CAPITOLO 2

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Tyler scorse per la terza volta le informazioni che aveva recuperato su Addison Halifax. Non gli aveva detto una bugia. Lei era un membro dell'organizzazione esclusiva che aveva sponsorizzato l'evento di beneficenza, si era laureata con lode in un'eccellente università ed era impiegata come analista in una società di assicurazioni.

I genitori erano morti e le due sorelle gemelle vivevano ad un paio d'ore dalla città. Quello che gli saltò all'occhio fu il fallimento del padre e la sua conseguente morte. Dal rapporto emergeva la figura di un manager incompetente. Tuttavia, Tyler ricordava vagamente che Jonathan avesse avuto a che fare con un uomo di nome Halifax.

"Un altro maledetto scheletro nell'armadio," considerò lui piano, digrignando i denti.

Studiò la fotografia di Addison e ricordò il suo sorriso e la sua risata... Dannazione, questa donna lo aveva incuriosito più di quello che voleva accettare. Poteva non essere saggio inseguire una donna la cui vita era stata influenzata negativamente dal patrigno, ma Tyler era più che stufo di avere le mani legate dal proprio passato. Prese il telefono e compose il suo numero.

"Pronto?" domandò lei, e la sua voce sembrò scivolare dentro di lui come miele, accarezzando piacevolmente ogni parte del suo corpo.

"Ciao. Sono Tyler Grant. Hai detto che non potevi accettare il primo invito," esordì lui. "Quindi procedo con il secondo."

Udì un lieve respiro.

"Che sorpresa... Come hai avuto il mio numero?"

"Ho i miei sistemi. Ti dispiace?"

Addison fece una pausa.

"No, non mi dispiace affatto."

Tyler sorrise allo strano brivido che lo percorse.

"Molto bene. Cena stasera da Antoine's, alle sette. Il mio autista passerà a prenderti ovunque tu sia."

"Mi dispiace, però stasera non posso."

Non essendo abituato ai rifiuti, provò una punta di irritazione.

"Domani sera?"

"Mi piacerebbe," rispose Addison. "Ma non c'è bisogno che mandi qualcuno a prendermi. Posso venire da sola. A domani."

Lui annuì e si trovò ancora di più incuriosito dalla sensuale bionda che aveva incrociato la sua strada alla serata di beneficienza. Quello che Tyler non sapeva era che, dall'altra parte della città, una volta agganciato il telefono, Addison spuntò mentalmente il secondo passo dalla lista, iniziando a pensare al terzo.

L'indomani pomeriggio, una riunione di lavoro dell'ultimo momento rischiò di farla arrivare in ritardo, ma in pochi minuti riuscì a darsi un contegno. Grazie al cielo la madre le aveva imposto di frequentare le lezioni di etichetta. All'epoca le erano parse terribilmente obsolete, ma ora era grata di sapere come apparire calma e controllata quando non si sentiva affatto così.

Entrò da Antoine's e si fece indicare dal maître d' il tavolo di Tyler. Alzò lo sguardo e quando lo trovò che la fissava sentì lo stomaco ribaltarsi. Certo, quell'uomo era bello come il peccato più mortale, ma era l'intensità del modo in cui la fissava che le fece venire i brividi.

Possedeva una forza guadagnata con sudore che la attirava, nonostante odiasse ciò che il padre aveva fatto alla sua famiglia. Gli sorrise mentre lui la raggiungeva.

"Buonasera di nuovo," salutò. "Hai appetito?" le domandò lui mentre tornavano al tavolo accanto alla vetrata.

"Sono sicura che si farà sentire non appena avrò ripreso fiato," rispose lei.

VOLAMI NEL CUORE (4° libro sui fratelli St. Vincent)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora