Cremisi & Rosei

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«Sta arrivando, qualcuno sarà presto in questa timida stanza

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«Sta arrivando, qualcuno sarà presto in questa timida stanza...» farfuglio disconnessa; in questa mia circoscritta fuga. Mi guardo intorno, con un tacito accenno d'istinto. L'unica cosa, che l'impanicata strega vede; in questo brevissimo lasso di tempo... È un enorme e sfarzoso letto, in cui decide di giocarsi, tutta la sua inesistente fortuna.

 È un enorme e sfarzoso letto, in cui decide di giocarsi, tutta la sua inesistente fortuna

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«Ti ho forse disturbata, nel tuo fittizio sonno? Eh, Astrilde...?»

«...» Per fortuna, è solo... solo, Carter... CARTER?! Come-cosa?? Come diamine ha fatto, a liberarsi...? Vorrei tanto, poterglielo chiedere... Ma il tempo, non aspetta.

«Come vedi o non vedi; sono talmente di poco conto, che non si sono nemmeno accorti della mia evasione, cara e turbata strega.»

«...» Ne sono davvero felice e non mi vergogno, nemmeno a pensarlo. Carter, non si merita tutto questo dolore. Qui, non si tratta solo di una bruta compassione, ma di un qualcosa; di molto più roseo e complesso, ma anche in ciò... Il tempo, non è dettato a nostro imminente e futuro favore.

«...A quanto pare, ti eri anche sbagliata. Non tutti i miei striscianti, sono stati debellati. Il mio famiglio, è riuscito a evitarsi una morte poco degna, per il suo enorme coraggio. Ѐ stato proprio lui a liberarmi...» Mi sta palesemente reggendo il gioco, ma lui sa.

«...» Sa, che sto fingendo. Carter è troppo avanti, per poter cadere, in questi scialbi e improvvisati trucchetti. Per questo, mi sta dicendo tutto questo.

«...Ho un regalo. Per la sgraziata strega, caduta dal cielo; che bizzarramente mi è stata accanto, in questo indefinito e continuo calvario di solitudine.» Un qualche genere di fiore, viene posizionato, tra le mie arrendevoli braccia. La mia incontenibile curiosità verso questo dono, per pochissimo non mi induce ad aprire, i miei ormai intorpiditi occhi.

 La mia incontenibile curiosità verso questo dono, per pochissimo non mi induce ad aprire, i miei ormai intorpiditi occhi

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