraggio. Lo stomaco mi si chiude e sono emozionatissima quando scendo dall’aereo. Ora mi aspetterà solo una fila interminabile per il controllo passaporti e poi dovrò trovare la mia valigia. Più facile e veloce a dirsi che a farsi.

Chiacchiero con una ragazza mentre siamo in fila: lei è Canadese e si trasferisce qui perché vuole raggiungere il suo fidanzato per sposarsi.

Chissà se anche io, prima o poi, potrò dire lo stesso.

Quando vedo il mio bagaglio, mi si sposta un peso che, come ogni volta, avevo sul petto. Come avrei potuto vivere senza le mie cose?

Quando entro nella zona “arrivi” dell’aeroporto, cerco un ciuffo riccio. Aveva detto che sarebbe venuto a prendermi. Proprio non lo trovo.

Poi, in fondo, lo vedo seduto, mentre usa il suo iPhone.

Mi trema il cuore, freme ogni singola cellula di me, mentre lo chiamo.

E quando lui alza gli occhi, il mio mondo inizia a vivere.

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⏰ Last updated: Mar 24, 2015 ⏰

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