Io non ti odio

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Astrid scende dal taxi e si trova davanti ad un delicato cottage con giardino costruito sulla scogliera "è l'unica casa nella zona, e sul citofono c'è scritto Haddock quindi deve essere questa" si dice la giovane.
Il cancello è aperto "forse Hic lo ha lasciato aperto per me?" Si chiede Astrid mentre lo supera e va al portone dove suona il campanello.
"arrivo!" Si sente da dentro
Un enorme uomo con la barba lunga apre la porta, Astrid inizialmente pensa di aver sbagliato casa ma l'omone con un sorriso la saluta "benvenuta! Tu devi essere Astrid Hofferson vero?"
"Ehm... si salve... dovevo vedermi con Hiccup..." risponde ancora intimorita Astrid
"Io sono Stoick Haddock, il padre di Hiccup, prego entra!" Risponde Stoick facendosi da parte
Astrid vorrebbe darsi un forte schiaffo in fronte, ma certo! Aveva visto varie volte foto del capofamiglia Haddock, come aveva fatto a non riconoscerlo?! "Grazie signor Haddock..." risponde lei entrando
"Chiamami Stoick cara, sei davvero simile a tua madre sai?" Risponde gioviale Stoick "ti chiamo Hiccup" aggiunge poi, ma prima che possa farlo Hiccup si palesa dalla finestra che da sul giardino con un grosso cane nero come la pece al seguito
"Non serve eccomi" dice il moro appena entrato, poi si rivolge al suo cane "dai Sdentato vai alla cuccia, ora ho da fare, giochiamo dopo" il cane lo osserva qualche istante, poi fa un giro su se stesso e scappa fuori
Mentre lo osserva, Astrid nota che il cane porta una protesi sulla zampa posteriore.
"Allora Hic io vado, mi raccomando per sabato, e sii un buon padrone di casa e soprattutto un gentiluomo con Astrid" fa Stoick avviandosi verso la porta
"Certo papà, ci sentiamo" saluta frettolosamente Hiccup chiudendo la porta
"Ok" fa poi rivolto ad Astrid, "direi di iniziare, la prof mi ha dato il programma previsto per le prossime settimane, quindi, se per te va bene, direi di iniziare da li"
"Si certo... ah ehm... Haddock? Grazie" risponde titubante la ragazza
"Di nulla" dice lui invitandola a sedersi sul divano

Dopo un'ora di studio i due ragazzi si fermano per riposare
"Facciamo una pausa, meglio non sovraccaricare il cervello di informazioni" dice Hiccup "vuoi qualcosa da bere? Dovrei avere Thè, caffè ed acqua"
"Un caffè grazie..." risponde lei "ehm... Hiccup... posso chiederti..."
"Cosa?" Chiede Hiccup mentre prepara il caffè per se e per la ragazza
"Quel cane... è un po' grosso, che razza è?" Chiede lei "perdonami se chiedo, sono curiosa"
"Perchè non è un cane, è un lupo che ho trovato nel bosco, era giovane e gravemente ferito con la zampa bloccata in una tagliola" risponde lui "per questo dovettero amputare la zampa, che non era possibile curare, e che quindi abbiamo sostituito con una protesi"
"Ah... beh è stato fortunato ad incontrarti..." risponde la giovane
"Ed io sono stato fortunato ad incontrare lui, è stato 3 anni fa, ed ormai è parte della famiglia"
"Sai... non me lo aspettavo" dice lei ricevendo il caffè "grazie"
"Prego, cosa non ti aspettavi?" Chiede lui
"Che andasse così... insomma stiamo studiando e va tutto bene, non litighiamo, parliamo tranquillamente, insomma, sembra quasi che tu non mi odi" dice Astrid con una punta d'imbarazzo
"Io non ti odio Astrid, non lo ho mai fatto, come non odio nessuno di voi cavalieri, non apprezzo come vi comportate certe volte, ma se sono cordiale con voi lo faccio perchè mi va, non perchè voglio solo tenere una facciata come una volta mi hai accusato di fare" risponde lui
Astrid è sorpresa, era convinta che i sentimenti del ragazzo verso il suo gruppo fossero chiari, lei è sempre stata brava a leggere le persone, eppure con Hiccup falliva sempre, era certa che il moro li odiasse, ed invece vedeva solo sincerità nei suoi occhi, era vero non li odiava
"Allora..." iniziò Astrid "perchè?"
"Te l'ho detto, non mi piace come vi comportate con gli altri, si so bene che noi siamo l'elite, ma non mi sento superiore agli altri..." risponde lui
"Io... capisco..." dice lei, è rimasta senza parole, sapeva che Hiccup era sempre stato molto maturo, ma non si aspettava che fosse così tanto... saggio?
"Dai, ricominciamo" continua lui
"Ok" fa lei contenta di poter lasciare quei nuovi pensieri, che le confondevano la testa, da parte almeno per un po'
Dopo un'altra ora Hiccup decide che può bastare "va bene così per oggi, abbiamo piazzato una buona base da cui iniziare" le dice il ragazzo
"Grazie ancora, davvero non saprei come avrei fatto senza di te! Spieghi davvero bene" risponde lei
"Come torni a casa ora?" Chiede lui guardando fuori
"Credo chiamerò un taxi" fa lei prendendo il telefono "cavolo! È scarico!"
"Ti accompagno io dai" dice il ragazzo d'un tratto
"Davvero?" Chiede lei
"Si tranquilla, sei mai stata in due in moto?"
"Ehm... no... è complicato?" Chiede preoccupata Astrid
"No tranquilla, ma ti servirà questa o congelerai" le fa lui passandole una giacca di pelle
"Grazie" risponde lei indossandolo e prendendo lo zaino
Una volta fuori Hiccup spiega ad Astrid come doversi mettere
"Allora, dovrai tenerti stretta a me, altrimenti rischi di cadere, mi raccomando"
"Ehm... ok..." risponde lei improvvisamente imbarazzata
Hiccup messo il casco a se ed alla ragazza, sale sulla Kawasaki totalmente nera, ed Astrid lo segue piazzandosi come lui le ha spiegato e stringendogli la vita con le braccia ed Hiccup parte lungo la strada.
Nel breve tragitto Astrid riesce a pensare a poche cose, prima fra tutte "AAAAAAAAAH" la guida rapida e fluida di Hiccup inizialmente la spaventa, ma poi vedendo la tranquillità con cui pilota lui, anche lei si calma, a quel punto si rende conto del forte e muscoloso addome che si trova sotto le sue mani, sapeva che Hiccup si allenava continuamente ma non si aspettava un fisico simile
Una volta arrivati davanti all'Accademia Hiccup aiuta la ragazza a scendere
"Eccoci qui, sana e salva Milady"
"Grazie Hiccup... beh... ci vediamo domani a lezione, e... grazie anche per quello che hai detto..." la ragazza infatti è rimasta davvero colpita dalle parole di lui sui cavalieri, è vero loro sono rispettati, quasi temuti in Accademia, ma lui, Hiccup, è quasi adorato dagli altri ragazzi, ed a volte lei si era trovata a chiedersi se fossero loro a sbagliare e non lui, e le parole del ragazzo le avevano lasciato molto a cui pensare
"Di nulla, buonanotte e a domani" la saluta lui dopo aver recuperato ed indossato la giacca e ripreso il casco, per poi ripartire
"Buonanotte..." sussurra lei al nulla per poi avviarsi verso il dormitorio

L'Accademia ed i suoi Cavalieri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora