Capitolo 17

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L'uomo, o meglio Levich, guarda Kol, e sorridendo esclama «salve Kol, è un piacere rivederla, signora Eda» fa qualche passo verso di noi «tu devi essere Jackson, l'unico Salvatore che non sono ancora riuscito a catturare, e chi è la graziosa signorina dietro di te?» graziosa signorina? «Si chiama Violet» «bene, perché non ci sediamo tutti? Così possiamo parlare con calma» ci sediamo difronte al camino, come se fossimo un'allegra famigliola, io mi siedo accanto a Jackson, e il signor Kol con la sorella si siedono sul divano alla mia sinistra invece il signor Levich su quello alla mia destra "stai tranquilla non ti farà nulla" sentire la calda voce di Jackson nella mia testa, non so come, ma riesce a rilassarmi, e in qualche modo, mi tranquillizzo un po' "ho un po' di paura, ma un po' tanta, okay diciamo molta" vedo dalla sua espressione che sta cercando di trattenere un sorriso "non preoccuparti non lo farò avvicinare a te" "è di questo che ho paura, ho paura che tu ti faccia male" "non succederà, fidati di me"
«dunque signori ormai sapete i miei piani per conquistare il mondo, ma vi dirò una cosa, non permetterò a nessuno di intralciarli, non mi interessa quanto tu possa essere potente, non mi fermerai » i suoi occhi sembrano spenti, non danno alcun segno di vitalità, sembra come morto «ora come ben sapete, mi mancano solo due elementi per completare la profezia, uno è di fronte a me, e l'altra è una pietra, quindi decidi Jackson cosa mi darai prima?» «aspetta cosa intendi per "prima"?» questo è Kol «oh è semplice, se prima decide di darmi la pietra, vorrà dire che lui verrà portato con via con la forza e verrà torturato per essere stato così codardo, in caso contrario, verrà torturato per rivelarmi il posto della pietra» «io non ti darò nulla di queste due cose» «ma davvero e che cosa potrebbe succedere se io...» non termina la frase che un dolore allucinante mi penetra nella testa, sento il rumore di un trapano formarmi da tutte le parti, inizio ad urlare, percepisco la mano di Jackson sul mio fianco, cerca di dirmi qualcosa ma non riesco a sentirlo «FERMATI» «dammi la pietra» «Jackson non cedere, puoi riuscirci» all'improvviso il dolere come è arrivato se ne va, con l'aiuto di Jackson mi alzo, e mi rimetto seduta «sorprendente» «stai bene?» non lo so nemmeno io «si penso di si» «lasciala stare lei non c'entra nulla in tutta questa storia» «si ma vedi, Jackson caro, hai appena dimostrato la mia tesi, ovvero che c'è qualcosa al mondo a cui tu tiene tanto, e fidati, questa cosa la userò a mio favore, è stato un piacere, a presto» e se ne va, Eda si siede accanto a me «hey stai bene?» «mi fa ancora male la testa ma sto bene, che cosa è successo prima?» «Jackson ti ha salvata, ti ha fatto da scudo con la sua magia» «davvero?» guardo incredula sia lei che lui «si» «ora vado a preparati qualcosa che ti rimetta in sesto» e si allontana, seguita anche da Kol, chiudono la porta e si sente solo un parlare molto velocemente «grazie» «per cosa?» «Bhe mi hai salvato» «Violet io lo farò sempre okay?» «si ma Levich ha detto che mi userà contro di te, qualunque cosa lui voglia, non dargliela, non importa quello che farà, non voglio che tu muoia per far si che lui governi» «tranquilla piccola, non succederà nessuno dei due si farà male».
La signora Eda ritorna con una specie di tisana «bevi è alle erbe ti guarirà» «grazie» «dobbiamo parlare» «Kol non possiamo aspettare domani mattina?»«Eda ti rendi conto di quello che è appena successo?» «si ma loro sono solo ragazzi, è meglio aspettare domani mattina, Violet si riprenderà, e Jackson sarà più forte» «va bene, ora andate a dormire, domani mattina dobbiamo fare una lunga chiacchierata, iniziata il vostro addestramento» «addestramento? No aspetti io non ho poteri magici» «ne riparliamo domani mattina, adesso a dormire forza» veniamo spinti nelle nostre stanze, ognuno ha la sua, mi sarei aspettata una cosa del genere, ma in realtà speravo di poter dormire con Jackson, ho paura a restare da sola. Apro la porta e vedo subito un letto matrimoniale e sulla parte di fronte una scrivania, con una finestra che da sul cortile, e sul muro dove c'è la porta, una cassettiera con dentro vestiti puliti, c'è un'altra porta, la apro e c'è un bagno, mi faccio una doccia voglio togliere questa giornata orrenda dalla mia pelle "dormi?" "No sono sveglia". Esco dalla doccia mi vesto, e mi infilo sotto le coperte, ma non riesco a prendere sonno, ho paura che se riapro gli occhi mi ritrovi in una cantina incatenata "non riesco a dormire" "già anch'io, volevo darti la buona notte di persona, ma Kol mi ha spinto dentro" "lo conosci da tanto?" "Abbastanza, proprio niente sonno?" "No" " e se ti girassi?" "Mi sono già girata mille volte" "girati a destra" mi giro e lui è qui, in piedi accanto al mio letto «cosa ci fai qui?» mi fa segno di stare zitta, e poi indica il lato vuoto accanto a me, faccio segno di si con la testa, e lui si infila dentro, fa passare un braccio sotto la mia testa, e io mi appoggio sul suo petto, sento il suo cuore battere, «Violet, ti prometto che nessuno ti farà del male» «promesso?» «promesso» «buona notte piccola» «notte» e mi addormento così, con il rumore dei suoi battiti e il suo respiro, e questa notte non avrò incubi, ci sarà lui a vegliare su di me

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