𝕊-𝕤𝕠𝕣𝕣𝕪

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Alex's POV
Non ci posso credere. Vorrei tanto non abbandonare questo magnifico posto, ma purtroppo non posso disobbedire agli ordini di Lyon... sarebbe inutile contestare.
Così, con le lacrime che intimano di uscire come delle cascate, il naso tappato e un maledettissimo nodo in gola, mi affretto ad arrivare alla camera. Ma alla fine non vi voglio entrare perché dentro c'é la persona che io amo, Giorgio, e io non voglio che mi veda in queste condizioni pietose. Ma non posso di certo aspettare per entrare, né tanto meno cercare di reprimere la lacrima e le emozioni che si facevano strada dentro di me.
Così prendo una decisione molto difficile per me: entro. É impossibile non farmi vedere in lacrime. Spalanco la porta ed entro di fretta e furia in camera. Vedo di sfuggita Giorgio seduto sul letto intento a sistemarsi le scarpe, quindi aveva lo sguardo rivolto a terra.
"Hey Alexino!" mi saluta.
Inutile dire che il mio cuore si riscalda.
"Pronto per andare a mangiare?" mi chiede.
Non riesco nemmeno a parlare, la mia gola è bloccata da un'enorme groppo che non ne vuole proprio sapere di andarsene. E poi, anche se riuscissi a parlare cosa dovrei dire esattamente? Dovrei spiegargli tutta la situazione dal vivo oppure andarmene lontano e mandargli un messaggio?
"Alex?" insiste Giorgio.
Cerco di non considerarlo e metto nella valigia i miei pochi vestiti che avevo tirato fuori, con il viso ormai solcato di lacrime. Sono chino sul mobile con la valigia semiaperta davanti a me. Non so se dare a Giorgio le spiegazione che si merita oppure lasciare che lo facciano gli altri. Chiudo le valigia e mi appropinquo all'uscita della stanza.
"S-scusa." è l'unica parola che riesco a proferire, dopo di che me ne vado con passo deciso verso la porta di casa, quasi correndo. Afferro il giubbotto sull'appendiabiti ed esco di casa, correndo il più lontano possibile. Lontano dai miei nuovi amici, dalla persona per la quale provo dei sentimenti profondi, da un ambiente familiare. Da qualcosa che potevo cominciare a chiamare casa.

Dopo dieci minuti di corsa mi fermo, col fiatone e la valigia in mano. Alzo lo sguardo per capire dove mi trovo. Intorno a me vedo neve e luci colorate, degli alberi e una grandissima fontana. È il parchetto comunale, non troppo distante dalla casa che ho qua a Londra per studiare. Così con sguardo mesto e sconsolato mi dirigo verso casa mia. Intanto la mia testa e i miei pensieri erano rivolti ad una sola persona: Giorgio. Che cosa penserà di me adesso? Che sono uno strano? Un pazzo forse? Si, pazzo di lui. Tanto pazzo da andare ad un manicomio. Nella mia testa e nel mio cuore c'è solo lui, lui e nessun altro. Lui è il motivo per cui ho ricominciato a credere nell'amore.
Sicuramente mi arriverà una chiamata da parte sua, sarò costretto a parlargli, spiegargli la situazione, con le lacrime agli occhi gli dirò che non era colpa mia, che non ho fatto e niente ma è tutta un'invenzione di Cico. Lui non mi crederà e mi chiuderà la chiamata in faccia. La mia vita verrà rovinata ancora una volta. Perderò l'unica persona che mi fa sentire vivo e che mi riempie il cuore di gioia.
Sono arrivato a casa. Apro la porta con lo sguardo chino, la richiudo, lascio la
valigia a terra e mi sdraio in posizione supina sul divano. La mestizia è forte in me. Le lacrime solvano velocemente e implacabilmente le mie guance, il mio braccio trema. Lo sollevo e do un piccolo pugno sulla morbida superficie del divano. Ripeto l'azione numerose volte. Mano a mano che il tempo passa, il mio labbro inferiore comincia a fremere e la mia bocca emette dei gemiti. I gemiti si trasformano in urli e picchio il divano con una potenza tale che potrei farci un buco.
Non so che fare. Non riesco a fare niente se non disperarmi. Non mi hanno insegnato a reagire in questo tristo modo, ma al momento è l'unica cosa che mi fa sfogare.
Avevo già perso tutto, non volevo perdere anche Giorgio. Il mio cuore si fa pesante, il braccio cade inerme sul divano, le lacrime sgorgano dagli occhi, i miei urli si fanno silenziosi, il labbro continua a fremere, ma stavolta di rabbia. Le sopracciglia si corrugano, i denti stridono e la mano trema. Un odio implacabile nei confronti di quel ragazzo coi capelli rossi di fa strada verso di me. Vorrei tanto non avere questi sentimenti negativi nei suoi confronti, perché mi hanno insegnato ad essere superiore e a non odiare nessuno, ma al momento mi è impossibile. Quel ragazzo mi ha tolto una cosa che stava nascendo, era sul punto di sbocciare un possibile amore tra me e Giorgio ma Cico ha rovinato tutto.
E questo che si prova quando sì è arrabbiati?

-𝙰𝚣𝚣𝚞𝚛𝚛𝚘 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚝𝚎...- 🤍💙 [𝚃𝚑𝚎𝙱𝚊𝚍𝙽𝚊𝚞𝚝𝚜] 💙🤍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora