Capitolo 20

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Attraversammo la strada ma mentre attraversavo mi cadde un orecchino. Mi abbassai per prenderlo e appena alzai lo sguardo vidi dei fari di una macchina venire contro di me con una velocità massima. Misi le mani davanti al mio volto per difesa ma mi sentii sobbalzata in aria.
Sentii un dolore dell'anca in giù e un urlo di mia madre mi fece capire che stava succedendo qualcosa di brutto. E quel qualcosa di brutto stava accadendo a me.
Toccai il suolo e non ebbi la forza nemmeno di alzare un dito. Un dolore fortissimo mi attraversò il corpo e quasi non sentivo più il mio cuore battere. Mi faceva male la testa e sentivo la guancia destra accaldata. Le punte dei piedi erano come immobilizzate e le gambe me le sentivo schiacciate. Non riuscivo ad aprire gli occhi e quasi sobbalzai quando la mano di mio padre mi toccò il dorso.
Sentivo le sue mani scivolare sul mio corpo e tantissime voci chiamarmi. Sentivo i singhiozii di mia madre e il tremolio delle mani di Lucas. Sentivo la presenza irrequieta di Tom. Sentivo anche la voce di Sharon che si scusava. Sembrava un'eternità che ero lì a terra. Mi sentivo come un vaso rotto. Volevo piangere ma non ci riuscivo. Sentivo stranamente anche i singhiozii di Sharon che si associavano a quelli di mia madre e sentivo Patrick e Lisa chiedere cosa era successo a mio padre.
Dopo tanto tempo sentii le sirene dell'ambulanza. Mi sentii presa dalla vita, dalle gambe e dalle braccia da mani sconosciute e un'aria di medicina mi sfondò la gola. Sentivo ossigeno in più entrare in me e sentivo dei medici parlare. Mi chiamavano ma la forza di rispondere non la trovavo. Volevo tanto svegliarmi e abbracciare mia madre e dirgli che stavo bene.
Dopo un'ora di scasso di narici e voci di sconosciuti che mi uccisero più di quanto mi sentivo uccisa, l'ambulanza si fermò di colpo. Mi sentii di nuovo presa da mani sconosciute e un profumo di ospedali mi entrò fino allo stomaco.
Mi sentii sbattere su una superficie morbida che faceva un rumore di ferri vecchi.
Tutto un tratto sentii silenzio. Non sentivo più mio padre, Lucas e mia madre. Gli unici di cui avevo bisogno. Non sentivo nemmeno Sharon, Lisa, Patrick e Tom. Mi sentivo il collo tirato da qualcosa, una specie di collare e i polsi strinti da una specie di bracciali. Era tutto così malinconico e brutto. Volevo solamente avere la forza di svegliarmi o almeno fare tutto quello che non avevo fatto. Magari fare l'esame. Abbracciare Lucas e ballarci. Volevo piangere. Volevo alzarmi da quel forse letto. Volevo andare a casa. Volevo ballare. Volevo dire grazie a Tom. Volevo semplicemente stare bene. Sapevo che era successo qualcosa di brutto ma non avevo la forza. Mia madre mi aveva insegnato a lottare e rialzarmi sempre ma la forza proprio non c'era. Non sentivo neanche più una parte del mio corpo. Era come se avevo tutto addormentato.

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