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T/n Pov

Un rumore metallico, fu quello il primo suono che sentii questa mattina.
Una chiave stava entrando nella serratura, ecco che dopo qualche istante la porta venne aperta.

Odiavo questo momento della giornata.
Aprivano la porta solo una volta al giorno, mi portavano fuori dalla mia stanza e mi conducevano in un'altra.
Non era una stanza normale, aveva l'aria di essere un laboratorio.

Ogni volta che mi portavano qui era una tortura per me, aghi spessì venivano spesso infilati sulle mie braccia, tagli profondi venivano inflitti sulle mie gambe ed ero costantemente costretta a subire enormi sforzi fisici.

Ma oggi era diverso, me lo sentivo.

Non uscivo da quelle quattro, strette, soffocanti, mura da anni.
Non mi ricordo più come sia fatto l'esterno, cos'erano quei rumori che sentivo attraverso le pareti?
Risate di persone, urla, macchine e cani abbaiare.
Il sole, la sensazione dei suoi raggi che riscaldavano la mia epidermide, era solo un ricordo ormai.
La pioggia, abbandonate gocce d'acqua che cadevano dal cielo, quando vai sotto la pioggia per la prima volta senti un senso di fastidio. I vestiti asciutti si bagnano e il caldo a cui eri abituata prima diventa freddo.
Ma basta poco per abituarsi, basta veramente poco, poi una volta averci fatto l'abitudine, diventa il momento più bello della giornata.
Sembrava essere tutto così fantastico lì fuori.

"Oggi ti facciamo uscire, finalmente potremmo usarti come si deve" la sua voce era così fastidiosa.

Non sapevo nemmeno il suo nome, il suo aspetto era inquietante e ogni volta che lo vedevo la nausea cominciava a salire.
Averlo davanti a me mi portava a ripensare a tutto quello che avevo subito.

Capelli celesti, occhi rosso fuoco, mi facevano paura i suoi occhi, e la pelle così screpolata...

Non gli risposi, non parlavo quasi mai.
L'unica persona con cui parlavo qui dentro era un ragazzo arrivato da poco, non sapevo nemmeno il suo di nome.
Aveva gli occhi color turchesi, dei buffi capelli corvini, buffi perché erano sempre in disordine.
Una sua caratteristica erano le numerosi cicatrici presenti sul suo corpo.
Molte erano coperte dalla sua giacca, quelle più evidenti erano quelle presenti sul collo e sul suo volto.
Non avevamo molta confidenza per cui non abbiamo mai parlato del nostro passato, ma ero curiosa di scoprire cosa gli fosse successo.

Scommetto che lui invece sapeva tutto di me, sapeva come il loro capo aveva sterminato la mia famiglia quando ero più piccola.
Sapeva anche degli esperimenti che mi faceva da allora.

"Dove volete portarmi?" la mia voce risuonava per la stanza, l'eco si stava propagando lungo i corridoi e si poteva capire l'insicurezza dal tono della mia voce.

"Ad allenarti, tra qualche giorno dovrai superare un'esame molto importante che richiederà l'uso della tua unicità"

La mia unicità?
Si era manifestata poco prima dell'omicidio dei miei genitori, non so nemmeno quale sia esattamente, so solo che non è niente di speciale.
Guardando negli occhi le persone potevo far fare loro tutto quello che volevo, forza e velocità sovrumana e avevo anche una rigenerazione abbastanza veloce.
Insomma, era un ibrido tra le unicità dei miei genitori.

"Quale esame?"

"Oggi parli più del solito. Saprai tutto a tempo debito, ora indossa questi e quando finisci raggiungici di sopra"

Lanciò sul letto una tuta, qualcosa di comodo con cui allenarmi.
Il mio fisico era esile, non perché non mangiavo, anzi, mi fornivano cibo costantemente.
Più che altro era la scarsa attività fisica a rendermi così fragile.

Indossai quello che mi aveva lasciato e per la prima volta uscii da sola da quella stanza, dovevo andare al piano di sopra ma non conoscevo la strada.

"Di qua" disse il ragazzo dai capelli corvini.

Lo seguii, non parlammo, durante il breve tragitto regnava il silenzio.
Raggiungemmo una scalinata e man mano che salivamo la luce del sole la illuminava.

Il mio corpo fremeva di eccitazione, so che nella situazione in cui mi ritrovo non dovrei essere felice ma tra qualche istante avrei rivisto il mondo.
Un passo, un'altro passo e infine l'ultimo. Avevo finalmente raggiunto il secondo piano, i raggi del sole penetravano dalle piccole finestre, i rumori dell'esterno diventavano più forti e l'aria che si respirava era diversa.
Sorrisi.

"Andiamo"

Feci un cenno con la testa, non lo avevo praticamente ascoltato, ero concentrata ad osservare quello che mi circondava.
Il celestino stava aprendo la porta che conduceva all'esterno, ogni istante sembrava eterno.

Finalmente la aprii completante, un lieve venticello entrò, alzò la polvere presente sul bancone del locale, mi accarezzò le gambe, ormai piene di cicatrici e spostò leggermente i miei capelli.

Non appena oltrepassai la porta, provai un senso di libertà indescrivibile, sapevo che non potevo uscire a mio piacimento ma per me questo era un passo avanti.

L'ultima volta che ero stata  a contatto con il mondo ero ancora piccola, non avevo esperienze con l'esterno e non sapevo come funzionavano le cose lì.

"Comincia con una corsa, devo vedere in che condizioni sono i tuoi muscoli"

Corsi, corsi lungo quel prato verde che si trovava dietro alla struttura.
Avrei fatto di tutto per non dover ritornare alla quotidianità di ieri.
Avrei fatto di tutto per continuare ad uscire all'esterno.

Le mie gambe si muovevano velocemente, i miei piedi scalzi entravano in contatto con l'erba umida, la coda che avevo fatto poco prima, dondolava a destre e a sinistra.
Nonostante stessi correndo da svariati minuti, non ero stanca.
L'adrenalina data dalla felicità non mi faceva sentire la stanchezza.

"Può bastare così, ora prova ad andare più veloce"

Voleva che utilizzassi la mia unicità?
Non sapevo cosa fare per attivarla, perciò corsi più veloce ma non bastava per attivarla


Ero nel furgone insieme a Dabi, mi ero fatta dire il suo nome, significava cremazione.
Mi stava accompagnando nel luogo in cui avrei dovuto svolgere l'esame, ancora non sapevo di cosa si trattasse ma durante questa settimana mi sono allenata e sono riuscita a capire come far funzionare il mio quirk.

"Siamo arrivati, buona fortuna" mi disse prima di ripartire.

Quindi è questo il posto eh?
La U.A.








Angolo me
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e fatemi sapere che ne pensate
A presto <3

Do I wanna know?  || Bakugo xreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora