IV

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Urlava

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Urlava.

Il ragazzo stava urlando così tanto che la sua voce riecheggiava tra le pareti dipinte di azzurro della stanza e perfino tra le scale spoglie del condomino. Lei invece aveva le mani sulle orecchie e cercava disperatamente di non sentire quelle grida, di non sentire quelle accuse. Provava a spiegarsi, mormorando qualcosa a bassa voce ma il tono alto, più del normale, del fidanzato copriva ogni cosa.

Il corpo del ragazzo era deforme. Di Jimin non c'era più neanche traccia. Si era trasformato in uno degli mostri più spaventosi mai visti.
Era grosso e molto alto, tanto da sovrastare il corpo di Minhe di almeno 40 centimetri. Il viso anche era irriconoscibile. Gli occhi erano rossi come il fuoco vivo, le guance e gli altri lineamenti neri come il carbone ardente, i denti sporgenti e aguzzi.
Faceva davvero paura.

Minhe era terrorizzata. Tremava, piangeva e aveva provato più volte a calmare la bestia ma non c'era stato verso. Era arrabbiata e voleva vendetta. Voleva far sentire in colpa la ragazza, distruggerla, spezzarla e la povera Minhe lo era.
Era devastata e nonostante una parte di lei volesse correre via, provare a scappare, l'altra parte voleva restare per smentire le accuse della bestia e provare a rabbonirla.

Forse era pazza. O forse era semplicemente succube della situazione e della bestia in se. Forse era quello che l'incubo voleva farle capire.

«Mi hai tradito» urlò per l'ennesima volta la bestia e la ragazza scosse la testa vigorosamente.

«N-no, no. Non l'avrei mai fatto» singhiozzò sincera. Lei lo amava. Come avrebbe mai potuto tradirlo? Era tutta la sua vita, era felice con lui. Si sarebbe amputata un braccio o una gamba piuttosto che compiere un simile gesto oltraggioso e irrispettoso.
Lei odiava i tradimenti.

«Non mentirmi» le tuonò davanti al viso e la sua voce si fece ancora più alta e potente, tanto che le pareti iniziarono a tremare. Per davvero, come se ci fosse un terremoto nelle vicinanze. O come se l'epicentro fosse proprio la stanza dov'erano chiusi i due.
«Ti ho visto. Vi ho visti insieme. Gli hai sorriso, l'hai apprezzato. Mi hai tradito.»

«Tu...di c-cosa parli? Non l'avrei mai fatto. J-Jimin tu...t-tu mi conosci» mormorò senza parole. Perché la accusava in quel modo? Cosa stava dicendo la bestia? Minhe non capiva davvero le sue parole.
La bestia impazzì all'ennesima negazione della ragazza e rovesciò tutti i mobili che aveva intorno con una forza disumana, facendo strillare Minhe di paura.

«Guardalo» le disse, sibilando velenosamente contro il suo orecchio e la ragazza scosse la testa, troppo spaventata di alzare lo sguardo e incontrare gli occhi maledetti della bestia.
«Guardalo» ripeté urlando e Minhe alzò lentamente il viso. E poi urlò.
Davanti a lei si stagliava un grosso drago senza ali. Le corna luccicavano appuntite dietro la testa, gli occhi brillavano di furore e i denti grondavano sangue copiosamente.
«Cosa c'è? Non ti piace? Eppure l'hai guardato. L'hai guardato.»

Secrets/Min YoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora