CAPITOLO 10

1.2K 101 16
                                    

La settimana successiva, ad ogni risveglio, Addison cadeva in preda al panico. Avrebbe dovuto lavorare, non starsene con le mani in mano a rilassarsi. Aveva bisogno di guadagnare, perché in fondo, il matrimonio sarebbe potuto durare ben meno di sei mesi se Tyler avesse scoperto la verità su di lei.

E se fosse successo, lei sarebbe stata disoccupata e non avrebbe potuto trovare i fondi per mandare le sorelle al college. Era stressata a un punto tale che persino Tyler si ritrovò a darle consigli.

"Potresti dedicare più tempo al volontariato..." le propose una sera.

Sorseggiando un bicchiere di vino, lei rifletté a lungo prima di rispondere.

"Hai ragione... Il canile..."

Si interruppe.

"Perfetto! Passerò più tempo al canile. Grazie per il suggerimento, Ty!"

Lui scoppiò a ridere.

"Lieto di essere d'aiuto."

Un po' meno lieto, forse, quando due giorni dopo, lei portò a casa un cane di razza indeterminata. Avrebbe potuto essere un incrocio tra un bulldog e un retriever, o anche tra un labrador e un cocker. La buona notizia era che era castrato, la cattiva che era ancora un cucciolo e gli piaceva scavare. Addison l'aveva chiamato Pooh.

"Pooh?" ripeté Tyler con ribrezzo, fissando il cane più brutto che avesse mai visto. "Ma è un cane!"

"Non sapevo come chiamarlo, così gli ho dato il nome del mio cartone preferito: Winnie the Pooh," spiegò coccolandoselo.

"Tesoro, Winnie è un orso," le fece presente.

"Hai ragione, però Winnie è anche un animale con un grande cuore e tanto coraggio," si difese seriamente lei. "Com'è il nuovo membro di questa casa."

"Sarà, ma per me è ancora strano."

Eppure trovava un'inspiegabile attrazione per l'animale, un malinconico affetto di cui non capiva l'origine. Con Jonathan e Lilah non aveva mai avuto un animale domestico, però aveva la strana sensazione di aver già posseduto un cane. E la cosa lo turbava.

"È già vaccinato? Ha un guinzaglio?"

Addison sollevò il guinzaglio e gli sorrise.

"Avrei giurato che non ti saresti preoccupato affatto per un cane."

"Mi chiedo se sa prendere i frisbee..."

Lei ridacchiò.

"Lo scopriremo nei prossimi giorni," disse lei grattando le orecchie del cane.

"Però, prima di tutto, dovrò aiutarlo a superare il trauma del suo nome," si giustificò allora Tyler. "Dobbiamo portarlo al lago," suggerì lui qualche secondo dopo. "Anzi, potremmo trasferirci nella mia casa fuori città, così avrebbe più spazio per correre."

"Troppo traffico... Sarebbe un inferno per te andare al lavoro, in città, o tornare a casa," notò Addison.

"Non in elicottero, piccola."

La moglie lo fissò a lungo, sorridendo, gli occhi sensuali e provocatori.

"È un bel disturbo... per un animale."

Tyler rilasciò un profondo sospiro.

"Dato che tu hai preso un impegno per entrambi, dovrò fare la cosa giusta."

Al che lei lo afferrò per il colletto e lo attirò a sé.

"Tu sei pazzo," gli sussurrò contro le labbra.

VOLAMI NEL CUORE (4° libro sui fratelli St. Vincent)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora