CAPITOLO 1

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Assorbendo l'impatto, Tyler Grant sostenne la donna che gli era piovuta tra le braccia. Ebbe il tempo di notare la fluente chioma dorata e le curve seducenti prima di sentire qualcosa di freddo e bagnato sul petto.

"Oh, Dio... Che disastro..." esordì la bionda con espressione contrita, spostando lo sguardo dal proprio bicchiere quasi vuoto alla sua camicia. "Santo cielo... Sono veramente desolata," si scusò lei. "Di solito non sono così maldestra... Solo che stavolta non stavo guardando dove andavo. La prego... Lasci che le trovi dei tovagliolini di carta..."

Nonostante l'incidente, la donna emanava classe. Un fatto di per sé poco sorprendente, dato che si trovavano a una delle serate di beneficenza più esclusive di Philadelphia. Tyler si chiese chi fosse il suo accompagnatore. Una donna tanto attraente non poteva essere sola.

"Nessun problema," la rassicurò pacato. "Posso fare da solo."

"Però... mi sento terribilmente in colpa. E probabilmente lei si sente ancora peggio, con la camicia tutta bagnata," replicò lei richiamando l'attenzione di un cameriere.

Affascinato dalla sua sollecitudine, Tyler le permise di occuparsi di lui per qualche istante mentre la studiava da capo a piedi. I capelli biondi, lisci come seta, erano lunghi fino alle spalle e incorniciavano un viso ovale con grandi occhi verdi, un naso dritto e una bocca sensuale ed espressiva.

Abbassò lo sguardo, apprezzando il suo corpo snello ma formoso. Faceva esercizio, evidentemente, considerò lui, notando i muscoli leggermente prominenti dei bicipiti.

L'abito senza spalline rivelava il lato superiore dei seni e la vita sottile, lo spacco della gonna lunga gli consentì una sbirciata alle belle gambe. Sulla sua fronte si era formata un'increspatura mentre tentava di tamponargli la camicia con i tovagliolini.

"Forse potremmo recuperare un'altra camicia..." tentò ancora, mortificata.

Lui tenne a freno una risatina. Avrebbe potuto farsi consegnare una camicia nuova in meno di un minuto, ma la sconosciuta era molto più interessante.

"Posso resistere," la tranquillizzò. "Ma dovremo rimpiazzare il suo drink."

"Non so," tentennò allora lei. "Forse rovesciarle addosso il mio Mojito è stato un segno. Forse non dovrei bere altro, anche se era il mio primo drink della serata."

Lui scrollò le spalle.

"Se non riesce alla prima..."

Lasciò in sospeso, porgendo la mano.

"Tyler Grant."

"Addie..." rispose lei, accettando la sua stretta. "Addison Halifax. È stato molto comprensivo. Sono davvero spiacente."

Il suo cognome gli fece squillare un campanello d'allarme, e Tyler frugò nei meandri della memoria per richiamare i dettagli. C'erano stati così tanti nomi, negli anni, nomi di persone che il padre adottivo aveva ingannato e usato. Dopo essere scappato da quel inferno, Tyler aveva cercato di dimenticarli tutti. Accantonò il pensiero.

"Non è necessario che si scusi. Mi ha salvato dalla noia."

Lei sostenne il suo sguardo ancora per qualche secondo.

"Non mi sembra il tipo da subire la noia."

"Infatti," confermò sentendo la scintilla accendersi tra loro. "Non avevo intenzione di fermarmi a lungo, in ogni caso."

"Uomo fortunato," commentò allora Addison in un sussurro cospiratorio. "Io sono un membro del gruppo che ha sponsorizzato l'evento, perciò non posso svicolare finché non saremo almeno a metà serata. La sola cosa che la rende sopportabile è che credo fermamente in questa causa. L'aiuto ai bambini che hanno subito degli abusi. Come credo nel programma per i mentori dei giovani della città."

VOLAMI NEL CUORE (4° libro sui fratelli St. Vincent)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora