Thirty-one

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Sunoo's p.o.v.

Sono passate poco più di due settimane da quel massaggio che avevo chiesto a Niki e che ci ha portati a fare l'amore per la seconda volta. Come nella prima è stato tutto fantastico e lui era gentilissimo con me, ho sentito tutto il suo amore e spero che anche lui abbia avvertito il mio. 

Nell'ultimo giorno che ho trascorso a casa sua ci siamo impegnati per trovare uno psichiatra in zona che non richiedesse firme e documenti vari da parte di mia mamma o mio papà, non come quella della scuola, tutto questo perché non mi sento ancora pronto di raccontare ai miei quello che mi succede, credo sarebbe un dolore forte per me e per loro, mi è tanto difficile parlare di tutto ciò con persone a cui voglio tanto bene e il mio ragazzo mi ha fatto capire che magari con una persona completamente estranea a te e al tuo mondo, che non è coinvolta emotivamente, forse è più facile parlare. Con Niki stesso a volte faccio fatica, ma non per il fatto che non mi fidi abbastanza di lui, dato che ho una grandissima fiducia in lui, ma perché lui mi ama e sarebbe difficile fare osservazioni neutrali.

Quindi eccomi qui, seduto con Niki nell'autobus numero 5, quello che ci porta al presidio Hanmed, dove appunto il signor Chung Minjin mi attende alle 17.30. La visita non costa molto, quindi con i miei risparmi e con un aiuto da parte di Riki, che ha insistito molto, riesco a pagarlo tranquillamente e ad avanzare soldi.  A mia mamma ho detto che sarei andato a fare i compiti da Jungwon e il mio fidanzato sta saltando i suoi allenamenti di danza per venire con me. Abbiamo chiesto per mail allo psichiatra se fosse possibile farlo entrare dentro con me e lui ha acconsentito a patto che firmasse un documento in cui viene dichiarato che quello che verrà detto all'interno della stanza rimanga dentro quella stanza, ovviamente per motivi legali legati alla privacy del paziente.

"Piccolo la nostra fermata è la prossima, dobbiamo cominciare ad alzarci" mi viene detto piano e io annuisco solamente, cercando mentalmente di farmi forza e poi alzandomi.

Appena sentiamo il suono fastidioso dei freni dell'autobus ci avviciniamo alle porte e scendiamo, trovando a poco più di venti metri la struttura. Prima di entrare Niki si gira verso di me e mi dà un bacio, uno un po' lento, che mi trasmette il coraggio di avvicinarmi alla porte scorrevoli del posto e fare il nostro ingresso, che viene segnalato da una sorta di campanellino che dura qualche secondo, non c'è molta gente qui, vedo solo un ragazzo ed una ragazza al banco accettazioni e due signori piuttosto anziani attendere davanti a una porta, probabilmente per qualche appuntamento anche loro con qualche dottore. Ci avviciniamo al banco e dopo aver detto per quale motivo eravamo lì e dopo aver pagato, Niki firma ciò che doveva firmare e ci dirigiamo verso il terzo piano, nel reparto delle visite psicologiche e psichiatriche. Una volta lì non aspettiamo nemmeno dieci minuti che un signore abbastanza alto, sul metro e ottanta, e credo sulla quarantina si presenta davanti a noi. 

"Ciao ragazzi, presumo che uno di voi sia il signorino Kim Sunoo, io mi chiamo Chung Minjin, penso che il mio segretario vi abbia detto il mio nome in fase di prenotazione" ci sorride caldamente e i miei nervi si sciolgono almeno un pochino

"Sono io, l-lui è il mio ragazzo R-riki" dico e entrambi ci inchiniamo

"Perfetto, seguitemi pure" dice facendoci entrare in un ufficio. L'aspetto è molto carino, non ti dà l'idea di stare per parlare con un dottore o di farti visitare come quando sei in ospedale e anche l'odore fresco di fiori è ottimo. C'è una grande scrivania in legno con tanti fogli  e un computer portatile appoggiati sopra. Davanti ad essa ci sono invece due poltroncine in pelle verde scuro.

Ci fa accomodare su di esse e subito Niki mi stringe la mano e questo non passa inosservato al dottore che sorride nuovamente.

what he needed - sunkiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora