CAPITOLO 9

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Entrando nel locale dove le aveva dato appuntamento Tom, l'investigatore, Addison si guardò intorno a disagio... Più che un bar sembrava un covo di malviventi.

"Ehi, principessa," l'accolse l'investigatore con un bacio sulla guancia. "Pare che la vita da sposata ti si addica," considerò con un'occhiata di apprezzamento. "Sono sorpreso che tu non abbia ancora lasciato il lavoro."

"Si vede che non mi conosci affatto," replicò lei sedendosi sullo sgabello accanto al suo.

"Non bene quanto mi piacerebbe," confermò prima di richiamare l'attenzione del barista. "Cosa prendi?"

"Un bicchiere d'acqua."

Tom fece una smorfia.

"Che guastafeste che sei! Rilassati, è l'ora dell'aperitivo."

"Non desidero tornare a casa con l'alito che puzza di alcol, perciò... un bicchiere d'acqua."

"Molto bene, principessa," commentò lui sarcastico. "Meglio non irritare il ricco maritino prima di ottenere la sua donazione. Che genere di accordo prenuziale gli hai strappato?"

Addison scosse il capo.

"Direi che non sono affari tuoi. Hai detto che avevi delle domande da farmi..."

"Infatti... In che tipo di incidente è stato coinvolto il tuo caro truffatore? In che anno è successo? Quanti anni aveva?"

Lei alzò le spalle mentre il barista le porgeva il bicchiere.

"Era un ragazzino..." rispose sorseggiando l'acqua.

"Tutto qui? Temo che tu debba scoprire un po' di più su quell'incidente... Quando è successo, che tipo di ferite ha riportato..."

"Deve aver avuto una commozione cerebrale piuttosto seria. Dice di non ricordare nulla prima dell'incidente."

Si fermò un istante a riflettere.

"Ha delle cicatrici. La schiena è molto segnata."

Tom emise un basso fischio.

"Sembra che tu lo stia conoscendo molto approfonditamente."

Sospirando, Addison lo fissò negli occhi.

"Veramente, Tom? Devi proprio trasformare tutto in un insulto o in un doppio senso?"

"Faccio del mio meglio, principessa," confermò. "Okay, okay," riprese al vedere la sua espressione. "Cerca solo di scoprire più che puoi."

"D'accordo," disse lei e bevve un altro sorso d'acqua. "Mi terrò in contatto."

"Te ne vai così presto?"

"Sì," rispose lei con fermezza, scendendo dallo sgabello.

Ma proprio mentre si avvicinava alla porta, ne entrarono due poliziotti accompagnati da un cane.

"Nessuno si muova! Siamo qui per un'ispezione!" gridò uno degli agenti.

"Scusate..." tentò allora Addison. "Io stavo uscendo."

"Ormai non più," replicò categorico il poliziotto.

Addison aspettò con impazienza mentre gli agenti giravano insieme al cane per fargli annusare diverse persone. Trovarono della droga addosso a tre uomini e pistole non registrate addosso ad altri cinque. La cosa la sconvolse alquanto.

"Al fuoco!" qualcuno urlò all'improvviso.

Addison si unì alla gente che si accalcava verso la porta e per poco non fu travolta da chi le arrivava alle spalle. Sentì qualcosa di freddo e bagnato sul vestito e fece una smorfia, ma non indugiò. Finalmente fuori, si diresse a passo svelto verso il parcheggio, ma quando cercò di raggiungere l'auto fu bloccata da un buttafuori.

VOLAMI NEL CUORE (4° libro sui fratelli St. Vincent)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora