Astrilde Nerthus Pervinca nonostante il suo essere prettamente poco più di una giovane donna, può già avvalersi del pesante titolo di: "Strega Completa".
La Pervinca in questione ha vissuto e concluso tutta la sua adolescenza in una piccola casetta...
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«...» Non mi abituerò mai; a questa atletica e sublime versione, di Carter. Accidenti.
Fa davvero troppo caldo in questa navicella, no...?
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«Quindi strega... con chi ho davvero, il piacere di parlare?» annuncia di getto questo Carter, contro ogni mia possibile previsione. Dopo essersi sfilato di dosso, l'ultimo e ingombrante pezzo di armatura.
«...Non avevi già indagato abbastanza, sul mio conto? Così mi pareva, di aver capito...» Cerco di sviarla prontamente, mantenendo una fredda e rilassata, veduta esteriore. Non posso dire lo stesso, della mal mescolata parte interiore. L'effetto a sorpresa è stato ben calibrato, fin troppo. Prima, mi ha fatto credere di avermi dato un po' della sua fiducia, con le sue ipnotiche avance... e poi una volta abbassate le mie difese; ha colpito, dove non avrebbe dovuto.
I miei complimenti Carter, mi hai appena fregata.
«Vero. Certo, se almeno un decimo di quello scritto, su quell'ingiallita cartella; ti appartenesse, realmente.» rettifica nell'immediato, il furbo e sorridente ammaliatore.
«Stai davvero presumendo, che io sia un impostore d'identità!? Che accusa insensata, quanto ignobile!» esclamo in tutta risposta, teatralmente inorridita; cominciando a camminare avanti e indietro, per l'enorme e ormai stretta stanza. Tutto, per evitare il suo sguardo.
«Non lo sto presumendo. Lo sto affermando, il che... è molto diverso.» Mi fa notare stizzoso, accostando le braccia al petto; pronto a contraddirmi l'esistenza, se necessario.
«Con... con quali prove!!?» Forse, sono un po' troppo di parte, in questa storia. La facilità con cui mi sta facendo affondare, è davvero patetica.
«In questa scuola è presente, solo una suddetta Arcania... e colei, non puoi di certo essere, tu.»
«Cosa te lo farebbe credere...?» riesco a chiedergli a stento, nonostante lo sbriciolarsi, della mia preimpostata torre di bugie.
«Molto, ma molto semplice. Hai difronte a te, il suo presunto carnefice. Sto per essere processato, per la sua morte. Arcania la rossa, era la mia impavida assistente.» La butta lì coraggioso, estraendo un antico e affilato pugnale dalla giacca. Un avvertimento alla Carter.